1 Alpiano, Cusìna, Rivo di Belma, "sentiero delle tacche ", Belma, Balma dell'Urtiga, Il Sasso, Grignasca, Corticci, Bietto, Alagua, Veglio, Pontemaglio.
2 Alpiano, Merlogno, "cengia della picca", Canale del Rio Piccolo, i Casaletti, Piazzeno, Grignasca, Il Sasso, Balma dell'Urtiga, Belma, Merlogno, Alpiano.
Domodossola > Valle Antigorio > Crodo > Alpiano inferiore.
Dopo la precedente visita alla zona di Merlogno e Belma (link), visita che è stata principalmente di tipo "esplorativo" non avendo in precedenza alcuna informazione su questo versante (a parte quanto riportato sulla Mappa Rabbini), ritorniamo per due escursioni che da Alpiano salgono l'impervio versante verso i tranquilli alpeggi superiori.
Siamo in possesso di nuove e interessanti informazioni recuperate da Andrea che, durante una successiva visita, ha incontrato il Signor Roberto (classe 1947) di Alpiano superiore, le cui capre percorrono il versante sopra il paese, il campanaccio di una di queste era stato trovato a Belma durante la precedente visita (campanaccio realizzato artigianalmente da Roberto, che voleva rivederlo, per avere la conferma che apparteneva a una delle sue capre che erano scomparse...).
Roberto conferma la presenza di un vecchio sentiero che da Belma saliva a Il Sasso (di cui avevamo già percorso un primo tratto), e anche un percorso che saliva più direttamente a Belma lungo le piodate che salgono dal canale del Rivo di Belma, piodate su cui sono stati intagliati dei gradini; era un percorso che facevano un tempo per salire più velocemente a Belma quando non dovevano portare il gerlo (che poteva essere pericoloso su questo percorso, rischiando di far perdere l'equilibrio).
Da Merlogno invece un sentiero traversava in leggera salita verso nord il versante fino alla base di una parete rocciosa (sopra la quale sale la dorsale verso i ruderi dei Casali), e superava la parete lungo una cengia dove è stato infissa una picca alla quale ci si aggrappava mentre si camminava sulle pontegge sottostanti, il sentiero era utilizzato per consentire
agli animali di recarsi sui magri pascoli della dorsale che poi sale verso Piazzeno (lungo la quale era pure presente un sentierino).
E naturalmente Roberto (incontrato poi al ritorno dalla prima salita da Belma a Il Sasso), ha raccontato anche vicende del tempo passato, prima dell'avvento delle cave, quando ai tempi di suo nonno caricavano ancora l'Alpe Belma (pare anche con una razza di bovini particolarmente minuta, e perciò adatta a questo ambiente...), è sempre molto bello e gratificante quando si fanno questi incontri... e quando accade, poi i giri fatti acquistano (almeno per noi), un "valore aggiunto" impagabile...
1 - Alpiano, Belma, Il Sasso :
Con Andrea e Fabrizio partiamo da Alpiano inferiore (Case Gianzana), lasciando prima un auto a Pontemaglio dove scenderemo, naturalmente c'è anche la possibilità a andare a piedi tra le due località, lungo la sterrata sul versante sinistro idrografico del Toce, in ca. 40 minuti; partiamo presso l'inizio della strada di servizio della cava (sbarra), minime possibilità di parcheggio.
Come per il giro precedente entriamo nel bosco verso sinistra, in questa occasione però traversiamo in leggera salita verso nord perchè vogliamo prima visitare la zona di Cusìna (anch'essa riportata solo sulla Rabbini), e dove avevamo provato ad andare seguendo la "strada vicinale" che però era interrotta da una cava.
Troviamo una traccia di sentiero che porta presso un rudere (quasi certamente utilizzato da chi lavorava un tempo alla cava), qui scendiamo e traversiamo proprio sopra la cava lungo una stradina che porta a una zona con terrazzamenti dove si trova la baita di Cusìna ca 500 m. (un altro rudere è nelle vicinanze), qui ritroviamo anche il vecchio percorso che seguiamo fino a uscire sulla strada della cava soprastante, strada che seguiamo in salita.
All'ultimo tornante a ca. 670 m. entriamo nel bosco e traversiamo in discesa verso destra (sud), tenendoci alla base del versante roccioso, e si arriva presso un vecchio burdion, poco dopo si vedono i primi manufatti del sentiero, si trovano gradini, tacche poggiapiedi e, vicino al Rivo di Belma, una bella scalinata incisa nella piodata, il percorso è piacevole e interessante, naturalmente è consigliabile solo quando la roccia è asciutta. La foto 9 (scattata la settimana precedente dal versante opposto della valle (zona di Arvoira), mostra la zona delle piodate da risalire.
Si sale in direzione di una caratteristica roccia in parte strapiombante (su cui bisogna salire), poi si entra in un versante boscoso dove la traccia pare scomparire, ma senza problemi si sale ripidamente alla baita inferiore di Belma ca 900 m. (che non avevamo visitato nel corso della precedente escursione).
La baita è ancora ben conservata, e anche questa volta ci si stupisce del fatto che questo alpeggio non sia mai stato riportato sulle mappe... (a parte la Rabbini); all'interno si trova un camino, scritte a ricordo di un tempo ormai sempre più lontano, e un bel mobiletto dove si vedono ancora due piatti, posate e bicchieri (e una bottiglietta dell'Amaro Medicinale Giuliani... molto in voga nei tempi passati).
Quando si trovano questi "reperti" credo sia sempre giusto e preferibile lasciarli in loco, in modo che anche altri visitatori abbiano la possibilità di apprezzare le emozioni che questi "ritrovamenti" possono trasmettere...
Proseguiamo la salita incontrando una bella e spaziosa balma, poi si giunge al nucleo principale dell'
Alpe Belma ca 990 m. (dove ritroviamo il campanaccio da recuperare per Roberto...), qui troviamo anche una incisione che non avevamo visto la volta precedente (c'è sempre qualcosa da scoprire...), e dalle baite superiori a ca. 1015 m. seguiamo il sentiero (tagli), che sale alla dorsale superiore dove i tagli terminano.
Si continua cercando il percorso migliore e più logico, tenendo presente che le pareti e i salti di roccia si aggirano tutti sulla destra (sud), giungendo presso una zona rocciosa che si supera direttamente lungo un ritrovato sentiero (un tratto molto interessante con muretti, scalinate...), dopo questo tratto si prosegue nel bosco incontrando un paio di pareti rocciose che si aggirano sulla destra, si incontra, accanto alla piazzola di una carbonera, una piccola balma (dove probabilmente dormiva l'addetto alla carbonaia...), poco dopo si trova la
Balma dell'Urtiga (dove si vede anche una "panchina", Roberto raccontava che qui ai tempi ci si fermava per fare la polenta...).
Continuiamo salendo nella bella faggeta su terreno più tranquillo (anche se le foglie, ancora pressate dalla neve appena sciolta, si rivelano a tratti molto scivolose), si trovano vaghe tracce di sentiero e anche dei ruderi ormai azzerati, traversando poi sulla destra (sud), si sale al pianoro de
Il Sasso ca. 1495 m. giungendo qui si comprende il suo toponimo, è costruito al riparo di una parete rocciosa.
Questa è l'occasione per visitare tutti i nuclei di baite di questa zona che appare poco frequentata, dove gli alpeggi sono in gran parte in stato di abbandono; si sale a
Grignasca 1560 m. e poi passando da
Corticci 1525 m. si scende ai tre nuclei di
Bietto, da dove si traversa verso sud cercando il sentiero che scende da Piazzeno e che porta ad
Alagua, e infine si scende a
Veglio e poi a
Pontemaglio concludendo questo giro che possiamo classificare, come si scriveva sulle vecchie guide, molto "remunerativo"...
Tempo per questo giro, circa 8 ore.
Difficoltà
EE - Aprile 2018
2 - Alpiano, Merlogno, Piazzeno :
Con Andrea ritorniamo in zona (dopo pochi giorni dal giro precedente), per "completare" la visita di questo interessante e impervio versante sopra
Alpiano; saliamo a
Merlogno lungo il percorso seguito durante la prima visita (
link), questa volta superando la giavina alla base (percorso più diretto per Merlogno).
Dall'alpe si traversa verso nord raggiungendo la piazzola di una carbonera dove si trova un discreto sentiero che traversa e poi sale verso la parete della "cengia della picca"; in questa occasione abbiamo preferito non camminare sulle pontegge, ma ci siamo calati aiutati da una cordina messa attorno alla picca, superata la cengia il sentiero scende sulla destra e raggiunge velocemente il canale del
Rio Piccolo,
Qui la traccia diventa poco evidente (si trovano radi tagli), bisogna traversare la dorsalina intermedia tra i due canali (vedi anche l'ultima foto), a monte della loro congiunzione, giunti nel secondo canalino si sale l'opposto versante (la salita è meno insidiosa di
quello che appare a un primo sguardo), e più in alto si trovano dei gradini e tracce del vecchio sentiero.
All'inizio saliamo la prima dorsalina dove si trovano due "file" di pietre e piode che sembrano quasi messe a delimitare dei pascoli, giunti alla quota dell'abete di riferimento si traversa verso la sua dorsalina che si risale fino a giungere al piccolo pianoro dei
Casaletti ca. 1000 m. (dove, oltre al rudere, si trova anche una balma), questo probabilmente era solo un ricovero di fortuna e non un vero e proprio alpetto.
Si prosegue la salita lungo la dorsale che presenta alcuni "salti" i quali si aggirano sempre sulla sinistra (nord), a differenza della dorsale che sale da
Belma, dove i salti di roccia si superano sempre verso destra (sud).
Quando si deve passare sul versante nord, l'ambiente è più "severo" rispetto alla dorsale di Belma, si arriva alla base di una fascia rocciosa dove troviamo il punto in cui passava il vecchio sentiero, e dove è rimasto uno spezzone (ormai inutilizzabile) della vecchia corda di ferro legata a un albero (si può anche salire sulla sinistra su roccette esposte).
Si continua poi sul versante nord dove alcuni tratti sono molto ripidi, ma la presenza dei rododendri, se da un lato ostacola la progressione, dall'altro permette di avere degli appigli a cui aggrapparsi... in seguito raggiungiamo il dosso panoramico a ca. 1440 m. il luogo da cui si ha la migliore visuale del territorio circostante, in alto si vede il prossimo balzo da aggirare.
Continuando la salita, dopo l'incontro con una vipera (è già la seconda quest'anno...), si
trovano altri resti del vecchio sentiero, a conferma che siamo sul giusto percorso... e infine si sbuca sui prati dell'
Alpe Piazzeno a ca. 1660 m.
Dopo una "meritata" sosta al sole che stava sciogliendo rapidamente la neve, traversiamo in discesa passando da
Grignasca e raggiungendo
Il Sasso da dove scendiamo lungo la dorsale di
Belma; naturalmente questo
itinerario, seguito in discesa, si può consigliare solo se si conosce già il percorso... altrimenti potrebbero esserci problemi per individuare la giusta via da seguire... (è sempre più sicuro e tranquillo scendere verso
Alagua e
Pontemaglio).
Giunti alla
Balma dell'Urtiga e alla vicina balmetta della carbonera, si notano in alto verso nord, dei resti di muretti, questo poteva anche essere un percorso alternativo di salita (salendo alle rocce soprastanti, si può continuare nel bosco dove si vede una giavina), ma poteva anche essere utilizzato solo dal carbonaio per reperire la legna...
Scesi a
Belma, si traversa alla dorsale dei
Casali da dove si ritorna a
Merlogno, e poi si
scende ad
Alpiano inferiore dove si conclude questa interessante e impegnativa escursione.
Tempo per questo giro, circa 9 ore.
Difficoltà
EE - Aprile 2018
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