Dopo una settimana (Link), ritorniamo sul versante di Pozzuoli Grande (Putsey Grànt), per cercare di "completare" la visita di questa zona; durante il giro precedente era in programma, per il ritorno, la traversata del versante a sud della cresta del Segnale, lungo il percorso che era utilizzato in tempi remoti per giungere al fornale di Pozzuoli Grande; si arrivava al fornale entrando dall'alto, visto che la grande frana del 1642 aveva reso praticamente impossibile salire direttamente dal basso (e probabilmente anche prima, se mai fosse stato presente un sentiero, non doveva essere certamente agevole...).
La visita, la "riscoperta" di Pozzuoli Grande è stata indubbiamente una delle escursioni più significative fatte negli ultimi anni, ed era doveroso tornare per renderla appunto più "completa"...
Con Andrea partiamo da Cheggio lungo il solito sentiero sulla destra
orografica del Bacino dei Cavalli, sentiero che, al primo bivio, lasciamo per salire al Colle della Forcola 1920 m. (qui si può arrivare naturalmente anche salendo da Antronapiana, vedi : questo giro); abbiamo deciso per questo giro proprio all'ultimo momento, arrivati all'ingresso di Antronapiana, salendo in Valle Antrona la vista della nebbia presente alle quote intermedie non era incoraggiante (si rischiava di ritrovare le stesse condizioni della settimana precedente), ma alla fine è stata la scelta giusta (grazie ad Andrea, più "ottimista"), visto che le nebbie sono rimaste in buona parte al di sotto della quota del nostro percorso...
Come nella precedente visita per la salita alla cima de Il Segnale (vedi : questa pagina), seguiamo la lieve traccia del vecchio sentiero che sale il versante sopra l'Alpe Forcola superiore nei pressi della Sistèrna (gli invasi per la raccolta dell'acqua presso il colle); diversamente dal precedente giro, dove abbiamo raggiunto in seguito la cresta, in questa occasione cerchiamo di seguire il percorso del vecchio sentiero che a tratti è ancora visibile (sono presenti anche alcuni grossi ometti che aiutano per l'orientamento, in particolare lungo l'ampio versante erboso successivo).
(La mappa IGM riporta questo sentiero, però facendolo proseguire verso la cresta alla quota 2337 m. cresta che poi prosegue al nodo orografico 2476 m. ma un sentiero verso questa cresta non
avrebbe avuto alcun senso, invece è molto probabile che questo sentiero (che in realtà traversa il versante), fosse proprio il percorso "normale" di accesso alla zona di Pozzuoli Grande
Si traversa verso l'ultimo boschetto (tra gli alberi la traccia è ben evidente), e all'uscita ci si affaccia sul vasto versante da risalire in traversata (foto 7, in alto, lontano si vede la cengia finale), si traversa in salita cercando di localizzare gli ometti presenti, comunque a tratti la vecchia traccia è ancora abbastanza visibile sul pendio erboso (in questa occasione, come capitato ormai diverse volte quest'anno, l'erba era molto bagnata e dopo poche decine di metri eravamo già fradici...).
Dopo un tratto relativamente lungo, e in questa occasione molto "scenografico" per la presenza del tipico "mare" di nebbia alle quote più basse, salendo con pendenza regolare, giungiamo alle prime "nervature" rocciose, e qui bisogna essere certi di essere sul percorso giusto, altrimenti le difficolta possono aumentare notevolmente (come in effetti è capitato all'andata per un tratto....).
Il riferimento più importante è il "monolito" di foto 66 e 67 che all'andata abbiamo appunto "mancato" traversando un poco più a valle (in questa zona gli ometti non erano più presenti), attirati dall'invitante traverso visibile nella foto 30 che però ci ha condotti a una risalita molto ripida ed esposta, ci ha ingannati anche la visione di quello che sembrava un muretto (vedi foto 33), però un manufatto in quel punto non aveva molto senso...
(In questa zona abbiamo anche il piacevole incontro con un'aquila, che credo sia la stessa già vista in precedenti occasioni, che velocemente e maestosamente è salita dalla nebbie sottostanti, per poi continuare verso la cresta del Segnale...).
Alla fine, giunti su una panoramica crestina intermedia (quella del "muretto"), siamo in vista della cengia già notata la settimana prima, e che non abbiamo seguito a causa della scarsa visibilità, raggiunta le cengia la si risale verso ovest fino alla selletta (a circa 2450 m.) che già conoscevamo, e dalla quale si può ammirare il vasto fornale di Pozzuoli Grande (Putsey Grànt), non scendiamo a rivedere i ruderi anche perchè, come la settimana precedente, ormai sono già immersi nella nebbia....
Una breve pausa in questo luogo solitario e panoramico (suggestivi la cresta e il versante che sale dalla zona di Fàrmign...), ritorniamo cercando questa volta di seguire il percorso "giusto" (al ritorno è più facile capire quali sono i passaggi corretti...); il primo tratto in particolare è molto interessante, una bella cengia che con saliscendi traversa il dirupato versante (in almeno un paio di tratti sembra di vedere dei resti di gradini, ma non è certo, anche perchè in queste zone si notano spesso rocce a "gradoni" molto regolari...), il percorso è evidente e intuitivo e si arriva in vista del masso di riferimento "mancato"
all'andata...
Usciti dal versante in parte roccioso, non rimane che traversare lungamente in discesa i ripidi prati ritornando al boschetto iniziale e alla Forcola, da dove si scende a Cheggio.
Tempo per questo giro, circa 7 ore e mezza.
Settembre 2019 - Percorso impegnativo.
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