Dopo qualche tempo torniamo nell'impervia e affascinante zona della Valle del Rio Molinaccio per cercare di portare a termine un progetto da tempo in programma, e cioè la salita al Monte Barone per il suo versante nord lungo il percorso descritto dal Ravelli sul suo ben noto libro, una lunga salita avventurosa come si faceva nei tempi passati...
Oltre che raggiungere la frequentata cima è stato interessante e piacevole (e anche impegnativo...) tornare nella Valle del Molinaccio, una delle zone più suggestive e "selvagge" della Valle Strona di Postua (l'aggettivo "selvaggio" ormai viene usato sempre più spesso a sproposito in occasioni in cui non è proprio pertinente, ma in questo caso la definizione calza a pennello...); inoltre rimaneva da completare la salita alla crestina divisoria con la bella Valle del Siunal dove più a monte si trova l'ormai "famoso" Taulin (e la salita alla crestina si è rivelata proprio il tratto più impegnativo di questo soddisfacente giro...).
Con Andrea partiamo dall'usuale parcheggio poco dopo Roncole di Postua seguendo la nostra preferita variante di sentiero H20bis (un'altra piccola variante, possibile in caso di acqua bassa, permette di raggiungere Cravoso senza passare dal Ponte Rosso, vedi il guado di foto 2)
Oltre l'Aigra e raggiunta l'Alpe Gesiola (o Disiola) del Badina saliamo nei pressi del Rio Panin lungo il vecchio sentiero (ormai ben conosciuto e collaudato) che passa dai ruderi delle Case Vecchie, supera l'ingresso della valle che
sale a Cicognana (risalita in un giro precedente : Link), qui notiamo la differenza "stagionale" rispetto alla prima parte del percorso dove le fioriture e lo sviluppo della vegetazione
testimonia l'arrivo della primavera.. invece "girato l'angolo" ci si ritrova quasi in inverno con le piante in attesa delle temperature migliori per lo sviluppo (e che l'inverno non è ancora passato lo constateremo poi più in alto dove troveremo neve e ghiaccio...), e giungiamo allo sbocco della valletta del Rio Siunal dove saliamo al tranquillo bosco che sul versante non lontano dal Rio Panin, si estende fino allo sbocco della Valle del Rio Molinaccio.
Oltrepassato il Rio Siunal una breve salita porta a un pianoro dove ritroviamo il rudere a 947 m. traversiamo salendo leggermente sul versante boschivo lungo la destra idr. del Rio Panin raggiungendo il versante che scende al Rio Molinaccio, qui saliamo il pendio a monte fino a raggiungere la zona dei rododendri dove entriamo più alti nella Valle del Molinaccio seguendo vaghe tracce di animali, più avanti il bosco si dirada e la vista si apre sui sempre suggestivi e affascinanti versanti di questa zona, naturalmente si nota anche qui la minima (o nulla) quantità di acqua presente nei vari canali...
Continuiamo la salita sul versante destro idr. ricalcando più o meno il percorso seguito durante la prima visita "esplorativa" in questa zona ( : Link ) trovando per un buon tratto una saltuaria traccia di animali in parte nascosta dall'erba secca, con percorso sempre più panoramico oltre ai suggestivi versanti che si osservano guardando a monte, vediamo le zone visitate in precedenza, come la dorsalina di Canal Pian, la "piramide" del Molinaccio raggiunta durante la salita del Canal Ruinal ( : Link ), e a ritroso la bella Cresta di Celogn alla quale abbiamo dedicato le precedenti ultime uscite.
Superata una zona franosa cerchiamo il punto adatto per risalire il roccioso "salto" iniziale del versante dove il ghiaccio ancora presente ha reso più delicato l'avanzamento (da tenere presente anche la scarsa qualità della roccia), superato lo zoccolo iniziale si prosegue su un pendio ripido senza particolari difficoltà raggiungendo l'inizio dello stretto canalino in parte erboso notato sia dalle foto scattate verso questa zona durante le visite precedenti, ma anche per essere scesi dall'alto per un breve tratto, dopo aver raggiunto la cresta soprastante dal versante opposto nel giro della Valle del Siunal ( : Link ).
Saliamo nel canalino con qualche passaggio delicato per la presenza di tratti rocciosi con un poco di ghiaccio, come riferimento abbiamo il piccolo alberello quasi "sdraiato" visibile in alto, poco più in basso del quale si trova la possibilità di traversare sulla sinistra per poi continuare la salita su terreno sempre ripido ma più agevole, e in breve raggiungiamo la selletta a 1477 m. sulla crestina soprastante; fino a qui, circa 4 ore dalla partenza.
Dalla selletta risaliamo il versante verso la zona del Taulin da dove si può traversare lungo una traccia a tratti ancora visibile verso la zona di Cicognana, raggiunto il modesto falsopiano visitato durante la precedente visita in zona,
notiamo verso destra (ovest) un piccolo pianorino erboso a 1563 m. (foto 44), potrebbe essere proprio questo il "vero" Taulin...
Continuiamo la salita della cresta soprastante con tratti erbosi alternati a roccette, il percorso da seguire era stato individuato osservando (e fotografando, vedi a esempio la foto 7) il versante durante le visite precedenti in zona, e si vedeva che alla sinistra della prima cresta si trova un canale "cieco" poco definito, e ancora
più a sinistra un'altra cresta che sale a una anticima rocciosa, da
quest'ultima cresta si poteva forse traversare ancora a sinistra per poi salire infine sulla cresta principale, ed è questo a grandi linee, il percorso che abbiamo seguito.
Continuiamo la salita lungo la crestina a tratti piuttosto ripida, ma senza eccessive difficoltà, più in alto traversiamo sulla sinistra lungo un pendio erboso ripido che porta al centro del canale intermedio che superiamo seguendo una traccia di animali che passa sopra a un salto (foto 49) dove si notano dei candelotti di ghiaccio, raggiunta la neve saliamo il ripido versante opposto (naturalmente abbiamo messo i ramponi), che porta alla successiva crestina che risaliamo raggiungendo la base delle difficili rocce terminali (foto 57) dove troviamo la possibilità di continuare sulla sinistra lungo pendii senza neve per poi continuare il percorso verso la cresta principale.
Un ultimo tratto ripido e sbuchiamo finalmente sulla cresta che arrivando dalla Bocchetta di Canal Ruinal continua in direzione sud-est verso la cima del Barone che però è ancora lontana; intanto si vede che sulla cresta principale delle Alpi il meteo è pessimo (ma anche sulle cime più vicine si vede che è in peggioramento), con vari saliscendi e incontrando qualche tratto su neve, in una ventina di minuti raggiungiamo la sommità del Monte Barone 2044 m.
Una pausa su questa isolata cima (molto frequentata lungo la sua via normale, ma non in questa occasione visto che eravamo soli in vetta), mentre il meteo peggiora (a tratti scendeva del nevischio...), il panorama in queste condizioni era scarso, mentre si notava che
sulle zone vicine alla pianura (Borgosesia, Postua, ecc..) splendeva il sole; vista la temperature più che fresca non indugiamo oltre e scendiamo lungo il sentiero della via normale (n verità piuttosto accidentato e poco piacevole da percorrere), raggiungendo la Bocchetta di Ponasca dove si trova il bivio col sentiero H31 che inizialmente traversa verso la Bocchetta di Malanotte (e intanto iniziava a nevicare un poco più intensamente, ma alla fine è durato poco), un ultimo tratto su neve e raggiungiamo la costa che scende a monte dell'Alpe Farina.
Non raggiungiamo l'Alpe Farina, ma in questa occasione andiamo a ripercorrere il vecchio sentiero della "Strada Vicinale dell'Alpe Cicognana" che appunto ai tempi non passava da Farina ma saliva raggiungendo la cresta più in alto, guardando da lontano una traccia è ancora abbastanza visibile, ma una volta in loco diventa più incerta e la vegetazione ormai la sta sempre più nascondendo... valeva la pena percorrere almeno una volta
anche questo vecchio sentiero, ma naturalmente non si può dire che sia consigliabile, vista anche la presenza della "strada" che porta all'Alpe Farina posta più in basso.
Raggiunto il sentiero H31 lo seguiamo fino al bivio presso l'Alpe Buggie dove
continuiamo sulla sinistra seguendo la traccia del percorso H21 che scende passando da Faudel e Albarei e al caratteristico ponte che riporta alla sterrata verso Roncole di Postua concludendo questo lungo e "soddisfacente" giro...
Per questo giro, circa 10 ore.
Aprile 2023 - Percorso impegnativo
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