Le escursioni dell'ultimo periodo sono state dedicate alla Valle Antrona dove mancavamo da diverso tempo, e tornando in questa affascinante valle ossolana ecco che l'interesse per i vari progetti ancora in sospeso si riaccende, in particolare verso una idea allo "studio" ormai da due anni, un progetto iniziato dopo l'interessante visita alla zona della Croce della Garansla e ai ruderi vicino alla "finestra" della galleria del Cingino dove passa la condotta ("finestra" è un termine da noi inventato cercando una definizione più o meno adatta al luogo).
Su questo dirupato e suggestivo versante le foto aeree e le immagini raccolte col teleobiettivo durante le visite sul versante opposto della Val Troncone, suggerivano la
presenza di un percorso che traversava a mezzacosta il versante, dai ruderi presso la finestra a Crestarossa; mentre nella zona verso Crestarossa alcuni tratti di sentiero erano visibili, sul tratto iniziale dopo la finestra che è anche quello più impervio ed esposto, non sembrava inizialmente esserci evidenza della presenza di un percorso.
Ma in seguito, con ulteriori osservazioni e grazie anche ad alcune informazioni raccolte, era chiaro che effettivamente era presente un percorso che probabilmente era utilizzato dagli operai per recarsi nella zona della "finestra" ai tempi della costruzione della galleria (è comunque possibile che anche qualche alpigiano nei tempi passati utilizzasse questo "sentiero"...), mentre nel primo tratto successivo alla finestra il percorso si svolge su una serie di cenge naturali sulle quali si trova la tipica traccia degli animali, nella seconda parte del traverso si cammina su un sentiero "costruito" che attualmente risulta parzialmente nascosto dagli invadenti cespugli.
Naturalmente anche i cacciatori un tempo frequentavano questi versanti, e per rendere l'idea del genere di ambiente di cui si sta parlando, nella zona più esposta bisognava attendere che il camoscio si trovasse in un luogo preciso prima di sparare, in modo che cadesse nell'unico punto da cui poi fosse possibile recuperarlo...
Si tratta di un percorso impegnativo con diversi tratti esposti che richiede passo sicuro e naturalmente buone condizioni del terreno, il versante è esposto prevalentemente a est e in questa occasione, verso la fine di ottobre, era ancora ben irradiato dal sole, ma erano presenti comunque brevi tratti all'ombra dove infatti abbiamo trovato terreno gelato.
Lungo il "sentiero" sono presenti alcuni segni di vernice gialla, e una traccia più o meno evidente è spesso presente (vedi la traccia su : OSM).
(Dopo una settimana, siamo ritornati in zona per completare la traversata di questo versante percorrendo il tratto da Cingino alla "finestra" : Link).
- Antefatti...
Per lo studio dei possibili percorsi, le foto scattate dai versanti opposti rispetto alla zona di interesse spesso risultano piuttosto utili, in particolare se si trovano condizioni di luce soddisfacenti; l'immagine sottostante mostra il versante in oggetto, dalla zona dei ruderi della finestra (a sinistra), fino a Crestarossa (sulla destra in basso, si vedono le costruzioni della teleferica (cliccando sulle miniature si aprirà una nuova finestra con l'immagine originale 9002 x 3116 pixel - circa 12 mb) :
Una panoramica più dettagliata dove si vedono bene alcuni tratti di sentiero (grazie alle migliori condizioni di luce), un montaggio ricavato da immagini raccolte qualche settimana prima dal versante dell'Alpe Valaverta (l'immagine originale è di circa 48 mb - 13856 x 2576 pixel) :
Con Andrea partiamo dal piccolo parcheggio di Ronco 1109 m. nelle vicinanze del Lago di Antrona, arrivando a un'ora ancora "notturna" (in cammino poco dopo le sette), ma in questa occasione non abbiamo nemmeno acceso la frontale, visto che la luce irradiata dalla luna era sufficiente per vedere dove si camminava sul primo tratto del percorso che sale a Campliccioli lungo il sentiero situato sul versante sinistro orografico dei laghi.
Dal Lago di Campliccioli 1352 m. si sale nei dintorni del Rio Banella (che scende sempre impetuoso e spumeggiante nel suo ultimo tratto, prima di immettersi nel lago), seguendo il sentiero C34 che passa nella zona dell'Alpe Curzut (qui, verso sud-ovest, vediamo una baita poco lontana dal sentiero, baita che visiteremo poi al ritorno) e raggiunge il pianoro dell'Alpe Banella dove lasciamo il sentiero principale che sale a Camposecco, per seguire i segnali e la traccia sulla sinistra che prosegue verso la vicina dorsale boscosa (da questa dorsale eravamo scesi sul suo versante opposto per visitare la negletta e trascurata Alpe Cravarossa al termine di : questo giro).
Saliamo lungo la dorsale inizialmente al sole, per poi continuare poggiando sulla destra tornando così all'ombra dove il terreno era gelato e incontrando anche tratti con ghiaccio vivo, e si arriva alle costruzioni della funivia di Crestarossa, il percorso segnalato continua sulla destra per raggiungere l'ingresso della rinomata galleria che consente di traversare verso il serbatoio del Lago di Cingino, camminando a fianco del grosso tubo che porta l'acqua da Cingino al sottostante Lago di Campliccioli.
Entriamo raggiungendo dopo una quindicina di minuti, sulla sinistra (dopo circa tre ore dalla partenza), l'uscita intermedia della galleria (la "finestra" che già conosciamo, qui bisogna sempre ricordarsi di chiudere le porte, principalmente per impedire agli animali di entrare), e sbuchiamo sul soleggiato versante sud-est della Punta della Rossa di fronte al lariceto di Valaverta e Larciero, zone visitate nelle settimane precedenti; saliamo a monte del pendio raggiungendo a 2176 m. i ruderi delle costruzioni che furono utilizzati dagli operai ai tempi della costruzione della galleria all'interno della montagna, circa un secolo fa...
Qui, con qualche iniziale incertezza dovuta al precedente infruttuoso tentativo (peraltro in una giornata nebbiosa...), saliamo a monte dei ruderi per poi traversare sulla destra (est), un riferimento
può essere la zona "bagnata" che si incontra in seguito, si passa a monte del tratto potenzialmente scivoloso e poi continuando in leggera discesa verso il successivo piccolo costone, si arriva all'inizio di una evidente cengia (tracce di passaggio), e poi un rassicurante segno di vernice gialla conferma che siamo sul percorso giusto...
Un tratto in salita e poi continua il traverso sulla bella e variegata cengia erbosa, sulla destra in fondo al versante si
vedono i prati dell'Alpe della Locia da l'Agar (visitati in precedenza, durante una giornata nebbiosa... : Link), e si raggiunge un primo costone (mentre guardando all'indietro, il percorso appare più impegnativo rispetto alle impressioni provate durante il traverso...), guardando il tratto successivo si nota la cengia che continua più in basso, e per raggiungerla bisogna prima traversare un canalino sassoso con un poco di acqua (vedi foto da 26 a 29, canalino che, se asciutto, non presenta grosse difficoltà, occorre comunque passo fermo e sicuro...), poi alcuni tornanti portano a scendere per infine continuare il traverso.
Oltre la cengia il percorso diventa meno evidente (foto 34), ma senza particolari problemi si intuisce il percorso da seguire che porta alla sommità del caratteristico pendio (che abbiamo battezzato "pendio piccolo"... questo per distinguerlo da quello molto simile ma di dimensioni maggiori, con alla sommità la Croce della Garansla che avevamo salito due anni prima : Link), qui una doverosa pausa su questo panoramico sperone ammirando tra le altre cose, il dirimpettaio Pizzo del Ton visitato proprio la settimana prima : Link.
Riprendiamo il percorso salendo leggermente per poi traversare in un tratto all'ombra (terreno gelato in questa occasione...) esposto a nord tra gli arbusti, sul versante di fronte si vede la traccia che prosegue in discesa (foto 43 e 44), in seguito la vista si apre anche sui sottostanti laghi di Antrona e Campliccioli, verso quest'ultimo lago il versante sulla destra precipita piuttosto ripidamente; proseguendo e facendo attenzione agli invadenti arbusti raggiungiamo infine la tranquilla costa di Crestarossa a circa 2225 m. ( : gpx ) a monte delle costruzioni relative alla teleferica che si vedono più in basso. Per il traverso, calcolare circa 1 ora e mezza.
A questo punto visto che (stranamente rispetto al solito...), il giro è risultato abbastanza breve, decidiamo di estendere l'escursione con una visita a Camposecco (meritevole, vista anche la giornata limpida), scendiamo il versante raggiungendo il percorso segnalato che traversa l'ampio versante che scende tra la Punta della Rossa e la Punta di Saas, per poi salire piuttosto ripidamente al serbatoio del Lago di Camposecco 2325 m.
Una pausa ammirando la corona di cime che circonda il lago, la Punta Turiggia, le Coronette di Camposecco (traversate l'anno precedente : Link), e un tratto della lunga e accidentata Cresta di Saas con la cima omonima, poi iniziamo la discesa lungo il classico percorso segnalato (sentiero C34) che passa dall'Alpe Scarone 2031
m. passando più in basso dal sempre bel passaggio dello "scalone" che porta al pianoro dell'Alpe Banella 1807 m. dove il sole ormai non arrivava più.
Giunti nella zona dell'Alpe Curzut traversiamo brevemente sulla destra trovando anche il vecchio sentiero (ancora
visibile), che porta alla baita isolata vista durante la salita, baita meritevole di una visita per la presenza di un interessante abbaino (foto 80 e 82), abbaino che però si presenta piuttosto "pendente" e perciò destinato inesorabilmente a cadere...
Ripreso il sentiero ufficiale scendiamo a Campliccioli dove il sole del tramonto rendeva i colori del lago e quelli autunnali del bosco ancora più vivi e piacevoli, e infine torniamo a Ronco lungo il sentiero percorso in salita concludendo questa escursione da lungo tempo in programma, che possiamo certamente definire "soddisfacente"...
Tempo per questo giro, circa 9 ore incluse soste e divagazioni.
Ottobre 2021
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