Dopo qualche tempo ritorniamo nella sempre affascinante e stimolante Valbella, per una escursione da tempo in programma verso due alpetti che avevamo visto solo da lontano, Sarvei e Sasso Cassina, e la salita del versante sud-ovest della cima della Razzarola, montagna che si presenta piuttosto imponente se vista dal versante della Valbella...
Con Andrea partiamo da Valbella superiore seguendo il percorso del sentiero 580 che inizialmente presenta due guadi del torrente (in questa occasione notiamo che l'acqua è presente in maggiore quantità rispetto alle visite precedenti, certamente a causa delle temperature elevate che fanno sciogliere la neve in alto) dopo il secondo guado si continua per un tratto lungo il sentiero segnalato e poi lo si abbandona per salire direttamente il canale del Cros Grand (senza cercare l'inizio del vecchio sentiero, perchè da informazioni avute sembra fosse praticamente scomparso già da qualche decennio).
Salendo nel canale o nei suoi pressi si lascia sulla sinistra il solco del Rio di Sass Cassina e proseguiamo nel canale di destra
arrivando al grosso masso di foto 5 dove saliamo il versante sulla sinistra raggiungendo la traccia del vecchio sentiero (si vede anche un muretto, unico manufatto trovato in questo tratto), si continua la salita traversando un canalino laterale e si arriva ai ruderi dell'Alpe Sarvei 1213 m. (dalla partenza, circa 1 ora); dai ruderi continuiamo in discesa ritornando al canalino precedente e traversiamo verso la crestina rocciosa che separa la zona di Sarvei da quella di Sasso Cassina, raggiungendo una selletta che sembra essere l'unica possibilità per traversare.
Dalla selletta 1175 m. scendiamo e traversiamo il versante (non abbiamo trovato tracce evidenti della presenza di un vecchio sentiero) ci dirigiamo verso l'evidente selletta boscosa (già individuata durante un precedente giro), risaliamo e si arriva ai ruderi dell'Alpe Sasso Cassina 1160 m. dove erano presenti almeno tre costruzioni, qui saliamo al vicino sperone da dove si ha una buona visione panoramica delle zone circostanti, in particolare (foto 26) il versante da risalire verso le fasce rocciose che dovremo superare.
Proseguiamo la salita lungo la dorsale boscosa, più in alto si passa su una giavina (qui, guardando in alto nel cielo, si vedeva una coppia di probabili aquile che volavano in cerchio...) e raggiungiamo così la grande parete della Piova nominata dal Ravelli riguardo un percorso che da Sasso Cassina saliva e traversava sul fianco della Razzarola verso il Colmetto di Cevia); andiamo verso la parete e la costeggiamo salendo sulla sinistra fino a una selletta dove ci si affaccia sul versante nord (dove naturalmente troviamo anche la neve, siamo pur sempre in inverno nonostante le temperature miti), qui saliamo tra la vegetazione la crestina fino a sbucare di nuovo al sole raggiungendo il tratto forse più interessante del percorso dove si traversa lungo una cengia erbosa posta sotta un'altra parete rocciosa, un traverso esposto, ma le condizioni del terreno erano buone.
Arriviamo a un versante roccioso (foto 50) che sembra sbarrare la strada (qui si potrebbe comunque salire direttamente arrampicando sulle roccette), fortunatamente troviamo una sorta di placca rocciosa (foto 49) esposta che permette di continuare la traversata, un breve tratto in discesa e troviamo ancora un altro ostacolo, una lunga fascia rocciosa che bisogna superare, vediamo un paio di possibilità per sormontarla e alla fine saliamo lungo una breve cengetta rocciosa che porta ai più tranquilli pendii superiori.
Raggiungiamo sulla sinistra la crestina in parte innevata che sale verso la cima, mentre il panorama si apre sempre più sulle montagne circostanti (oltre alla cresta che dal Castello prosegue verso la Cima di Rondo, spicca naturalmente il dirimpettaio Monte Capio, la cresta divisoria con la Valle Strona e le affascinanti crestine della sottostante Valbella), mentre notiamo che sulle lontane pianure persistono le nebbie incontrate la mattina presto sulle strade che portavano in Val Mastallone.
Salendo aggiriamo sempre sulla destra l'ultima paretina rocciosa, in questo tratto vediamo sulla destra un nutrito gruppo di camosci (almeno una ventina) che alla spicciolata scendono in Valbella dalla cresta soprastante... e si arriva infine sulla sommità della Razzarola (o Rusarola) 1714 m. da dove proseguiamo, prima di scendere, alla vicina cima sud (dove si trova una Croce), vale sempre la pena venire qui anche solo per la suggestiva vista sulla sottostante cresta che scende verso la Cima di Locce...).
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