Per questo giro si può partire dalla Chiesa Parrocchiale di Sant'Ambrogio (come fatto in una visita precedente alle opere della Linea Cadorna, vedi questa pagina), in questa occasione con Andrea, entriamo in paese a Migiandone costeggiando il Rio del Boecch (rio del buco...), fino al termine della stradina dove prosegue un sentiero non segnalato che risale sempre vicino al torrente, poi si giunge al ponte in cemento che lo supera e in seguito inizia la sempre bella mulattiera
militare ancora in ottime condizioni che sale a tornanti nel bosco.
Si vedono sulla destra i ruderi dell'Alpe Crus dal Runc, poi portandosi sul costone del Mot di Foi sopra la Valle del Rio Blet si trovano alcune interessanti trincee, in seguito si giunge a circa 580 m. alle baite del Bufferun (Bufferone), fino a qui, poco più di 1 ora.
Dal Bufferun saliamo con percorso libero il costone raggiungendo dopo una decina di minuti il pianoro di Cinambodo ca. 660 m. (chiamata anche Alp dal Tesci, seguendo la consuetudine usata nella zona di Migiandone di dare all'alpe il nome di chi la caricava...), dove troviamo due architravi in sasso con incisioni e una particolare costruzione circolare, per la quale non si sa quale sia stata la ragione di questa originale soluzione costruttiva... alla fine, Cinambodo si è rivelato l'alpeggio più interessante di questo giro (naturalmente anche La Villa è sempre degna di nota...).
Il suffisso bodo o boda nei toponimi derivati dagli antichi nomi Walser, indica la presenza di un pianoro, solitamente prativo...
Da Cinambodo saliamo con percorso libero il versante, naturalmente cercando eventuali tracce di sentiero, ma non si sono trovate evidenze di vecchi sentieri, più in alto, ben rappresentata sulla mappe, si trova una lunga fascia rocciosa che bisogna superare per accedere ai pianori superiori, fascia rocciosa chiamata Grund... (in altre zone è invece nominata al femminile, la Grunda... come a esempio la Grunda del Fiurenz sopra l'Alpe Basciot di Premosello); si incontra prima una fascia rocciosa intermedia
che si aggira sulla destra (ovest) e poi si raggiunge la base della fascia rocciosa più importante, qui si trovano tracce di passaggio e anche tagli che si seguono traversando sempre verso ovest.
Il percorso non presenta problemi di orientamento e raggiunge a ca. 900 m. un passaggio obbligato (foto 21 e 22) che supera un canalino sotto una parete strapiombante (tratto che ci ha ricordato il passaggio del Balm Lovig in : questo giro), questo dovrebbe essere il Pass del Vadet poi si prosegue entrando sul versante della valle del Rio Blet e si raggiunge un "bivio", a destra una traccia scende (probabilmente un percorso degli animali), proseguiamo invece sulla sinistra lungo una traccia che con bel percorso sale lungo l'unico "punto debole" di questo tratto della fascia rocciosa.
Più in alto si incrocia una buona traccia trasversale (tagli), che si segue verso ovest lungo una cengia che porta sul pianoro del Mot dall'Auliga dove si trova l'omonima Alpe Auliga ca. 1045 m. posta sopra una alta parete rocciosa strapiombante (cosa di cui ci si renderà conto in seguito...), fino a qui, da Migiandone, circa 3 ore; visitando gli esposti pascoli di Auliga troviamo un buon sentiero che traversa il versante sempre verso ovest, che naturalmente seguiamo visto che la direzione è quella giusta per andare verso l'Alpe Spighi...
Il sentiero raggiunge poi un bel punto panoramico sul Valon da Migiandon (e qui ci si rende
conto che ci si trova su una alta parete a picco sul canale...), si scende per una larga cengia per poi superare un paio di canalini (in questa occasione con
acqua, visto il periodo piovoso), quindi si risale il versante raggiungendo i ruderi dell'Alpe Spighi a ca. 1150 m. (Andata e ritorno, da Auliga a Spighi, circa 45 minuti).
Ritornati ad Auliga seguiamo verso est il sentiero trasversale raggiunto in salita uscendo sulla mulattiera militare (poco prima, si trova un bivio), saliamo brevemente sulla mulattiera per vedere l'Alpe Pacusbodo (o Pacusboda) 1078 m. poi torniamo al bivio incontrato in precedenza e seguiamo la larga traccia che traversa verso est raggiungendo l'Alpe Brumbodo (o Barumboda, Jerchi sulla Rabbini...) 975 m. (questo alpeggio si trova in territorio di Ornavasso, ma era di proprietà di gente di Migiandone...).
Da Brumbodo scendiamo (con percorso libero...) fino a incrociare una stradina che traversa verso ovest e che seguiamo per raggiungere l'Alpe Grausteini (Graustaine sulla Rabbini), 875 m. posta su un bel poggio panoramico (in basso si vede Zevi), in particolare verso i dirimpettai Corni di Nibbio...
Riprendendo la discesa si passa da Solitudine 870 m. più in basso si trova Magigè con una prima baita ristrutturata a ca. 780 m. e più in basso nel bosco ci sono altre costruzioni; in seguito si traversa a Zevi 707 m. (Sichsi sulla IGM...) dove i cartelli indicano la discesa verso Migiandone lungo un sentiero che in verità non è molto evidente...
Si passa dai numerosi ruderi di Lanca 605 m. (qui erano presenti ben 13 costruzioni), poi in basso si giunge a La Villa 382 m. l'antico Dorf dei "Todeschi di Misendone" il nucleo abitato primitivo della colonizzazione Walser, qui si trova la più antica Cappella del territorio, la Cappella ad Vila del XVI secolo e restaurata nel 2003; La Villa è un luogo sempre piacevole da visitare...
Scendendo ancora si passa dall'Alpe Campaccio (Campagro sulla Rabbini) 290 m. e seguendo la stradina si arriva al Santuario della Madonna di Oropa di Migiandone, infine, lungo la Via Crucis, si ritorna in paese.
Tempo per questo giro, circa 8 ore incluse le divagazioni.
Novembre 2018 - Difficoltà EE
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