Dopo parecchio tempo ritorniamo nella appartata e sempre affascinante Valle Strona per visitare l'ultima cima di una certa importanza che ancora mancava, la Massa dei Sesiani (Masso Sesiani secondo il Ravelli), mentre sulle mappe recenti è riportato il Toponimo "Mazza" che, come capitato altre volte, deriva da una errata trascrizione (banalmente la s è stata cambiata in una z...) durante questa escursione c'è stata anche l'opportunità di visitare i ruderi dell'Alpe Soghetto nella Valle di Nagarone.
Con Andrea partiamo da Piana di Forno 1100 m. (qualche possibilità di parcheggio), entrando nell'abitato si arriva alla zona del parco giochi dove si imbocca Via G. B. Sesiani (il cognome della famiglia che è anche il nome della montagna obiettivo di questa escursione), arrivati sul percorso della vecchia strada della Valle Strona che prosegue per Campello Monti (e che percorreremo poi al ritorno), la lasciamo per scendere al Torrente Strona.
Pur essendo un sentiero "ufficiale" (lo Z13) non abbiamo trovato indicazioni, a parte un solo segno di vernice bianco/rosso scolorito... il percorso è comunque evidente fino a Fornale, sentiero mantenuto da alcuni volonterosi della valle che naturalmente ringraziamo (senza di loro, considerando anche la scarsa frequentazione e la vegetazione rigogliosa, in pochi anni la traccia diventerebbe ben poco visibile).
Passiamo sul "nuovo" ponte costruito nel 2022 in sostituzione del caratteristico e poco invitante ponte inclinato presente in precedenza (vedi la foto in fondo a questa pagina), e saliamo inizialmente nel bosco raggiungendo la panoramica Alpe Orlo 1277 m. (più correttamente Alpe Ör), in seguito si esce gradualmente dal bosco continuando tra erba, cespugli e radi alberelli, mentre l'ambiente si apre verso la soprastante cresta divisoria con la Valsesia.
In ambiente più aperto passiamo davanti alla bella cascata del Rio Soghetto per poi salire più decisamente con vari tornanti (qui la traccia diventa meno visibile con l'erba alta), per poi uscire su un piccolo pianoro (foto 21) al bivio dei sentieri, quello ancora evidente che sale a sinistra verso Fornale, e quello in buona parte scomparso che sale in versante verso Soghetto; qui si trova la "pioda dal bur" (pioda del burro, probabilmente la trascrizione dal dialetto non è del tutto corretta...), qui sotto una pioda era stata scavata una piccola fossa per conservare al fresco per qualche tempo il burro proveniente dai due alpeggi.
Saliamo inizialmente tra gli arbusti cercando di intuire il percorso del vecchio sentiero riportato sulla mappa catastale, più in alto raggiungiamo una giavina con diversi enormi massi dove troviamo i ruderi dell'Alpe Soghetto costruita cercando di utilizzare le rocce presenti come riparo dalle slavine, si nota in particolare una costruzione relativamente grande considerando il luogo...
Continuiamo la salita tra le rocce dove troviamo un paio di tratti in cui è rimasta qualche evidenza del vecchio sentiero, mentre in alto sulla destra spicca la cresta della Massa dei Sesiani, sulla sinistra la cresta principale e divisoria con la Valsesia, Cengio dell'Omo, Cima di Rimeo, Monte Forcolaccia; su nevai residui e superando gli ultimi tratti con cespugli ci portiamo salendo sulla destra verso la cresta, se non si conosce la zona, non è agevole individuare il punto dove raggiungerla, non essendoci praticamente tracce, la foto 40 può servire come orientamento, in pratica bisogna raggiungere la cresta in corrispondenza della nuvola in alto, l'ultimo tratto è un traverso esposto dove sono presenti le catene che portano al Passo della Magna 1918 m. (vedi anche la pagina relativa a un giro precedente in zona nel 2016 : Link).
La traversata del Passo della Magna, scendendo nella valle del Rio dei Dannati, richiede molta attenzione, tenendo conto del fatto che alcuni supporti delle catene si sono staccati e anche perchè la cotica erbosa si è staccata mettendo a nudo la roccia, se si vuole provare è naturalmente sempre preferibile farlo in senso contrario...
In questa occasione, tenendo anche presente che il meteo è previsto in
peggioramento nel pomeriggio (le piogge sono poi arrivate, ma eravamo ormai su terreno tranquillo), aggiriamo il primo tratto di cresta scendendo sul versante Soghetto per poi risalire (vaghe tracce di animali, comunque poco presenti su questa cresta, contrariamente al solito...); con percorso vario e interessante, su roccia e arbusti giungiamo sulla erbosa e tranquilla sommità della Massa dei Sesiani 1962 m. luogo che, per la sua posizione decentrata rispetto alle creste principali, si rivela un notevole punto panoramico (come sempre, a inizio stagione dove il verde della vegetazione si combina col bianco della neve residua, l'ambiente si presenta molto "fotogenico"...).
Per la discesa sul versante del Rio dei Dannati, oltre al Passo della Magna avevamo avuto notizie riguardo altre due possibilità, una era la discesa verso ovest dalla cima inizialmente per un pendio erboso, e poi lungo uno stretto canalino ma in questa occasione non abbiamo trovato un passaggio affidabile per poter raggiungere i pendii inferiori, e allora siamo risaliti alla Massa dei Sesiani scendendo poi lungo la cresta nord seguendo una lieve traccia di animali fino a raggiungere un punto conveniente dove si può scendere sul versante ovest.
Con un relativamente lungo traverso in discesa verso sud, cercando i passaggi più logici, superiamo abbastanza agevolmente le balze rocciose presenti sbucando sul tranquillo pendio terminale dove, poco più avanti, si
vedeva il repulsivo versante roccioso verso il quale stavamo scendendo durante il primo tentativo... foto 78; il percorso seguito è certamente quello descritto (sommariamente) dal Ravelli sul suo ben noto libro sulla Valsesia...
Durante la discesa si notava sul versante opposto del Rio dei Dannati una traccia (riportata sulla catastale) che traversava verso Pennino Grande, e decidiamo di raggiungerla con percorso scomodo tra la vegetazione; l'alternativa era salire a raggiungere il sentiero che traversa il versante verso il Passo della Magna e che passa dalla Balma (percorso teoricamente più lungo ma forse più comodo...).
Raggiunta l'Alpe Pennino Grande 1499 m. continuiamo lungo il percorso Z15 prima su sentiero e poi sulla scomoda sassosa sterrata che scende a Campello Monti che però non raggiungiamo, scendiamo invece rimanendo sulla destra idr. del Torrente Strona (che scende impetuoso e spumeggiante vista la grande quantità di acqua presente), e torniamo a Piana di Forno lungo il percorso, sempre piacevole, della vecchia strada.
Per questo giro, circa 8 ore e mezza incluse soste e divagazioni.
Giugno 2024 - Percorso impegnativo.
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