Ritorno nella sempre interessante e affascinante Valbella per salire al tratto più impegnativo della cresta divisoria con la Val Sabbiola che dal Sasso Alto e la Cima di Locce prosegue verso la rinomata Razzarola, cresta che osservata durante le visite precedenti in zona, sembrava non percorribile integralmente (almeno per le nostre capacità...), in particolare per la presenza del versante roccioso che da una bocchetta che appariva facilmente raggiungibile dalla Val Sabbiola, sale al caratteristico "Testone" della Balma Rossa (toponimo riportato sulla Carta degli Stati Sardi, mentre il Ravelli scrive Preia Rossa, un toponimo usato anche dalla gente del posto e perciò risulta quello più pertinente) sul quale avevamo notato un tranquillo e invitante pendio che sale alla sommità, dove la neve rimane più a lungo e sulla quale si notavano le tracce del passaggio dei camosci.
Con Andrea partiamo da Valbella superiore, località diventata familiare dove siamo partiti ormai diverse volte verso percorsi "avventurosi" e molto "soddisfacenti"... per il tratto iniziale fino all'Alpe Sarvei saliamo lungo il percorso effettuato lo scorso gennaio durante il giro a Sasso Cassina e la Razzarola : Link.
Per un giro come questo è naturalmente consigliabile osservare preventivamente i versanti della cresta (in particolare quello più "complicato" della Valbella)
per cercare di capire il possibile percorso di salita (che non è proprio facile da descrivere, per l'assenza di sentieri e la presenza di varie crestine e nervature che salgono dal fondo della Valbella... salita che è preferibile fare dalla Valbella nel caso si voglia fare la traversata, visto che il versante della Val Sabbiola è più "tranquillo" e apparentemente più semplice).
Seguendo il percorso del sentiero 580 che inizialmente presenta due guadi del torrente, dopo il secondo guado si continua per un tratto lungo il sentiero segnalato e poi lo si abbandona per salire direttamente il canale del Cros Grand. Salendo nel canale o nei suoi pressi si lascia sulla sinistra il solco del Rio di Sass Cassina e proseguiamo nel canale di destra arrivando al grosso masso di foto 7 dove saliamo il versante sulla sinistra raggiungendo la traccia del vecchio sentiero (si vede anche un muretto, unico manufatto trovato in questo tratto), si continua la salita passando presso un grosso Agrifoglio, poi traversando un canalino laterale e si arriva ai ruderi dell'Alpe Sarvei 1213 m. (dalla partenza, circa 1 ora).
(Da segnalare che ripassando per l'ennesima volta sul sentiero inziale 580 che entra in Valbella, come accaduto nella precedente visita, anche in questo caso abbiamo trovato qualcosa di nuovo... un'altra incisione - 1891 - lungo il sentiero presso La Rivaccia...).
Dai ruderi di Sarvei saliamo traversando sulla destra nella faggeta iniziale raggiungendo una prima nervatura rocciosa che saliamo per un tratto (foto 17/19) e si inizia a vedere in alto sulla cresta, la zona del "testone" da raggiungere, ma ci sono altri due canali da traversare; continuando la salita e traversando nel contempo sempre un poco verso destra (est), ogni tanto lo sguardo era attirato dal suggestivo panorama alle nostre spalle, in particolare sulla sottostante Valbella dove
si riconoscevano le zone e i luoghi più suggestivi che avevamo visitato durante le passate escursioni...
Passiamo presso un sorta di balma (foto 25 e 26) e in
seguito l'ambiente si apre rendendo più chiaro il percorso da seguire, in ogni caso si punta alla base del blocco roccioso del testone soprastante, sulla sinistra una parete rocciosa con alla base dei ripidi prati frequentati dai camosci porta verso la cresta, e sembra esserci un'altra possibile via per arrivare
alla cresta a nord del testone, ma più in alto si vede che la via è sbarrata da un salto di roccia. poggiamo quindi sulla destra e superata un'ultima nervatura saliamo vicino al versante roccioso dove traversiamo sulla destra su terreno esposto che richiede attenzione e si esce poco più in alto della selletta 1581 m. dove un più agevole canale scende in Val Sabbiola.
(Fino a qui dalla partenza, circa 2 ore e mezza).
Dalla selletta la salita diretta al testone appare impossibile (almeno per noi...), saliamo quindi la crestina affilata verso sud che presentava tratti gelati, fino alla sommità 1607 m. dove si vede verso sud la Cima di Locce raggiunta in un giro precedente e in mezzo, più in basso, il tratto più impegnativo ed esposto della crestina che potrebbe anche essere percorribile...
Una "meritata" piccola pausa su questa remota e panoramica sommità e a questo punto vale senz'altro la pena proseguire almeno fino alla cima sud della Razzarola (alla fine questo è stato il tratto più panoramico e suggestivo del percorso, grazie anche alla presenza della neve che in queste occasioni è un "valore aggiunto"...); seguiamo le tracce dei camosci sulla neve e poi una traccia che porta a un ultimo colletto sulla destra da dove poi si sale direttamente sulla sommità dove si può ammirare verso sud le bella cresta visitata.
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Dalla cima sud della Razzarola seguiamo per un breve tratto il sentiero per il Colmetto di Cevia per abbandonarlo scendendo con percorso libero verso la (ben visibile) sottostante Alpe Striengo 1413 m. con i ruderi delle sue grandi costruzioni di roccia chiara, qui traversa il sentiero 564 dal Colmetto di Cevia alla Sella dell'Oca; inizialmente il sentiero è poco evidente (viste le felci presenti, in estate la traccia credo che sia praticamente invisibile), bisogna cercare i segni di vernice, comunque più avanti il sentiero diventa evidente.
Con qualche saliscendi si traversa il versante (vari dentro/fuori), il percorso è interessante, occorre attenzione in caso di neve e/o ghiaccio, appare però poco frequentato... sono presenti tre ponticelli in ferro per passare più agevolmente dei canalini, e salendo nella faggeta finale si arriva alla Sella dell'Oca 1374 m. (da Striengo a qui, circa 40 minuti); lasciamo il sentiero segnalato per proseguire lungo la traccia sulla destra che traversa verso il canalino del Rio Saccora (percorso che avevamo già seguito in un giro precedente), dopo il canalino la traccia diventa poco evidente, ma è quasi sempre presente e conduce alla cresta presso la Sella del Tosgu (sella del Tossico, riferito all'Aconito napello), poco più in basso sul versante di Valbella, i ruderi dell'Alpe Scarpia.
Scendiamo direttamente con percorso libero senza sentiero, il ripido versante poggiando un poco sulla sinistra raggiungendo più in basso la zona dove il canale pianeggia, senza raggiungerlo traversiamo sulla sinistra passando poi la verticale della cresta ovest del Sasso Negro (a Valbella lo chiamano il Dente), traversando in leggera salita si arriva a un caratteristico faggio (foto 40) oltre il quale si trova una giavina, e più a monte sulla destra si vedono dei ruderi, si tratta dell'Alpe Sconone 1230 m. un alpeggio misconosciuto, nonostante la vicinanza con Valbella superiore e il terreno agevole che permette di raggiungerlo dal basso; la zona circostante è tranquilla e piacevole, si notano anche resti dei vecchi terrazzamenti.
Da Sconone scendiamo il piacevole versante (tracce di sentiero) e più in basso si vedono anche vecchi segni di vernice rossa ormai sbiaditi, raggiungiamo la zona dove eravamo passati in un altro precedente giro verso i Frugaroi, e infine si incrocia il sentiero segnalato 581 che riporta velocemente a Valbella superiore concludendo questo ennesimo interessante giro in Valbella.
Per questo giro, circa 8 ore.
Febbraio 2023 - Percorso impegnativo.
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