Con Andrea torniamo (dopo un paio di settimane dalla precedente vista : Link) sulla Cresta di Celogn per salire le due cime più rappresentative di questa lunga e accidentata cresta che sale dalla zona di Cassiogn, la Cima di Celogn che è anche il nodo orografico, e la Cima della Carega (e nel corso dell'avvicinamento saliamo anche il piccolo Dente della Garavanna che alla fine è risultata la cima più impegnativa...).
Riguardo ai toponimi, la Garavanna è l'accidentato vallone compreso tra il tratto iniziale della cresta che sale da Cassiogn fino al nodo orografico, e la crestina che sale al Dente della Garavanna; i toponimi utilizzati per le cime sono derivati, secondo logica, dai nomi usati da alcuni cacciatori che frequentano questi luoghi remoti, questo in assenza di toponimi riportati dalle mappe o usati dalla gente della Valle di Postua...
Partiamo dal parcheggio dopo Roncole di Postua seguendo il sentiero H20 (con la variante H20bis) fino all'inizio del traverso dei prati dell'Alpe Prejogn ora in gran parte imboscati o invasi dalle felci, e saliamo con percorso libero la dorsale che separa il versante della Garavanna con quello risalito durante la visita
precedente verso la cima del Cugnolaccio (Link), si sale senza particolari difficoltà su erba e alcuni tratti rocciosi (la roccia diventerà gradualmente preponderante man mano che si guadagna quota).
Il percorso è piuttosto panoramico, sia verso l'aspro vallone della Garavanna e la cresta che sale da Cassiogn (dove in alto notiamo lo scuro e stretto canalino dove eravamo scesi dopo la visita all'Alpe e la salita di un tratto di cresta : Link) ma anche, guardando a ritroso, verso l'affascinante versante nord del Barone con le vallette di Cicognana, del Siunal e del Molinaccio che abbiamo visitato durante alcune escursioni che sono risultate tra le più interessanti e "soddisfacenti" fatte nella Valle Strona di Postua...
Avvicinandoci al culmine della crestina, iniziano le vere difficoltà, lo sperone roccioso del Dente della Garavanna (toponimo da noi usato in assenza di altre denominazioni) si presenta piuttosto difficile (almeno per noi), troviamo sulla destra una cengetta molto esposta che porta a un versante più "agibile" ma comunque delicato (alla fine questo è stato forse il tratto più impegnativo di questo giro), e dopo un tratto sulla tormentata e aerea crestina finale siamo sulla cima del Dente della Garavanna 1591 m. di fronte di vede la cima successiva, il nodo orografico della Cima di Celogn e si nota un pendio erboso che porta a un colletto sulla destra, questo sembrava essere la via di salita più logica (non si sapeva però cosa avremmo trovato in seguito).
Dal dente scendiamo lungo il versante ovest su terreno ripido ma agevole e in breve si arriva alla bocchetta sottostante 1568 m. dove scende il canale della Garavanna; saliamo il pendio prima individuato raggiungendo il colletto da cui la vista si apre sul versante opposto, verso la cresta dei Denti di Valmala - Castello di Gavala, sulla sinistra continuiamo verso le rocce dove una traccia di animali aiuta per l'orientamento (una traccia del genere è naturalmente di buon auspicio per l'idea di raggiungere la sommità).
Dopo una prima anticima segue una crestina rocciosa che porta a quella che potrebbe essere il punto più alto di questo lungo crestone, anche se più avanti si trova un'altra cima più o meno alla stessa quota, in ogni caso siamo sulla Cima di Celogn 1661/1662 m. dove si può ammirare un grandioso panorama... siamo forse nel punto migliore al centro della Valle Strona di Postua (tra l'altro anche in una splendida e limpida giornata); un panorama circolare dal Castello di Gavala, la cresta dei Denti di Valmala, la cresta che continua verso il Cugnolaccio, il Badile, ma lo sguardo è inevitabilmente attratto dalla zona che personalmente trovo più affascinante e interessante, il versante nord del Monte Barone...
Una breve pausa su questa cima dove non troviamo segni visibili (ometti...) di una probabile frequentazione, e dopo uno sguardo sulla successiva meta da raggiungere, la Cima della Carega (che in verità da qui appare quasi "invisibile" e mimetizzata nel successivo tratto di cresta, ma che è invece un bella e slanciata cima) percorriamo per un tratto la cresta seguita all'andata per poi scendere direttamente sulla destra (versante Raviciale) lungo un ripido ma invitante scivolo erboso che più in basso si restringe e presenta un primo saltino, qui la presenza provvidenziale dell'unico alberello di questa zona permette di usare la corda, e non vedendo chiaramente cosa avremmo trovato in seguito decidiamo di giuntare le nostre due corde (per un totale di almeno 50 metri).
Infatti più in basso, nascosto alla vista guardando dall'alto, un salto più importante... in seguito poco più in basso traversiamo sulla destra verso un piccolo colletto che avevamo individuato due settimane prima osservando questa zona (vedi la foto sopra), e che sembrava il passaggio logico per traversare questo versante; scesi sul versante opposto verso una piccola frana (anche questa un ben visibile riferimento), saliamo traversando il versante cercando i passaggi migliori che permettono di raggiungere la Sella bassa della Carega e precisamente alla piccola bocchetta alla base della cresta che sale ben ripida alla Cima di Celogn.
Continuiamo salendo al tratto "pianeggiante" della Sella bassa della Carega 1632 m. per continuare verso la successiva cima omonima, mentre guardando a ritroso si poteva ammirare la cima salita in precedenza che, vista da nord-ovest, presenta il suo aspetto migliore; un breve traverso sul versante nord e poi un ripido pendio conduce velocemente sulla sommità della Cima della Carega 1693 m. e con questa abbiamo visitato tutte le cime più significative di questa lunga e accidentata cresta di Celogn che dall'Alpe Cassiogn sale al Cugnolaccio.
Guardando in basso verso nord-ovest si vede la selletta "alta" della Carega raggiunta due settimane prima, questo versante è praticamente verticale e allora torniamo alla Sella bassa della Carega per scendere il versante sud-ovest raggiungendo più in basso la zona percorsa durante la precedente visita, e poi ripassando dal piccolo rudere senza nome "scoperto" due settimane prima scendiamo a incrociare il sentiero segnalato H20 nella zona di Prejogn tornando infine a Roncole di Postua.
Per questo giro, circa 10 ore.
Aprile 2023 - Difficoltà EE/F (percorso impegnativo...).
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