Ritorno sul versante sinistro idrografico della Valle Antigorio per la visita a due alpeggi poco conosciuti e visitati, Il Cugnò e Il Court di Martinitt.
Sulle mappe, Il Cugnò è riportato ma senza nome, mentre Il Court di Martinitt è nominato La Corte, ma in Antigorio è conosciuto come il Court di Martinitt, dal cognome della famiglia che probabilmente è stata l'ultima a utilizzarlo in passato.
- Il sentiero di carico del Court di Martinitt...
Avendo percorso alla fine i quattro sentieri che un tempo raggiungevano l'alpeggio più "importante" di questa zona (vedi i percorsi che salivano dalla zona di Case Cini : Link1 e Link2), rimaneva da capire quale fosse il sentiero di carico del Court di Martinitt, percorso che doveva essere adatto al transito delle mucche viste che è certo che ai tempi venivano condotte su questi impervi versanti, e oltre alle informazioni raccolte, la conferma di questo si può avere anche osservando l'interno della stalla dell'alpe...
Considerando il tipo di terreno lungo la parte iniziale dei tre sentieri che salivano più a nord, dove la roccia presente rende difficoltoso il procedere delle mucche, si può concludere che questi erano i classici sentieri "a pedui", e tenendo anche conto che certamente ai tempi le condizioni dei sentieri erano nettamente migliori, sembra logico che il sentiero di carico fosse quello percorso in questa occasione che sale da Passo, infine a ulteriore conferma bisogna considerare che la famiglia proprietaria dell'alpe era di Cadarese, e non parrebbe logico che dovessero partire da Case Cini per raggiungere il loro alpeggio...
Con l'arrivo del freddo, poco dopo un periodo di piogge cadute poche settimane prima, forse non era proprio il periodo più adatto per visitare questa zona (vista la presenza del ghiaccio che, come previsto abbiamo trovato), ma per me questi erano gli ultimi alpeggi rimasti da visitare su questo impegnativo e "selvatico" versante, e ci tenevo a vederli
finché era possibile...
Come per altri giri in queste zone, vedi la visita ad Alpaia (link) e all'Alpe Leur (link), sono percorsi adatti e interessanti solo per i pochi escursionisti che riescono ad apprezzare giri in questi ambienti "scomodi"...
NOTA : la quota riportata del Court di Martinitt 1479 m. sulle mappe recenti è errata... solo sulla vecchia Carta
Siegfried è riportata una quota più verosimile : 1531 m. (misurata ca. 1550 m.).
Inoltre, anche i sentieri di questa zona riportati sulle mappe, in buona parte non corrispondono alla realtà...
Con Andrea partiamo da Passo 787 m. parcheggio dopo il villaggio dove si parte per salire a Salecchio, ma la nostra meta è sul versante opposto.
All'inizio si segue il sentiero segnalato (cartello e segni di vernice) per l'Alpe Groppo, giunti nella zona di L'Assina (Nessina) 1166 m. il sentiero segnalato traversa verso il canale del Rio Pe di Pilone, traversiamo invece sulla sinistra verso le baite de L'Assina (chiamata anche Nessina o Nascina).
Da L'Assina si traversa in leggera salita verso nord superando un primo canale, poi portandosi verso le rocce soprastanti si trova l'inizio del vecchio sentiero [foto 3]; superato il tratto roccioso, in verità poi la traccia del sentiero in pratica scompare, ma non ci sono particolari problemi di orientamento; sulla destra sale un canale poco pronunciato (in realtà è un ripido pendio con alcune giavine instabili) che sale trasversalmente verso nord-est (la cartina lo riporta correttamente).
Sulla sinistra del canale sale invece una dorsale boscosa con alcuni salti di roccia sopra ai quali si trovano dei bei pianori, all'inizio si trova il basamento di un vecchio ricovero a ca. 1300 m. [foto 5], poi traversando sulla sinistra verso il primo pianoro si trova, a ca. 1400 m. inaspettato, un baitello solitario...
Proseguendo la salita sul fianco della giavina, troviamo anche uno stambecco morto da diverso tempo (è la prima volta che mi capita di trovare uno stambecco morto, per i camosci invece è più frequente, ma anche agli stambecchi, pur con la loro maggiore agilità e confidenza nel percorrere ambienti impegnativi come questo, possono capitare incidenti...).
Giunti non lontano dall'apice del canale, sulla sinistra si giunge al bel poggio de Il Cugnò 1548 m. la baita non è in buone condizioni, il tetto è ormai sfondato; vicino si trova quella che doveva essere la stalla, di cui sono rimasti solo i muri perimetrali.
Dal Cugnò si sale ancora il pendio soprastante per circa 40 metri (qui si può intravedere, tra gli alberi, il poggio del Court di Martinitt), e poi inizia la traversata che, con qualche saliscendi, porta verso il Court di Martinitt; la traccia è tutto sommato ancora evidente, si passa anche da un tratto dove sono rimasti alcuni scalini [foto 26], si traversa rimanendo sotto la parete rocciosa e lungo il percorso si trova anche un altro rudere ormai azzerato [foto 28].
In seguito si superano i due canali che si vedono sulla mappa, il primo è il Rio di Leur che si presentava ben ghiacciato, ma il passaggio non è stato difficoltoso, più delicato quello successivo, dovendo traversare su terreno ripido che, sotto l'erba, era gelato; poi si ritrova una buona traccia di sentiero che in breve porta al poggio del Court di Martinitt ca 1550 m. (Da qualcuno è anche chiamato Court di Martinett...).
Posto in bella posizione panoramica verso il versante opposto della Valle Antigorio, di fronte al Pizzo Pojala e al versante di Salecchio che, rispetto a qui, è proprio un altro mondo...
Le due baite sono ancora in discrete condizioni, probabilmente sono state usate in un passato non lontano dai cacciatori; su una architrave riciclata a
mo' di tavolo, si legge la data 1888, un'altra data è presente sull'architrave della baita a due piani; sul piccolo fazzoletto prativo (posto sopra un salto di roccia), si trova una roccia con inciso un cruciforme.
In questa occasione abbiamo proseguito ancora verso nord, dopo la carbonera della foto 44 segue un tratto "scomodo" tra massi e rododendri, poi giunti a una piazzola sorretta da un grosso muro, si ritrova una lieve traccia che traversa entrando nella valle con qualche tratto in salita (si trovano anche radi segni di vernice blu, in realtà il percorso "giusto" dove si trova a tratti una traccia, traversa più in basso... poco dopo l'alpe, si trova un bivio e bisogna seguire appunto la traccia in basso sulla sinistra).
Si entra nel canale del Rio Scheggianotta (Songiamotta sulle vecchie mappe), il canale è ben più ampio di quello che immaginavo, nella parte alta si vedono tre canali secondari che confluiscono (in realtà ce ne sono altri...); molto bello questo ambiente con le colate di ghiaccio (ghiaccio presente anche sul versante che abbiamo traversato), e le prime slavine della neve caduta dai ripidi versanti; in queste condizioni la traversata verso la zona di Alpaia non era certamente possibile... ci sono poi ritornato due anni dopo in una stagione più favorevole, traversando dalla Pioda di sotto, vedi questa pagina.
Ritornati al Court di Martinitt, scendiamo a valle lungo il percorso di salita, percorso allietato dal sole che finalmente illuminava (e un poco riscaldava), questi versanti...
Il passaggio della foto 3 seguito all'andata, in realtà non è "obbligato"; in discesa, prima di raggiungerlo, abbiamo traversato sulla sinistra (sud) per poi scendere direttamente alle baite di L'Assina (Nascina).
Immagini del 17 dicembre 2016
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