Migiandone, Mulin dal Zors, Nivoia, Cruseta, Ita, Solivo, Fornale, Tàverna, Rio Blet, Casot dal Casciadur, Spighi, Auliga, Lanca, La Villa, Migiandone.
Ritorno sul versante di
Migiandone per cercare tracce del vecchio sentiero che collegava la zona dell'
Alpe Fornale col versante di
Tàverna; avevamo già tentato in precedenza (15 giorni prima) di salire a
Tàverna da
Fornale, ma oltre al fatto che eravamo nel pieno del periodo piovoso con acqua abbondante nei canali (ma anche altrove...), in quella occasione eravamo stati troppo "alti" e non era stato
possibile portare a termine l'escursione.
In questa occasione siamo in gradita compagnia di Livia e Gianni; Gianni è il figlio di Enrico Bessero Belti (Rico) nato nel 1921 e autore delle incisioni con le sue iniziali e la data
1934 che avevamo visto su una lastra di roccia all'
Alpe Fornale, alpeggio che è stato caricato dal nonno di Gianni fino al periodo della seconda guerra mondiale.
l'architrave di Nivoia...
Con Andrea, Gianni e Livia partiamo dalla zona dove si trova la pista di pattinaggio a
Migiandone nei pressi del
Rio Blet,
saliamo seguendo il solito percorso che passa dal
Mulin dal Zors e dagli edifici usati dai minatori risalenti al periodo in cui si estraeva il rame; raggiungiamo poi
Nivoia dove è d'obbligo dare una occhiata alla bella architrave in sasso che riporta la data
1745, in seguito si sale passando da
Cruseta e dall'
Alpe Ita arrivando alla baita panoramica di
Solivo (che ben si nota guardando dal fondovalle ossolano).
Per altri dettagli su questo e altri sentieri della zona (che in verità, tornando dopo qualche anno, abbiamo notato che sono diventati ancora meno evidenti...), vedi le precedenti escursioni sulla pagina della :
Bassa Ossola.
la parete di Sgraffignan...
Da
Solivo proseguiamo lungo quello che era il sentiero principale per
Fornale, la vecchia
stra di vacch che presenta alcuni tratti costruiti, ma ormai le condizioni in alcuni punti sono peggiorate, anche per il fatto che si traversano alcuni torrentelli, punti che richiederebbero una costante manutenzione, vedi a esempio il passaggio di foto
19, che dopo abbondanti piogge si presenta come si vede nelle due
immagini seguenti raccolte due settimane prima...
Lungo il percorso a tratti si vede il dirupato versante opposto dove, sopra le pareti, traversa il sentiero da
Spighi ad
Auliga (che percorreremo al ritorno), e veniamo a
sapere da Gianni che la suggestiva parete che avevamo sempre ammirato passando da queste parti veniva chiamata
Sgraffignan... (può essere che il
toponimo derivi dall'aspetto della parete, che appare in un certo senso "graffiato"
viste le sue numerose nervature...); questi toponimi di uso locale sono sempre interessanti e importanti da conoscere, essendo tramandati solo oralmente, se non si mettono per iscritto da qualche parte finirebbero per essere dimenticati...
all'Alpe Fornale...
Arriviamo così all'
Alpe Fornale dove avevamo notato 15 giorni prima che diverse piante in quella zona sono cadute, alcune anche sui ruderi di una baita, ma fortunatamente non hanno colpito i resti della casera davanti alla quale si trova la roccia con le incisioni eseguite dal papà di Gianni (che ritorna qui dopo alcuni decenni dall'ultima visita...).
Lasciamo l'Alpe Fornale proseguendo più o meno in piano lungo una traccia a tratti abbastanza evidente che supera il torrente che scende dalla zona del
Balum, in seguito si supera un primo canalino e poi raggiunta una dorsale si continua a traversare verso il successivo canale (foto
39) dove apparentemente non si notano tracce di passaggio, ma una volta sul
versante opposto una lieve traccia di animali invita a proseguire, troviamo anche una interessante e provvidenziale radice corrimano... foto
41.
Più avanti si giunge su una costa dove si trova un bosco di abeti, qui dopo qualche tentativo
infruttuoso decidiamo di salire il versante, ed ecco che si nota su un faggio una freccia rossa scolorita... questo, nonostante l'assenza di un sentiero, ci rassicura e proseguiamo la salita; in seguito
traversiamo sulla sinistra uscendo su una costa boscosa (foto
44) più "tranquilla" mentre si nota sul versante opposto della Valle del
Blet il rudere del
Casot dal Casciadur abbarbicato su una paretina di roccia, lì passeremo al ritorno.
corrimano lungo il percorso per Tàverna...
Traversiamo nel bosco per poi salire il successivo versante dove si inizia a trovare la neve, cercando di evitare le piodate iniziali dove si trova anche del ghiaccio;
proseguiamo salendo tra i cespugli e in seguito si ritrova la traccia del vecchio sentiero (capita sovente di ritrovare le tracce dei sentieri dimenticati proprio nelle vicinanze della meta prefissata...), e infine raggiungiamo i ruderi della solitaria e dimenticata
Alpe Tàverna a 1330 m. dove la neve risulta già più abbondante.
Non indugiamo troppo a
Tàverna anche perchè (almeno personalmente), il freddo inizia a farsi sentire, mentre durante tutta la salita si vedeva il versante opposto della bassa Ossola (i
Corni di Nibbio, il
Lesino e il
Proman) al sole, invece qui in inverno siamo sempre all'ombra... scendiamo il versante cercando il passaggio che permette di raggiungere la frana aggirata durante la precedente visita nel gennaio 2019 :
Link.
il versante di Tàverna...
Raggiunto il canale del
Rio Blet risaliamo lungo la frana superando l'ultimo grosso masso con una breve arrampicata (sarebbe più agevole salire dove scende l'acqua, ma i sassi erano coperti di ghiaccio...) e troviamo la traccia che permette di tornare traversando sulla destra idrografica della Valle del
Blet passando inizialmente dal panoramico
Casot dal Casciadur; traversando il versante si può ammirare, oltre alla zona traversata, anche la zona del
Balum e la Bocchetta omonima (che ad Anzola chiamano
Bocchetta dei Croos...), bocchetta traversata nel 2019 :
Link.
In seguito, passando sopra la caratteristica parete di
Sgraffignan raggiungiamo l'
Alpe Spighi e continuando arriviamo al tratto di sentiero su una cengia tra le piante di faggio, che risulta sempre piacevole e interessante... e dopo il panoramico poggio del
Mot dell'Auliga (foto
77) raggiungiamo l'
Alpe Auliga dove, durante una breve pausa, facciamo in tempo a godere dell'ultimo sole prima che scompaia nascosto dalla soprastante
Punta Fenore.
sulla cengia del bel sentiero per Auliga...
Per il ritorno a valle scendiamo lungo una traccia che traversa dai ruderi di
Auliga in direzione nord-est per poi scendere più direttamente verso la zona dei
Grund, le fasce rocciose che interrompono il versante, qui nel 2018 eravamo saliti direttamente per il
Pass del Vadet :
Link, questa volta seguiamo una lieve traccia a tratti
intermittente che con un relativamente lungo traverso in discesa permette comunque di superare i
Grund uscendo nel tranquillo bosco a valle di Grausteini, e arriviamo ai ruderi di
Lanca dove troviamo il sentiero percorso in passato e ben conosciuto da Livia.
Dopo la doverosa e breve deviazione per la panoramica
Cappella della
Lanca scendiamo a
La Villa per poi raggiungere la
mulattiera della Via Crucis che riporta a
Migiandone concludendo questa interessante escursione in piacevole compagnia.
Per questo giro, circa 8 ore.
Novembre 2023 - Difficoltà
EE
immagini ↑→
il prato sospeso di Auliga...
vista sui Corni di Nibbio al sole...