Nella rinomata Val Formazza sono presenti alcune zone veramente poco considerate, di poco discoste dai percorsi più frequentati come a esempio la zona di Ban con le sue varie cime che presentano appunto il suffisso Ban... in questo caso anche per il fatto che la qualità della roccia è obiettivamente scarsa se non pessima, infatti sono maggiormente visitate nella stagione invernale dagli scialpinisti in cerca di itinerari "di nicchia".
In questa occasione uniamo un percorso di traversata dal versante Sabbione a quello del Vallone di Ban con la salita alla montagna più accessibile (e perciò adatta alle nostre non eccelse capacità arrampicatorie...) del gruppo, la cima sud dei Gemelli di Ban.
Personalmente, in questa occasione era di particolare interesse la visita della conca sospesa del Vallone di Ban, che si vede parzialmente guardando in alto verso ovest dalla zona di Morasco, a questo proposito un interessante articolo pubblicato sulla Rivista del CAI nel 1921 che racconta di una escursione "esplorativa" fatta da Angelo Calegari con suo fratello Romano, la sorella Carla, e Francesco Cortese si può leggere su questo : file PDF.
Con Andrea, dopo una settimana dalla precedente visita in zona ( : Link), torniamo a Morasco in una giornata che si preannuncia ben diversa con nuvolosità e nebbie vaganti, ma che alla fine si è rivelata ugualmente piacevole e soddisfacente...
Saliamo verso il Lago del Sabbione lungo il classico e molto trafficato sentiero G39, raggiungiamo il Rifugio Somma Lombardo presso il quale (cartello) inizia l'ormai noto percorso per le Guglie Bianche del Lebendun che seguiamo fin nella zona del Lago di Ban occidentale che però non raggiungiamo, appena possibile e cercando di non perdere troppo quota, saliamo in direzione dell'accidentata cresta delle cime di Ban puntando al Passo centrale di Ban, situato nei pressi della cresta sud del Gemello nord.
Saliamo rimanendo sulla lingua di neve (foto 18) che sale verso la cresta, anche se non è proprio in condizioni ottimali, più in alto comunque le neve termina e bisogna continuare su terriccio e sfasciumi in parte mobili, l'uscita sulla cresta non la si vede dal basso, salendo si poggia sulla sinistra e dopo un tratto in parte
su roccette (foto 25) ecco che appare la selletta del Passo centrale di Ban 2880 m.
Dal passo ci affacciamo sulla Valletta centrale di Ban e sulla sinistra vediamo il percorso che porta alla Bocchetta interna dove andremo al ritorno dalla visita al Gemello sud; tra il
Passo centrale e il Gemello sud sono presenti tre arditi spuntoni che aggiriamo scendendo per un breve tratto sul versante est per poi riprendere la salita lungo il ripido nevaio che porta in cresta non molto lontano dalla sommità, lasciata la neve saliamo lungo il ripido versante allietato da varie fioriture cercando il percorso migliore che porta sull'arrotondata cima sud (ometto) dei Gemelli di Ban 2946 m.
Una pausa panoramica su questa solitaria sommità ammirando le zone circostanti (mentre le montagne più lontane non erano visibili causa le nebbie vaganti), verso sud l'accidentata cresta della Sega di Ban che poi prosegue verso la facile Punta del Ghiacciaio di Ban salita una settimana prima, più in basso la bella conca del Lago di Ban orientale, in direzione opposta si nota in secondo piana la cima più elevata della zona, il Corno di Ban che supera di poco i 3000 m.
Torniamo verso il Passo centrale per poi salire traversando il versante e giungendo in breve alla Bocchetta interna di Ban che permette il collegamento com l'isolato Vallone omonimo, da qui il massiccio Corno di Ban appare più imponente, e sulla sinistra si vede il più modesto Pizzo del Vallone.
Il versante che scende nel Vallone di Ban appare ripido e infido a causa del terreno instabile, e anche per la mancanza di neve... anche questa bocchetta è forse più "agibile" nella stagione invernale, in questo caso per maggiore sicurezza e profittando di un grosso masso, usiamo la corda (due corde giuntate che alla fine sono risultate corte...), scendendo con la dovuta attenzione raggiungendo i comodi nevai inferiori mentre le nebbie risalgono impedendo parzialmente in seguito di apprezzare come si deve questo vallone; scendiamo senza difficoltà grazie alla neve presente, e sul pianoro successivo troviamo un interessante e grande "fungo"... preceduto da altri più piccoli a conferma che dalla vicina cresta che scende alla Punta di Morasco la caduta sassi di varie dimensioni è la norma...
Continuando la discesa dopo un tratto più ripido arriviamo a un altro pianoro nei pressi dell'inizio della grande frana di roccia chiara che si vede da lontano guardando verso il Vallone di Ban (vedi la foto in fondo a questa pagina), qui
continuiamo nella nebbia poggiando un poco sulla destra alla ricerca di qualche ometto (di cui sappiamo l'esistenza), che conduca al sentiero riportato anche sulla Mappa Catastale, e alla fine una provvidenziale schiarita oltre a permetterci di ammirare il bel panorama sopra il Lago di Morasco, aiuta a individuare gli ometti e l'inizio del ben visibile sentiero (chiamato "Sentiero del Diavolo").
AGGIORNAMENTO : ritornati in zona dopo qualche tempo, abbiamo completato il percorso del Sentiero del Diavolo che sale all'inizio della cresta est della Punta di Morasco e poi traversa alto sul versante di Nefelgiù : Link.
Con piacevole percorso panoramico sui prati fioriti traversiamo il versante scendendo con numerosi tornanti lungo l'evidente traccia, il percorso non presenta difficoltà con terreno in buone condizioni (se vogliamo trovare un "pericolo", in questa occasione bisognava stare attenti ai buchi delle tane delle marmotte, perchè sembra che preferiscano farle proprio quasi sul sentiero...).
E infine scendiamo sui prati dell'Alpe Nefelgiù (sempre ammirando le notevoli fioriture che in verità distraggono e prendono tempo, ma ne vale sempre la pena...), seguendo il più possibile il percorso riportato sulla Catastale, vediamo che il sentiero non traversava verso l'alpe ma scendeva direttamente verso il Rio del Nefelgiù, oltre il quale notiamo una traccia che traversa sulla
sponda opposta a una quota inferiore rispetto alla stradina, e torniamo al parcheggio concludendo questa interessante escursione.
Per il giro, circa 9 ore incluse soste e divagazioni.
Difficoltà EE/F - Luglio 2024
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