Guardando sulle varie mappe la zona posta sul versante est della Punta della Rossa in Val Troncone, dove in basso sono presenti due alpetti "dimenticati", la Balma d'Angiol e la Locia da l'Agar (visitati in un giro successivo : Link), si nota che in alto la carta IGM riporta a 2176 m. dei ruderi senza nome, e le sempre utili foto aeree mostrano diversi ruderi di cui uno di grandi dimensioni, questo esclude la possibilità che si tratti di un alpeggio (anche se naturalmente si sono visitati alpetti posti in posizioni "estreme" come questo, ma le dimensioni in
questo caso, sono eccessive), perciò era chiaro che erano costruzioni legate ai lavori
per la realizzazione della galleria dove passa la condotta che dal bacino del Cingino traversa a Crestarossa, infatti in zona è presente la "finestra", una galleria laterale che permetteva di accedere alla principale dove passa il tubo.
(Sarebbe stato interessante riuscire ad avere qualche informazione sulle modalità di realizzazione della galleria, in particolare sulla ragione della presenza di questa apertura a circa metà della galleria, dove la stessa cambia direzione, forse gli scavi sono iniziati proprio da questo punto ?... ma non si è trovata alcuna notizia a riguardo).
Le vecchie foto aeree mostrano anche la presenza di un sentiero che giunge al canale che precede i ruderi traversando da una crestina dove la IGM riporta una Croce a 2266 m. si tratta della Croce della Garansla... (Croce in legno ancora presente e anche il sentierino è ancora evidente, essendo usato dagli animali); per arrivare alla Croce saliamo un bel pendio ripido, una sorta di "pala" che avevamo ammirato dall'Alpe Sasso durante il primo giro "esplorativo" in zona (Link).
Un giro molto interessante e panoramico in una splendida giornata dove si potevano ammirare i colori autunnali della Val Troncone...
Con Andrea partiamo come al solito dal Lago di Antrona e saliamo a Campliccioli seguendo poi il sentiero segnalato che, passando da Casaravera e Lombraoro inferiore, sale verso il Cingino, giunti all'Alpe Saler 1912 m. (Salere sulla Rabbini, il toponimo pare riferito al sale che veniva trasportato lungo questo percorso dal Passo di Saas, può essere che qui, su terreno relativamente comodo, venisse in qualche modo stoccato prima del successivo trasporto...); tornati in Valle Antrona dopo un periodo piovoso, troviamo molta acqua e terreno bagnato nel tratto fino a Lombraoro, ma salendo, il terreno era già asciutto e il giro si è svolto in una splendida giornata autunnale ammirando i tipici colori dei larici in questa stagione.
Dalla panoramica Alpe Saler traversiamo in piano verso nord-est raggiungendo le costruzioni (a 1941 m.) della vecchia teleferica Cingino-Campliccioli (durante le escursioni in zona abbiamo trovato altri "resti" di questa teleferica...), in questo punto, come riportato sulla IGM, la teleferica cambiava direzione.
Continuiamo a traversare in leggera salita seguendo il sentierino degli animali che porta al canale del Riale della Garansla (toponimo presente sulla Geo4Map), durante l'avvicinamento si ammirava sullo sfondo la bella e ripida "pala" erbosa da risalire; si arriva al canale per una sorta di cengia (passaggio obbligato), risaliamo per un tratto nel solco del rio (dove troviamo un corno di stambecco e qualche osso, anche a loro capita qualche incidente in montagna...), e traversiamo sul versante che risaliamo prima tra i rododendri e poi su erba, con percorso ripido e molto panoramico raggiungendo la crestina alla quota 2266 m. dove è riportata la Croce della Garansla, Croce che effettivamente troviamo anche se ormai adagiata a terra, una vecchia Croce di legno superstite testimone di un tempo ormai molto lontano...
Una breve pausa panoramica, doverosa vista la bella giornata autunnale, con vista sui laghi sottostanti e su Antronapiana, in basso la dorsalina dell'alpetto di Locia da l'Agar (che visiteremo in un giro successivo), e poi continuiamo lungo la traccia che traversa in discesa su terreno a tratti esposto, verso il canale del Riale di Loccia da l'Agar (Rivo della Rossa sulla Rabbini), aggirato un tratto franato si scende al canale e poi si passa sul versante opposto traversando su piodate in parte ricoperte di pietrisco dove occorre attenzione, la roccia era comunque fortunatamente asciutta.
Si giunge così ai ruderi quotati 2176 m. nella grossa costruzione più a monte si nota (foto 65) che doveva esserci anche una piccola stufa, più in basso resti di costruzioni con cemento e parti in ferro; dai ruderi inferiori scende un sentierino che porta alla "finestra", una galleria laterale che conduce a quella principale dove passa la condotta che, dal serbatoio di Cingino, traversa a Crestarossa e poi scende a Campliccioli.
Naturalmente (per sicurezza), è presente una porta tra questa galleria e la principale, che attualmente è chiusa solo con un chiavistello apribile anche dall'interno dove è affisso un avviso che invita a tenere chiusa la porta; in verità non era inizialmente previsto di tornare passando dalla galleria, si sapeva della presenza della "finestra" ma non esattamente dove fosse, e soprattutto se si potesse entrare (non è detto che in futuro la porta venga chiusa magari con un lucchetto...).
Entrati nella galleria, che è un percorso piuttosto frequentato dagli escursionisti, e che collega i due bacini di Camposecco e Cingino, traversiamo verso nord-est in direzione di Crestarossa (molta acqua nella galleria), usciti dalla galleria traversiamo alla panoramica teleferica di servizio e poi scendiamo lungo il sentiero segnalato che porta ai prati dell'Alpe Banella.
Giunti sulla dorsale dove il sentiero traversa sulla sinistra (nord-ovest), scendiamo invece con percorso libero tra la fitta bassa vegetazione per visitare l'Alpe Cravarossa ca. 1900 m. uno di quegli alpeggi situati a poca distanza dai sentieri segnalati e piuttosto frequentati, ma raramente visitati; traversiamo poi a Banella e ritorniamo lungo il sentiero segnalato che scende a Campliccioli.
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