Una visita nella piccola ma interessante Valle della Meula, notata durante le precedenti visite in zona sul versante opposto, verso la Valbella, poi guardando sulle mappe si notava che in questa piccola area vi sono (o meglio erano, visto il quasi completo abbandono) numerosi alpeggi e anche nuclei di baite sparsi sui suoi ripidi pendii (alpeggi però non visitati in questa occasione, anche perchè, dato il periodo a tratti piovoso, l'acqua nel torrente principale era forse eccessiva visto i guadi previsti, si spera di poter tornare in futuro...).
La cima più facilmente raggiungibile (oltre al più lontano Tracciora), è la Cima Scarcione, che per la sua posizione permette una buona visione panoramica, e la giornata limpida trovata in questa occasione era l'occasione ideale per una visita alla cima.
Per questa zona vedi anche su itinerAlp.
Con Fiorenzo partiamo da Nosuggio 664 m. (limitate
possibilità di parcheggio), piccolo abitato allineato a fianco della strada della Val Mastallone, saliamo al vicino Oratorio dedicato a San Michele (mentre in alto il sole illumina il dirupato e interessante
versante sud-est della meta da raggiungere, la Cima Scarcione) e superando sul ponte ad arco il Torrente Mastallone, giungiamo a Grassura 671 m. che attualmente conta una decina abitanti, mentre un tempo erano una cinquantina, e saliamo entrando nella Valle della Meula lungo la vecchia mulattiera che si presenta generalmente in buone condizioni.
Si passa dalla Cappella della Vergine Assunta con il suo porticato che può offrire riparo in caso di pioggia, più avanti facciamo una breve deviazione scendendo sulla sinistra per vedere la baita di Bondetta da dove si può scendere al torrente (qui sulla mappa è riportato un sentiero che traversa il rio e poi risale a Ordrovago (una possibile variante per il ritorno, ma non vediamo evidenze di questo...), proseguendo sulla mulattiera si arriva a Meula 919 m. paesino costruito su una dorsalina panoramica che domina la piccola e suggestiva Valle della Meula.
Una visita tra le viuzze del gradevole paesino le cui case sono state in gran parte ristrutturate (nonostante la stradina non arrivi fino all'abitato), il paese non è più abitato stabilmente per tutto l'anno, solo nei
fine settimana e soprattutto in estate, si ripopola; saliti alla Chiesetta (l'Oratorio dei Santi Pietro e Paolo, la cui scalinata di accesso alla porta si presenta piuttosto ripida...),
continuiamo lungo il sentiero segnalato 576 che sale la dorsalina a monte di Meula.
Il buon sentiero risale passando dai ruderi di Gavinel di sopra 1037 m. scritta Cascinaccia sulla vasca, ma Cascinaccia si trova più in alto a 1050 m. (di fianco alla baita, si nota la caratteristica cantinetta col tetto a volta), il sentiero prosegue la salita nella faggeta giungendo infine alla larga Sella di Camplasco 1369 m. dove il panorama è in parte nascosto dagli alberi presenti, a nord si vede l'alpe omonima che visiteremo al ritorno.
Lasciato il sentiero andiamo verso est lungo la dorsale boscosa verso la Cima Scarcione, il percorso si svolge con alcuni saliscendi tra la vegetazione a volte fastidiosa, con un paio di
belle aperture panoramiche sulla valletta della Meula e, sul versante opposto, sull'alta Val Mastallone (una alternativa a questo percorso, è il sentierino che traversa sul fianco della faggeta presente sul versante nord, che abbiamo percorso al ritorno, ma la dorsalina è preferibile...), e infine saliamo alla panoramica Cima Scarcione 1430 m. (sulla vecchia mappa degli Stati Sardi, è curiosamente nominata Monte Scherzone...).
La mattinata particolarmente limpida, permetteva di ammirare il panorama in varie direzioni, ma naturalmente l'attenzione era attirata da una delle zone più interessanti fino ad ora visitate della Valsesia, la dirimpettaia Valbella... in particolare eravamo proprio di fronte alla crestina inziale percorsa durante l'interessante giro al Sasso del Gatto : Link; a sud-est scendono le belle crestine dirupate (la cima è quasi strapiombante, vedi foto 57), una doverosa pausa su questa piccola cima apparentemente poco frequentata, e torniamo alla sella per poi proseguire sui prati verso l'Alpe Camplasco 1366 m. (da dove si vede il versante a ovest di Cervatto, che dalla rinomata Madonna del Balmone sale verso la Massa della Sajunca, ma l'attenzione è sempre rivolta alla Valbella...).
Torniamo a Meula lungo il percorso dell'andata con solo un paio di divagazioni per visitare almeno due dei numerosi alpeggi e nuclei di baite
presenti in questa valle, prima traversiamo (cartello) all'Alpe Grasso 1318 m. dove in alto si trova una baita ristrutturata, mentre più in basso i ruderi del "grosso" dell'alpeggio, che in
verità era forse più che un alpe, quasi una normale abitazione, vista anche la presenza di un balcone... questa dorsale prativa (uno dei rari prati ancora presenti su questi versanti), è molto panoramica su gran parte della valle.
Scendendo lungo il sentiero segnalato giungiamo a un bivio (notato in salita) dove, sulla destra a 1080 m. traversa sulla destra (ovest), un sentiero ancora evidente anche se la vegetazione sta
prendendo il sopravvento, che in breve, traversando il canalino del Rio Cascinaccia (muretti, vedi foto 81), porta a una dorsaline dove, più in basso si trovano i ruderi dell'Urel Brusà a 1063 m.
Ritornati a Meula cerchiamo il sentiero che a ovest del paese, scende al torrente dove, sulla sponda opposta termina la stradina asfaltata (poche
possibilità di parcheggio, che comunque è preferibile lasciare libero per i proprietari delle case di Meula); e proseguiamo lungo la stradina visitando lungo il percorso (con qualche deviazione), i nuclei abitati presenti in zona, nuclei piacevoli e tranquilli composti in gran parte da case ristrutturate, passiamo da Ordrovago 835 m. col suo piccolo
Oratorio di San Bartolomeo, in seguito dalla stradina si sale sulla destra a Sassello superiore circa 800 m. con il suo Oratorio di San Rocco, mentre a valle della strada ci sono le case di Sottonoci (rimane irrisolto il "mistero" di dove sia Sassello inferiore... sulla mappa degli Stati Sardi si trova semplicemente il nome Sassello...).
Infine arriviamo a Pianaronda 684 m. (qui ci siamo accorti che in
verità ci siamo persi Roncaccio...), con la sua Chiesa dedicata a San Lorenzo, molto piacevole e rilassante Pianaronda, con i suoi prati fioriti... la discesa prosegue giungendo al ponte sul Mastallone, sulla destra notiamo il vecchio ponte pedonale verso il quale naturalmente ci dirigiamo, ma è attualmente inagibile (lo stato delle assi in legno lo fa capire...), giunti sulla strada della Val Mastallone risaliamo passando a Molini e poi torniamo a Nosuggio concludendo questa piacevole escursione.
Tempo per questo giro, circa 7 ore (naturalmente incluse soste e divagazioni).
Maggio 2021 - Difficoltà E
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