Un percorso che fa da contraltare a quello ben conosciuto della "Stra Granda" della Valle Anzasca che traversa lungo il versante soleggiato della valle, dove sono situati la maggior parte dei paesi (link).
Sul versante opposto, anche gli alpeggi sono presenti in numero limitato alle basse quote, oltre che per il minore soleggiamento, anche per il tipo di terreno abbastanza impervio.
Un percorso vario e interessante, con numerosi saliscendi seguendo vecchi sentieri dove si trovano alcuni passaggi esposti, lungo il "sentiero di servizio" della vecchia condotta dove alcuni tratti sono franati, e nella seconda parte del percorso su tracce poco evidenti.
Consigliabile in un periodo asciutto e in primavera all'inizio della ripresa vegetativa quando la visibilità è migliore (sia per vedere meglio l'ambiente circostante, ma anche perchè risulta un po' più agevole trovare le tracce che a tratti sono labili...), da evitare col terreno gelato.
Da Piedimulera, all'ingresso della Valle Anzasca, si traversa il ponte sull'Anza e si sale a Fomarco seguendo la mulattiera che interseca la strada asfaltata, sopra il paese si continua lungo la mulattiera che poi esce sulla stradina poco prima della frazione Gulo; si continua sulla strada che porta verso la Crosa, all'area pic nic si sale sulla sinistra allo spiazzo asfaltato superiore dove inizia (cartelli segnaletici), il sentiero per Pograsso.
Questo primo tratto del percorso si svolge su un sentiero segnalato in ottime condizioni, adatto a tutti, che giunge ai prati dell'Alpe Pograsso 750 m. bel punto panoramico (il percorso segnalato prosegue poi verso Colombetti).
Dall'alpeggio si segue la traccia che scende verso Pianezzo 451 m. qui il sentiero segnalato scende a traversare l'Anza su un bel ponte e poi risale sul versante opposto verso Colombetti e Castiglione, in questa occasione sono sceso fino al ponte (sempre bello visitare questo angolino...), per poi risalire a Pianezzo dove, abbandonando il percorso segnalato, nei pressi della baita in legno di foto 23 inizia una lieve traccia che traversa verso il cupo canale del Rio Selvanegra, da qui in avanti e fino alla Val Segnara, si trovano vecchi segni di vernice gialla.
Entrati nell'ombroso canale, lo si risale per un breve tratto arrivando presso un vecchio tubo dell'acquedotto [foto 30], qui si vede sul versante opposto [foto 31], l'unico "punto debole" di quel versante, dove un tempo erano certamente presenti dei muretti di sostegno, comunque la salita è meno impegnativa di quello che appare, si trova anche un cavo metallico che in verità risulta più d'intralcio che di aiuto...
In seguito si trovano numerose tracce (muretti e scalini), del vecchio sentiero che sale per aggirare l'impervio versante, poi si incontra un tratto in discesa molto ripido che richiede attenzione, in basso si traversa e si vedono i primi segni della presenza della condotta in disuso [foto 34 e 35], la condotta in alcuni punti è ormai fatiscente e occorre attenzione nell'avvicinarsi...
Lungo il successivo tratto della traversata, si segue in gran parte il "sentiero di servizio" della condotta dove ci sono alcuni ponticelli che facilitano il passaggio di alcuni canali, ma si trovano anche diversi punti in cui il sentiero è franato...
Dopo un tratto in cui si ha qualche apertura verso l'Anza e il versante percorso in precedenza, si giunge alla dorsale che sale poi verso l'Alpe Aonice, dove si trova una bella Cappella.
Vale la pena di salire per un centinaio di metri lungo un sentierino per visitare l'Alpe Aonice 568 m. dove si trovano anche un paio di balmi, ritornati alla Cappella si può anche scendere verso l'Anza lungo un sentiero simile a quello che scende da Pianezzo, ma in fondo si trova un "moderno" ponte in cemento al posto di quello originario... (guardando sul versante opposto, si vede in alto presso la SS549, una Cappella dove inizia il sentiero che scende al ponte sull'Anza).
Dalla Cappella sotto la dorsale di Aonice (realizzata nel 1879 e restaurata nel 2000), si continua la traversata lungo il vecchio sentiero, si traversa il piccolo Rio Brento e si giunge al pianoro a 469 m. (dove si trovano dei ruderi non nominati sulla cartina), qui i prati dell'alpe sono stati sostituiti da una distesa di Pervinca minore (fiorita in questa occasione), veramente notevole, finora non avevo mai visto una così vasta estensione di questa pianta...
In questa zona la traccia si perde, ma la si ritrova successivamente nelle vicinanze della condotta (sulla quale si cammina solo per brevi tratti lungo questo percorso, e che comunque è usata anche dai camosci come comodo sentiero...).
Superato un altro canalino dove si trova una bella "scalinata" intagliata nella roccia, un tratto su una cengia porta al bel Rio della Val Segnara, e poco dopo si giunge al Santuario della Madonna della Gurva (qui un ponte traversa l'Anza e porta a Molini).
Qui termina il tratto più impegnativo del percorso, che continua seguendo un sentiero che traversa proprio all'inizio del ponte, all'inizio la traccia è ben evidente e il percorso piacevole passando presso alcune baite ben tenute, poi gradualmente la traccia si fa meno evidente per poi quasi scomparire, ma il terreno su cui si cammina non presenta particolari problemi, basta traversare rimanendo più o meno alla stessa quota...
Infine si sbuca su una stradina asfaltata di servizio che porta ad una galleria dell'Enel, un paio di curve prima della porta (chiusa) della galleria, nei pressi di una baita ristrutturata, traversa un sentiero che poi sale verso Pianaccia, poi per prati si va alle baite ristrutturate di Anzinello 701 m. dove si trova una stradina sterrata che in breve conduce al bell'Oratorio della Madonna del Ri poco prima di Anzino.
Dopo una visita al tranquillo e piacevole paesino (attualmente circa 70 abitanti), si scende lungo la mulattiera che interseca la strada verso il bivio per Bannio, un ultimo tratto su asfalto conduce al ponte sull'Anza e a Pontegrande 523 m.
Ritorno a Piedimulera con l'autobus di linea.
Tempo per questo giro, circa 6 ore (incluse le "divagazioni" verso l'Anza e l'Alpe Aonice).
Difficoltà EE - Aprile 2015
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