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Dai Cantinitt a Ca' Togn per la Valle dell'Inferno...


  Megolo di Fondo - Albarè - Pianale - Rivo Valletta della Colla - Cola d'Benin - Rivo dei Togni - Ca' Togn - Rivo dei Mot Bianchis - Balm Lovig - Anzola - Megolo di Fondo.

 Ritorno nella zona della piccola e appartata Valle dell'Inferno, questa volta per l'ultimo alpetto che ancora mancava da visitare, Ca' Togn, segnato ma non nominate sulle mappe e posto su un dosso pianeggiante sopra ai caratteristici salti rocciosi di questo versante.

 Osservando la morfologia della montagna, in particolare dal versante opposto, si intuisce che le maggiori difficoltà si incontreranno durante il percorso di discesa da Ca' Togn verso Anzola, un traverso lungo una serie di passaggi obbligati su cenge, dove fortunatamente il vecchio sentiero (non segnato sulle mappe), è in gran parte ancora presente (anche perchè è certamente seguito anche dagli animali); uno dei sentieri più interessanti e spettacolari di questa zona...

 Un giro che si è svolto sempre all'ombra (in inverno, il sole non arriva più su questo versante), ma è anche la stagione migliore per trovare le tracce dei vecchi sentieri, naturalmente è preferibile andarci in assenza di ghiaccio; la mancanza della luce favorevole, e la presenza della vegetazione, ha fatto si che le fotografie raccolte non riescano a rappresentare al meglio questo giro su aeree cenge...
Ca' Togn...
Ca' Togn...
 Da segnalare che due sentieri rappresentati sulla CNS del 1963 (che naturalmente per quanto riguarda il territorio Italiano, riporta quanto rappresentato dalle mappe Italiane...), non sono rappresentati correttamente; quello che dall'Alpe Pianale sale alla Cola d'Benin (non arriva alla Cola d'Benin da sud, bensì dalla direzione opposta), e quello che traversa verso Ca' Togn a una quota più bassa della Cola d'Benin, qui è invece corretta la vecchia edizione della carta IGM dove si vede il sentiero che traversa qualche decina di metri più in alto della Cola d'Benin.

 Lungo il percorso, a partire dalla zona del Rivo dei Togni, si trovano anche segni di taglio col falcetto che sono utili nei tratti dove il sentiero non è evidente, tagli che non si devono perdere, altrimenti è improbabile che si riesca a scendere se si lascia il sentiero.

 Con Andrea partiamo da Megolo di Fondo, entrando in paese verso la zona dei caratteristici Cantinitt vecchie osterie e costruzioni dove conservavano il vino...

la cengia del Balm Lovig...


 Si segue la stradina sterrata e poi un sentiero che traversa verso est in direzione del Rio Inferno, si sale sulla destra (ovest) seguendo il sentierino contrassegnato da vernice rossa e usato per la manutenzione dei tralicci dell'alta tensione presenti su questo versante, presso un primo traliccio il sentiero cambia direzione e prosegue, meno evidente, verso il Rio Inferno; avvicinandosi al canale, non bisogna seguire la traccia più evidente che continua a traversare in quella direzione, ma si deve salire a fianco della parete rocciosa sulla destra (lieve traccia di sentiero), poi continuando su terreno più facile si arriva al pianoro di Albarè ca. 630 m. grosso nucleo di baite dove è presente anche una Cappella (la Cappella della Madonna della Salet, rivolta a monte).

 Da Albarè si continua lungo il sentiero che traversa verso la Valle dell'Inferno, in questa occasione il torrente è asciutto e anche l'acqua che scende nelle vicinanze dell'Alpe Pianale ca 650 m. è poca (durante la precedente visita, scendeva una bella cascata...); si scende per una ventina di metri tra i massi e si trovano alcuni ometti che portano al sentiero che risale il versante opposto e poi scende lungo una bella cengia verso il canale del Rivo Valletta della Colla.

 Il sentiero prosegue diventando poco evidente e raggiunge la dorsale della Cola d'Benin, la si risale giungendo all'alpeggio a 843 m. poi dalle baite della Cola d'Benin si traversa verso est in leggera salita (guardando in basso, verso la dorsale di Ca' Togn, si vedono due grossi massi di roccia chiara che si raggiungeranno), e si trovano i primi segni sui tronchi (scortecciature), poi il sentiero diventa evidente (muretti) e si traversa il Rivo dei Togni a ca. 870 m. proprio nella zona dove il terreno è più favorevole.

 Raggiunta la dorsale la si segue in discesa tenendosi più o meno sul colmo, si trova un bel tratto gradinato, e poi anche una sorgente (preziosa, trovandosi su una dorsale), e si arriva al pianoro quota 690 m. (quota riportata sulla carta IGM), dove si trova una stazione di rinvio della teleferica che arrivava dalla dirimpettaia Cola d'Benin; scendendo sulla destra si arriva al pianoro (al riparo di una parete rocciosa), di Ca' Togn ca. 670 m. alpetto composto da ben sei ruderi quasi tutti ormai azzerati.

 Ca' Togn, negli ultimi anni di frequentazione, è stato utilizzato quale punto di appoggio per il taglio della legna, dalla stessa famiglia che caricava la Cola d'Benin (informazioni raccolta al ritorno ad Anzola, dove per alcuni abitanti del luogo, la memoria di questi luoghi impervi e scomodi, è ancora viva...), ma certamente, visto anche il numero di rustici presenti, in tempi precedenti a Ca' Togn portavano le capre.

 Dai ruderi di Ca' Togn si traversa verso est, all'inizio la traccia non è evidente, poi la si ritrova (e si ritrovano anche i tagli), che portano a scendere per traversare il Rivo dei Mot Bianchis a ca. 620 m. (il toponimo potrebbe derivare dalle rocce chiare che si vedono in alto guardando dal canale, foto 48), si continua la traversata su cenge esposte e si trovano anche una vecchia ponteggia e una sorta di corrimano, si scende così alla bella cengia del Balm Lovig scavata nella montagna che porta alla successiva dorsale.

 Si continua la discesa seguendo sempre i tagli traversando poi in direzione di Anzola, dopo un traliccio dell'alta tensione a ca. 450 m. si traversa la testata di un profondo canale e si arriva su terreno più facile dove si trovano varie tracce e anche segni di vernice di vario colore... seguiamo quelli blu che portano a traversare sotto un pendio terrazzato e recintato e si esce su una stradina che scende verso il Rio di Anzola incrociando il percorso segnalato che porta al Cippo, si passa poi presso le costruzioni del vecchio mulino.

 Si ritorna verso Megolo di Fondo traversando sulla piana ghiacciata dove la galaverna costruisce i suoi ricami...

 Tempo per il giro descritto, circa 6 ore.

 Percorso impegnativo - Novembre 2017

immagini ↑→  




la cengia del Balm Lovig...

sulla cengia...

ai Cantinitt...
ai Cantinitt...

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