Ritorno in Val Formazza per una escursione in zone già visitate in passato, l'interesse personale in questa occasione è dovuto alla "scoperta" di un percorso che sale dal Vallone di Nefelgiù lungo le "cenge scavate" (informazione avuta grazie a una relazione su Wikiloc : Link); probabilmente è comunque un percorso relativamente noto ai frequentatori della Val Formazza...
Con Andrea partiamo da Morasco (parcheggio oltre l'area camper, costo giornaliero 5 euro con pagamento alla macchinetta, bancomat o monete); dal parcheggio seguiamo la stradina
che sale al Rifugio Bim e poi continua (scorciatoie) salendo al muraglione della diga del Lago di Morasco 1815 m. dove proseguiamo lungo il sentiero del girolago sulla destra idrografica fino a una panchina dove (cartelli indicatori), sale sulla sinistra un buon sentiero che conduce alla stradina che entra nel piacevole Vallone di Nefelgiù.
Superata l'Alpe Nefelgiù 2048 m. il sentiero prosegue nei prati fioriti passando sulla sinistra idrografica del torrente e giunti alla zona in cui il versante sulla destra si presenta meno ripido, lasciamo il percorso segnalato per salire con percorso libero traversando verso la zona da raggiungere, vedi foto 12, superato un primo canalino si continua lungo il ripido prato che porta al più marcato canale successivo (canale che è utilizzato per l'acceso invernale dagli sciatori), traversato il quale la ben visibile traccia prosegue sulla sinistra salendo poi alle "cenge scavate" che con un percorso a tornanti permettono di superare in relativa sicurezza la parete rocciosa.
Sopra il passaggio delle cenge continuiamo la salita prima sui prati e poi lungo una sorta di costone poco accennato che porta verso le morene superiori, e si notano alcuni manufatti relativi a opere idrauliche, e questo fa capire la ragione della presenza delle cenge attrezzate percorso più in basso, raggiunto il bordo della morena ci affacciamo sulla solitaria conca dove ai tempi era presente il piccolo Ghiacciaio di Ban, qui si trova il Lago di Ban orientale ancora in buona parte coperto dalla neve in questa occasione.
Non scendiamo verso il bordo del lago ma traversiamo alti cercando di non perdere molta quota, bisogna salire il versante sulla sinistra verso la selletta (non visibile dal basso, ma la si intuisce), della Porta del Ghiacciaio di Ban che si trova sulla sinistra del crestone della Punta del Ghiacciaio di Ban che vediamo di fronte, saliamo sulla neve che è in discrete condizioni (messi i ramponi...), e usciamo in cresta alla Porta del Ghiacciaio di Ban 2880 m. dove lo sguardo è attirato dalla sempre bella visione dei sottostanti Laghi Sruer e Vannino (visione che ci accompagnerà per buona parte del percorso seguente).
Dalla Porta di Ban lasciamo a est la Punta dei Camosci per proseguire verso ovest salendo la cresta della Punta del Ghiacciaio di Ban, la salita non presenta particolari difficoltà e poco dopo appare l'Arbola che naturalmente è la montagna che domina la scena in questa zona, troviamo più in alto un tratto con neve che rende più "fotogenico" il percorso, e scavalcata l'anticima ecco che appare la tondeggiante sommità della Punta del Ghiacciaio di Ban 2975 m.
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Una breve pausa sulla cima della Punta del Ghiacciaio di Ban
ammirando il panorama circostante (tra le cime più vicine spicca il Corno di Ban che supera di poco i 3000 m.) e scendiamo verso ovest seguendo il sentierino della via usuale di salita a questa montagna (dal versante sulla destra -nord- arriva il percorso segnalato G37 delle Guglie Bianche, percorso tempo fa : Link, versante che in questa occasione appare quasi completamente coperto dalla neve, che se in buone condizioni, è preferibile alle giavine presenti in estate inoltrata); in seguito si riprende la salita lungo la cresta sud del Pizzo del Costone per poi ridiscendere sul versante opposto sempre verso ovest arrivando infine nella zona delle ormai ben note "Guglie Bianche del Lebendun" dove si possono ammirare alcune interessanti formazioni rocciose.
Andiamo naturalmente a vedere da vicino le Guglie che anche in questa occasione, circondate in parte dalla neve, mantengono il loro fascino (intorno si nota una finissima sabbia chiara, è quello in cui si trasformeranno in un lontano futuro le Guglie...), saliamo alla Croce soprastante per poi continuare la traversata su terreno accidentato verso la prossima meta, la dirimpettaia Punta Lebendun.
Il percorso segnalato G37 prosegue traversando sul fianco della Lebendun (fianco ben innevato in questa occasione), ma naturalmente è più interessante scavalcare la cima e saliamo lungo la piacevole cresta nord-est su grossi blocchi di roccia e alcuni tratti sulla neve, e siamo sulla Punta Lebendun 2935 m. anche qui una breve pausa ammirando il panorama mentre la giornata si mantiene ottima come visibilità (sulla cima si trova anche una roccia con incisa una piccola Croce), di fronte si notava una cordata in salita sul Ghiacciaio Lebendun della Punta d'Arbola (personalmente l'ultima visita a quella montagna è stata nel 2008 salendo dal Devero : Link, e sempre in tema di ricordi ho recuperato una foto di oltre trent'anni fa scattata sulla Punta Lebendun dopo una salita notturna, avendo avuto la pensata, ai tempi, di salire qui per aspettare l'alba... si vede anche la zona delle Guglie Bianche quando ancora non avevano un nome, l'operazione di "marketing" per quella zona è avvenuta in tempi recenti).
Scendiamo dalla Punta Lebendun lungo la cresta sud-ovest (qualche ometto) fino a una selletta a circa 2900 m. (pausa pranzo), poco prima, guardando in basso sul versante sopra il Lago Sruer (foto 33), avevamo visto la possibilità di scendere direttamente, e così facciamo... in verità il versante è risultato più ripido rispetto a come sembrava e in ogni caso occorre attenzione in discesa, arriviamo comunque ai nevai e al sentiero che scende nei pressi del lago, molto piacevole questa zona, con una fioritura notevole...
Seguiamo per un tratto il sentiero e superiamo il rio che scende dai versanti della Porta di Ban, poi lasciamo il percorso segnalato per salire l'erboso versante (una scorciatoia per cercare di evitare parte del dislivello da superare per raggiungere il Passo di Nefelgiù...), saliamo fino a un colletto da cui ci si affaccia sul vallone che sale al passo, qui continuiamo a traversare in salita, sempre cercando di non perdere quota, seguendo tracce intermittenti per arrivare infine al sentiero ufficiale G97 che in breve ci conduce al Passo di Nefelgiù 2583 m.
Dal Passo di Nefelgiù scendiamo nel vallone omonimo con percorso abbastanza comodo per la presenza di un lungo nevaio che ci riporta nella zona in cui lo avevamo lasciato in mattinata deviando per il percorso delle cenge, e infine torniamo al parcheggio di Morasco lungo il percorso seguita all'andata.
Per questo giro, circa 9 ore e mezza incluse soste e divagazioni.
Luglio 2024 - Difficoltà EE
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