Una piacevole, interessante (e anche impegnativa...) escursione in una delle zone più remote e "selvagge" della Valle Strona di Postua, la Valle del Molinaccio che scende dirupata e complicata, dai versanti nord del Monte Barone. (L'aggettivo "selvaggio" è spesso usato a sproposito in varie occasioni, anche se naturalmente è tutto relativo alle esperienze e capacità di chi lo usa, ma se c'è una occasione in cui è realmente adeguato e pertinente, è proprio questa...).
Si tratta di un giro "esplorativo" per il quale non serve dare molti dettagli, è una cosa adatta ai pochi appassionati di questi ambienti "selvatici" e il percorso da seguire è da valutare sul posto a seconda delle condizioni del terreno e delle
proprie capacità.
(Dopo una settimana, siamo ritornati in zona per una visita sul versante opposto della valle : Link).
(Dopo un anno da questa prima visita, siamo tornati per salire al Taulin e al Monte Barone : Link).
Con Andrea e Martino entriamo nella Valle Strona di Postua seguendo anche in questa occasione la variante di sentiero H20bis, percorso più vario e piacevole rispetto a quello che rimane sempre sulla sinistra idrografica del Torrente Strona, passiamo sul ponte dopo l'Aigra (ponte che al ritorno sarà "diverso" a causa della pianta caduta sullo stesso nel corso della giornata in cui il vento soffiava a tratti piuttosto intensamente...).
Raggiunta l'Alpe Gesiola (o Disiola) del Badina saliamo nei pressi del Rio Panin lungo il vecchio sentiero (ormai ben conosciuto e collaudato) che passa dai ruderi delle Case Vecchie, supera l'ingresso della valle che
sale a Cicognana (risalita in un giro precedente : Link), e giungiamo allo sbocco della valletta del Rio Siunal dove saliamo al tranquillo bosco che sul versante non lontano dal Rio Panin, si estende fino allo sbocco della Valle del Rio Molinaccio.
Oltrepassato il Rio Siunal una breve salita porta a un pianoro dove ci accoglie una bella e inaspettata sorpresa, il rudere di un piccolo alpetto di cui non eravamo a conoscenza... posto a 947 m. il piccolo rudere rettangolare mostra ancora l'apertura relativa alla porta di ingresso, e perciò era un vero e proprio alpetto che possiamo chiamare Alpe Siunal (in attesa di eventualmente riuscire a scoprire il vero toponimo, cosa che però appare piuttosto improbabile anche perchè le nostre fonti "locali" non erano a conoscenza della presenza di questo rudere...).
Saliamo sul versante boschivo per poi traversare verso ovest e troviamo due piazzole (probabilmente carbonere), nei pressi arriva un sentiero che avevamo già percorso per un tratto durante il giro a Canal Pian (Link) prima della salita sul versante di Pianaccia, attratti appunto dalla vista di questa traccia, e ora abbiamo compreso lo scopo di questo sentiero...).
Senza scendere al vicino Rio Molinaccio saliamo il versante boscoso fin verso una zona con rododendri e continuiamo in leggera salita entrando nella valle, proseguendo si arriva all'inizio della zona con erba secca (foto 27/28) dove si trova per un tratto una lieve traccia di sentiero; su questo versante esposto a nord e racchiuso dai contrafforti del soprastante Barone il sole arriva comunque per periodi inferiori rispetto al soleggiato versante opposto dove si riconoscono le zone percorse durante la visita alla dorsalina di Canal Pian.
Siamo sul fianco ovest di una crestina che dalla prima sommità del Troc passa poi dal piccolo pianoro del Taulin, e sale ripida e meno definita verso il soprastante Monte Barone, si tratta di uno dei percorsi descritti dal Ravelli per la salita al Barone, un itinerario "d'altri tempi"...
Traversiamo fino a una zona che si affaccia sul sottostante canale principale dove si uniscono i vari canalini che
scendono dai versanti, poi guardando a monte si vedeva un versante in buona parte erboso dove pareva di intuire una (breve) lieve traccia e allora saliamo per poi traversare non molto lontano dai versanti in buona parte rocciosi soprastanti, e intanto la vista si apre sulla cascata del Molinaccio che si trova di fronte, dove però l'acqua che scende è veramente scarsa, e si può solo immaginare come possa essere in presenza di molta acqua...
Saliamo ancora superando alcuni tratti franati e in seguito il terreno diventa più impegnativo; in questa occasione si può dire che erano presenti le migliori condizioni per visitare questo versante a lungo all'ombra, e cioè dopo un periodo di siccità (e anche la presenza del vento che
contribuiva ad asciugare...), altrimenti in condizioni diciamo "normali", con terreno bagnato oppure gelato, il percorso sarebbe ben più delicato.
Dopo esserci soffermati un'ultima volta ad ammirare questo fantastico e severo ambiente decidiamo di tornare scendendo con cautela il versante, e giunti in seguito alla base di un invitante canalino che scendeva dalla Bocchetta del Troc sulla crestina soprastante (raggiunta da Martino), decidiamo di provare a salire almeno per un tratto per dare una occhiata, il terreno era molto ripido ma anche qui l'ambiente era affascinante...
Tornati infine alla congiunzione del Rio Molinaccio col Rio Panin torniamo a valle seguendo inizialmente il bel sentiero che traversa e scende sul versante sinistro idrografico del Rio Panin, torniamo così alle Case Vecchie e a Gesiola del Badina, e lungo il sentiero per l'Aigra facciamo una breve deviazione scendendo al torrente per una nuova visita alla sempre bella Lamaccia.
Tornati al ponte prima dell'Aigra vediamo che a causa del forte vento un albero è caduto proprio sul ponte danneggiandone le sponde, a volte i pericoli sono presenti proprio nei luoghi più tranquilli, infatti ripassando dall'Alpe Archivoit vediamo che un'altra pianta caduta ha
danneggiato il tetto di una delle due baite...
Per questo giro, circa 9 ore.
Aprile 2022 - Percorso impegnativo
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