[Vedi anche la pagina : Alpiano-Il-Sasso-Piazzeno]
Proseguendo la visita degli alpeggi presenti sul versante sinistro idrografico della Valle Antigorio, dopo la visita a
Crop dal Bog (link), ci spostiamo un poco più a nord dove il versante (dopo un primo tratto dove la roccia è preponderante, e che si presenta veramente impervio, vedi foto 1 ripresa dal versante opposto dell'Alpe Nacchino), ritorna a essere un
po' più "agibile".
Si tratta della zona dell'Alpe Merlogno e dell'Alpe Belma, territorio dove, nella parte bassa, sono presenti alcune cave che naturalmente hanno modificato il territorio e i percorsi presenti un tempo; mentre Merlogno (Marlogno sulla Rabbini) è riportato sulle mappe e ben noto alla gente del posto (almeno di nome), Belma risulta assente su tutte le mappe e misconosciuta in loco (almeno dalle persone incontrate in zona, può anche essere che le baite di Belma siano considerate facenti parte di Merlogno), mentre solo la Mappa Rabbini riporta in dettaglio le varie baite dell'Alpe Belma.
(Le cave presenti sono inutilizzate da un paio d'anni, abbiamo comunque cercato di evitare il più possibile di percorrere la strada di servizio, ma questo ormai si può fare solo per il tratto iniziale; il vecchio sentiero che saliva agli alpeggi con un largo giro verso sud traversando il Rivo di Belma, è stato praticamente cancellato con la costruzione della strada).
Scarse possibilità di parcheggio ad Alpiano (in particolare nei giorni festivi), ma le distanze non sono eccessive e se non si trova posto, si può anche parcheggiare nella zona delle vecchie terme di Crodo (e dal versante opposto della valle, si può anche vedere bene come sia "complicato" il versante, a causa delle zone rocciose presenti).
Lungo la stradina che collega i piccoli nuclei abitati, da Alpiano inferiore a quello superiore, si trova una "moderna" stalla [foto 4], di fronte, sul versante da salire, Andrea nota dei muretti e naturalmente andiamo a vedere, in quanto dovrebbe essere una delle due "strade vicinali" riportate sulla Mappa Rabbini (queste "strade" in realtà vanno intese come dei sentieri o tutt’al più come delle mulattiere).
Il percorso, dove si vedono anche dei segni rossi molto scoloriti, sale e poi
traversa su cenge ma va a terminare contro il ciglio di una cava e perciò non si può salire
alla zona boscosa soprastante; ci portiamo allora ad Alpiano inferiore (il cartello in loco indica Gianzana 418 m.), fino all'inizio della strada di servizio della cava (sbarra), qui saliamo nel bosco
sulla sinistra per vaghe tracce raggiungendo la strada più in alto, che si segue fin quasi al termine superando i canali del Rivo di Casa Gianzana e Rivo di Belma.
Giunti in vista dell'ultima cava (in alto il dosso roccioso che sorregge i ruderi rimasti di Merlogno), a ca. 670 m. dove si trova l'ultimo tornante, si sale nel bosco per tracce di passaggio sulla destra; il pendio è sempre ripido e si punta alla soprastante giavina; in questa occasione la traversiamo circa a metà e in basso si vede Merlogno che visiteremo al ritorno; continuando la salita troviamo alcuni
tagli dei rami che saranno un poco più evidenti nella zona di Belma.
Si sale traversando nel contempo verso nord e in seguito il vecchio sentiero diventa ben evidente; si giunge a un bivio e saliamo sulla destra (al ritorno scenderemo sul sentiero più basso, che è preferibile a seconda delle
condizioni del terreno, il percorso sulla destra presenta un tratto ripido
e scivoloso se bagnato), e si giunge sulla dorsale posta sopra Alpiano superiore dove si trovano dei ruderi a ca. 970 m. (chiamati i Casali), qui il sentiero cambia direzione e sale traversando verso sud (queste diagonali servono per salire a monte della parete rocciosa che si trova in alto sopra le cave, e che è ben visibile dal basso).
E si giunge nella zona dell'Alpe Belma (qui si trovano alcune balme, da cui l'origine del toponimo), in basso a destra vediamo un primo nucleo di baite che visiteremo al ritorno, continuiamo sul sentiero che porta alle baite superiori a ca. 1015 m.
Significativo come buona parte delle baite di Belma sia ancora in discrete condizioni e col tetto integro, si vede anche un rustico intonaco, segno che la zona è stata utilizzata (sono versanti da capre...), anche in tempi non troppo remoti...
Sopra le baite una traccia (e i tagli), proseguono la salita alla dorsale superiore dove inizia la faggeta, qui (non verificato), appare possibile salire senza difficoltà alla zona di Grignasca e Il Sasso a nord di Alagua; ritorniamo scendendo al nucleo inferiore di Belma 990 m. dove, oltre ad alcune balme, si trova la baita più imponente; al
piano inferiore c'era la stalla e quello superiore era usato dagli alpigiani, qui si trovano ancora due scale di ottima fattura e le testate di un letto ormai consumate dai tarli (un albero sta crescendo proprio sul gradino iniziale della scala in sasso che accede al piano superiore...).
Ritorniamo al rudere sulla dorsale che scendiamo per un tratto, è molto panoramica e piacevole, ma più in basso termina su una parete rocciosa verticale (lo si intuiva scendendo...), quasi a picco su Alpiano superiore; risaliamo, e una ventina di metri sotto al rudere troviamo il sentiero "basso" che avevamo visto all'andata; scendiamo poi al dosso roccioso di Merlogno 755 m. passando prima da un bel prato sospeso (l'ultimo prato rimasto...); accanto a una delle baite, una bella balma che testimonia come un tempo ci si adattava ingegnosamente alle condizioni che si trovavano.
Ritorno a valle lungo il percorso di salita.
- Da segnalare, per chi percorre questo genere di terreni con tratti senza sentiero tra la vegetazione, che le zecche sono ormai in attività...
Tempo per questo giro, circa 6 ore e mezza. Difficoltà EE (Il tempo include naturalmente le varie divagazioni, divagazioni che, oltre a essere interessanti, sono doverose per un giro "esplorativo" di questo tipo, in una zona di cui non si aveva alcuna informazione, a parte la Rabbini...).
Aprile 2018
Dopo questo primo giro "esplorativo", siamo tornati successivamente in altre due occasioni salendo le impervie dorsali verso i tranquilli alpeggi superiori : link
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