Dopo le precedenti interessanti escursioni nelle zone di Pozzuoli Grande, Fàrmign, Maiotta e Turiggia, era rimasto ancora un piccolo territorio in Val Troncone, sul versante sud-est della Punta della Rossa dove sono presenti alcuni alpetti dimenticati, in particolare la Balma d'Angiol (toponimo presente solo sulla Mappa Rabbini), e la Locia da l'Agar, ma anche l'Alpe Sasso che, seppure facilmente accessibile, pare trascurata dagli escursionisti che salgono verso la zona del Cingino.
Una zona di cui era piuttosto difficile trovare informazioni, come già capitato per gli altri alpeggi "dimenticati", e per questo alla fine è stato necessario un primo giro "esplorativo" per cercare di comprendere la morfologia del territorio e studiare i possibili accessi; come già fatto per la zona di Maiotta inizialmente si cerca di seguire i vecchi sentieri riportati sulla mappa IGM, ma anche in questo caso la mappa appare non del tutto attendibile.
- Alpe Sasso e dintorni : (ottobre 2019)
Il programma di questa prima visita con Andrea, prevedeva in verità la salita alla zona Balma d'Angiol e alla Locia da l'Agar, ma non avendo trovato i passaggi per salire direttamente la bastionata rocciosa che sostiene i ripidi pendii degli alpetti, abbiamo "ripiegato" verso l'Alpe Sasso... in verità non si dovrebbe definire un ripiego, perchè il giro è stato comunque interessante avendo modo di osservare il territorio, raccogliendo così informazioni utili per le visite successive, e infine una giornata molto bella ha permesso di ammirare i larici della Val Troncone con i primi colori dell'autunno.
Dal Lago di Antrona saliamo a Campliccioli e proseguiamo per l'Alpe Granarioli continuando sul sentiero fino al canale del Riale di Loccia da l'Agar (Rivo Rossa sulla Rabbini), qui abbandoniamo il sentiero segnalato per salire in direzione della bastionata rocciosa dove cerchiamo un possibile "punto debole" in modo da poter salire, prima nella zona dove, secondo la IGM, passava un sentiero, ma c'era solo un canalino in parte bagnato poco invitante, e nessun segno di un possibile percorso (a parte uno stambecco che si era affacciato a guardarci dall'alto, ma loro non sono indicativi per un possibile passaggio, essendo molto più "alpinisti" rispetto a noi...).
Torniamo allora presso il canale dove sembravano esserci alcune cenge che potevano permettere il passaggio, e infatti lungo quella più bassa (foto 11), si vedeva un vecchio cordino metallico, però l'esposizione era eccessiva e abbiamo ripiegato...
Tornati al sentiero segnalato, lo seguiamo fino alla zona dell'Alpe Casa Ravera 1477 m. poi saliamo sulla destra (nord-ovest) per seguire il percorso del vecchio sentiero (IGM, di cui in verità non abbiamo trovato traccia, a parte qualche segno di passaggio degli animali) che traversa gradualmente in salita il versante, si traversano alcune giavine e si raggiunge una facile rampa (foto 21 e 23), che permette di accedere alla tranquilla zona dell'Alpe Sasso 1808 m.
Sul secondo pianoro si trova un enorme "sasso" che quasi certamente è l'origine del toponimo di questo panoramico alpeggio... alla spalle delle baite, in alto a 1941 m. si vede la costruzione della stazione intermedia della vecchia teleferica Cingino-Campliccioli, guardando invece verso nord (foto 40), si vede un bel pendio (una sorta di "pala"), che sale alla crestina della quota 2266 m. dove la IGM riporta una Croce (Croce che abbiamo effettivamente trovato in un giro successivo, vedi : questa pagina), si tratta della Croce della Garansla, il cui toponimo deriva dal riale omonimo che ha origine nel canale posto a fianco del pendio.
Dall'Alpe Sasso traversiamo verso nord nord-est, cercando le tracce del sentiero che proseguiva verso la zona dei due alpetti, Balma d'Angiol e Locia da l'Agar, una lieve traccia era visibile solo in un breve tratto inziale, poi scompariva nella bassa vegetazione, lungo il percorso troviamo a terra il cavo portante della vecchia teleferica; giungiamo fin quasi al canale del Riale della Garansla che è possibile traversare in questo punto (circa 1780 m. passaggio quasi obbligato...), non proseguiamo perchè ormai si era fatto tardi, ma l'importante era appunto constatare la possibilità di poter traversare...
Tornati all'Alpe Sasso continuiamo in piano verso sud-ovest raggiungendo il sentiero segnalato che scende dal Cingino (anche in questo tratto il vecchio sentiero è praticamente scomparso, ma non ci sono difficoltà, a parte la vegetazione invadente).
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- Balma d'Angiol e la Locia da l'Agar : (novembre 2019)
(Una visita più recente (nel 2022) in questa zona : Link)
Ritorno (con Andrea, Flavio e Paola) in Val Troncone in una giornata nebbiosa (a tratti anche piovosa...) per visitare i due alpetti, questa era anche l'ultima occasione per quest'anno, visto il
peggioramento del tempo e la neve prevista a quote relativamente basse; non era del tutto certo poter superare dal basso la bastionata rocciosa, visto che l'intenzione era di tentare la salita in un punto diverso rispetto ai tentativi precedenti, nella zona di Casaravera, dove le foto aeree sembravano mostrare un possibile percorso di salita.
In questa occasione andiamo prima ai ruderi "alti" dell'Alpe Casa Ravera, quelli sul dosso roccioso sopra il sentiero (vedi la mappa IGM), si sale a monte della balma (foto 11) e sul bordo del prato si vede un muretto di riferimento (foto 16) dove si trova una traccia, si sale il pendio verso la bastionata che in questo punto è possibile superare lungo il ripido pendio erboso e passando presso alcuni imponenti larici, più in alto si trova una discontinua
traccia di animali che aiuta ad aggirare e superare le balze presenti (questo è il punto migliore e meno impegnativo per salire, ed è strano che non sia riportato un sentiero sulle vecchie mappe).
Si sale e nel contempo si traversa verso destra (nord), bisogna tenere comunque sempre presente la carta IGM per orientarsi in direzione della Balma d'Angiol; lungo il percorso ritroviamo una ruota di un vecchio carrello della teleferica, poi seguendo la traccia di animali (e le impronte fresche della "guida locale" di foto 27), si giunge a un passaggio obbligato dove si trova un tratto di sentiero "costruito" (qui c'è anche un basamento della vecchia teleferica), che porta ai più tranquilli pendii superiori dove in questa occasione, la visibilità era veramente limitata.
Proseguendo la traversata in salita, si giunge a un piccolo rio e alla roccia che proteggeva la piccola costruzione della Balma d'Angiol 1727 m. salendo ancora si trovano un paio di giavine e una traccia di sentiero che traversa, e che seguiamo per un tratto; a causa della minima visibilità l'orientamento non è certo facile, ma avendo "studiato" a lungo questa zona (e sapendo che a monte si trova una grande parete rocciosa triangolare che termina alla quota 2266 m. della Croce : Link), alla fine arriviamo tranquillamente al passaggio, una sorta di cengia dove si trovano dei muretti, che permette di accedere ai prati dell'alpetto della Locia da l'Agar 1876 m. (Loccia dell'Agro sulla Rabbini), questa larga cengia "costruita" è la conferma che su questi pascoli venivano condotte anche le mucche; al rudere principale sono ancora presenti i travetti del tetto della baita, segno che doveva essere stata utilizzata probabilmente fino agli anni intorno al 1950, mentre gli animali certamente venivano su questi pascoli anche nei periodi successivi (fino a qui, dal Lago di Antrona, circa 3 ore).
Presso il rudere si nota un "buco" nell'erba... è l'ingresso ormai "mimetizzato" di una notevole balma, interessante per l'accuratezza della sua realizzazione, col
pavimento in piode e un muretto di sassi che fodera la parete ottenendo così un piccolo locale (raggio di circa due metri), quasi perfettamente circolare, nel muro è presente anche una sorta di "nicchia" costruita in modo da ricavare una mensola, in questi ambienti spesso costruiti in zone umide o anche sopra a un piccolo rio, venivano solitamente conservati i latticini.
Ritorno a Casa Ravera sempre nella nebbia, che comunque a tratti regala degli scorci molto suggestivi (alla fine, la montagna è bella quasi in ogni condizione meteorologica...), l'importante naturalmente è trovare il percorso giusto in modo da riuscire a tornare...
Senz'altro varrà la pena ritornare in una giornata di buona visibilità, anche solo per rendersi conto di dove siamo andati...
Difficoltà EE
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