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Punta di Sella Boera e Punta delle Gule dalla Costa Portone...


 Alla cresta tra la Punta di Sella Boera e la Punta delle Gule dalla Costa Portone in Val Gavala...

 

 Isola di Vocca, Erta, Stalmezzo, Croso della Gavala, Vertighe, Alpe di Costa Portone, Costa Portone (Sass d'la Bova), Punta di Sella Boera, Punta delle Gule, Sella del Ghiaccio, quota 1709 m. (Punta del Ghiaccio), discesa alla dorsale dell'Ör Colin, Vertighe, Croso della Gavala, Isola.

   Varallo Sesia > Vocca > Isola.

 

 Dopo una prima visita nella zona dell'Ör Colin e della Costa Portone (visita condizionata dalle avverse condizioni meteorologiche), dove avevamo osservato la possibilità di salire alla cresta tra la Gavala e la Valmala da quel versante, ritorniamo in zona trovando (finalmente...), una giornata con condizioni meteo buone e gradevoli.

 Un altro obiettivo di questo giro era anche la ricerca dei possibili ruderi dei Teli di sotto e di sopra (Al Teili), ma di questi non abbiamo trovato traccia, e non era nemmeno chiaro se fossero degli alpetti o altro... da nuove informazioni avute poi successivamente al giro, si è avuta la conferma che i Teli erano le "poste" dei cacciatori, quasi certamente la selletta con il bossolo conficcato nella roccia, era Teli di sopra...

sulla cresta...

 La zona vicino alla cresta tra la Punta di Sella Boera e la Punta delle Gule (affascinante e suggestiva con le chiare pareti che sorreggono le dirupate creste, e le piccole, a volte inaccessibili, zone boscose), in particolare in N'tal Guli, era conosciuta dai cacciatori come il "Tempio del Gavala"... perchè i camosci la prediligevano e di conseguenza anche i cacciatori erano attirati da questi luoghi.

 

 Con Andrea, Dario e Fabrizio partiamo da Isola di Vocca seguendo inizialmente il percorso del precedente giro all'Ör Colin e alla Costa Portone (vedi questa pagina), giunti ai ruderi dell'Alpe di Costa Portone a circa 1300 m. (circa 2 ore e 45 minuti dalla partenza), saliamo in ordine sparso verso la soprastante sella della Costa Portone a circa 1370 m. dove si trova una delle "poste" frequentate dai cacciatori il "Sass d'la Bova" (sasso della vipera...), qui in verità sono presenti diverse grosse rocce, e non si è capito quale fosse quello della Bova...

 Salendo lungo la stretta e boscosa dorsalina (con bella vista verso nord sul suggestivo Becco della Finestra salito in un altro precedente giro : Link), ci si avvicina al punto in cui il versante si impenna e il percorso si fa più arduo anche per la maggior presenza di roccia (foto 18), in questa occasione aggiriamo il tratto iniziale piuttosto impegnativo con un giro sulla sinistra (sud), e continuiamo la salita cercando il percorso migliore.

 Si arriva così alla base di un tratto ripido ma abbastanza agevole (foto 22 e 23) salito il quale un altro risalto (foto 25) porta all'ultimo colletto della crestina (colletto al quale si può arrivare anche con un giro più largo sempre verso sinistra, e salendo infine il versante con vegetazione visibile nella foto 45, percorso seguito da Dario).

 Giunti sul panoramico ed aereo colletto troviamo la conferma che siamo sul percorso dei cacciatori... infatti nella fessura di una roccia troviamo inserita una delle caratteristiche cartucce "segnaletiche" già viste in precedenza in Gavala; guardando in alto verso ovest si vede il versante che sale alla Punta di Sella Boera, versante dove si individua una "striscia" di vegetazione che, anche se piuttosto ripida, permette di salire alla cresta senza particolari problemi, e giunti sulla cresta una ultima risalita sulla destra porta infine sulla cima della Punta di Sella Boera 1667 m. (Gulia Boera sulla Rabbini, dall'Alpe di Costa Portone, calcolare circa 1 ora e mezza).

sulla Punta di Sella Boera...

 Una breve pausa sulla sommità permette di ammirare in primo luogo naturalmente i dirimpettai Denti di Gavala (Link), ma anche la sottostante selletta dove si trova l'Alpe della Sella Boera (visitata in un bel giro "invernale" salendo dalla Valmala : Link), verso est la cresta della Massa e del Massale : Link, verso nord l'estesa e boscosa Valmala, ma verso sud attende la frastagliata, accidentata ma anche affascinante cresta da percorrere...

 La cresta alla fine non presenta particolari difficoltà (anche se in alcuni occasioni appare difficoltosa vista da lontano...), al massimo si trovano passaggi di II° o qualcosa in più se ci si impegna a seguire il filo... alcuni tratti si devono aggirare (tutti sul versante di Valmala, salvo in una occasione), in questi casi naturalmente si seguono le tracce degli animali che sono solitamente presenti.

 Dalla Punta di Sella Boera si scende prima alla Bassa della Gallinella (uno dei passaggi dei cacciatori), poi più avanti si passa dalla sommità senza nome a quota 1655 m. salendo poi alla Punta delle Gule 1690 m. (Punta delle Guglie sulla CNS), in questo tratto si trova una grossa Croce incisa nella roccia (queste Croci erano solitamente usate come "segnale" di confine, questo almeno in Ossola...); nel frattempo i due più baldanzosi compagni di viaggio, più in forma, si erano portati avanti e si vedevano ormai a malapena lontano, due minuscole figure già sulla quota 1709 m. (foto 55).

 E si arriva in vista dell'ultima sommità, per salire la quale però bisogna prima perdere ripidamente quota (sul versante Valmala) per raggiungere uno stretto intaglio a 1576 m. (Sella del Ghiaccio sulla Rabbini), da dove si riprende la salita (più agevole rispetto a quanto sembrava vista da lontano), che porta infine sul punto più elevato del giro a 1709 m. stranamente, proprio la cima più elevata di questo tratto di cresta (dove si trova anche un'altra Croce), non ha "ufficialmente" un nome sulle mappe moderne, mentre sulla Rabbini è nominata Punta del Ghiaccio...

Croce lungo la cresta...

 Verso sud la cresta continua verso i Denti di Valmala (ma non abbiamo tempo per questo oggi...), la seguiamo per un tratto fino ad una selletta erbosa dove sappiamo esserci una agevole possibilità di discesa (grazie ad : itinerAlp); intanto i due più veloci compagni hanno proseguito lungo la cresta verso la Bocchetta del Giac per cercare e seguire il sentiero riportato sulla CNS, sentiero che scende all'Ör Colin dove poi ci ricongiungeremo.

 Si scende in Gavala lungo l'inizialmente ripido canalino erboso e poi più in basso si traversa gradualmente verso sinistra (nord) verso la dorsale che scende all'Ör Colin, in questo modo si aggira il tratto iniziale e più impegnativo, della cresta che scende dalla quota 1709 m. (foto 62); la discesa non presenta problemi e più in basso (dove si trova anche una vaga traccia), si passa presso uno spartano ricovero a circa 1330 m. (foto 76 e 77), e infine si arriva al sempre suggestivo pianoro dell'Ör Colin 1219 m. (dalla selletta a qui, circa 1 ora; questo è anche il percorso più agevole per raggiungere la cresta dalla Val Gavala).

 Scendiamo a Vertighe (Vurtiga) lungo il sentiero seguito durante la precedente visita (vedi questa pagina); in questa zona, come capitato nella visita precedente, si possono ancora trovare delle piccole "testimonianze" della vita quotidiana di un tempo ormai lontano, qualche frammento di ceramica (resti di piatti o tazze), e anche "attrezzi" per il lavoro, come la bella Culiss arrugginita di foto 88... e infine, lungo il percorso seguito all'andata, ritorniamo ad Isola di Vocca.

 (Prima di scendere al guado sul Croso della Gavala facciamo una piccola deviazione sulla dorsalina soprastante per vedere i ruderi di una costruzione a circa 875 m. (foto 89), probabilmente non era un alpetto ma forse solo uno spartano ricovero per i boscaioli, comunque la modalità costruttiva fa capire che si tratta di un ricovero piuttosto "datato"... sarebbe interessante recuperare il nome di questo luogo ma credo non ci siano molte probabilità...).

 Tempo per questo giro, circa 10 ore. Percorso impegnativo, sulla cresta passaggi fino al II° grado in parte esposti.

   Settembre 2020.

verso la Punta delle Gule...
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sulla cresta...

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