Come sovente accade, accanto a zone molto frequentate e antropizzate, si trovano territori "dimenticati" dagli escursionisti (e non solo...), zone impervie e impegnative che possono ancora regalare sensazioni e momenti gratificanti (naturalmente a quelli che amano un certo "tipo" di giri...).
In questa occasione, si tratta dell'impervio versante a sud della Piana di Aleccio luogo ben noto e frequentato dove giunge anche una strada; divisi dal solco del canale dove scorre il Rio Antolina, a sud si trova il ripido versante della Loccia di Lei dove si trovano alcuni alpeggi da tempo abbandonati.
Lungo il percorso seguito in questa occasione, si trovano solo un paio di tratti "costruiti" dove il vecchio sentiero è ancora ben evidente, altrimenti si incontrano solo tracce di passaggio di animali (che solitamente conviene seguire), e altre tracce discontinue.
- Maglioggio, Intelvai, Alpe Le Valli, Loccia di Lei, Maglioggio.
Con Andrea e Francesco partiamo dal piccolo e piacevole paesino di Maglioggio 682 m. e dopo un saluto all'imponente e secolare castagno, saliamo lungo il percorso segnalato per Aleccio; giunti al ponte sul Rio Antolina, lasciamo la strada e proseguiamo verso la prima baita di Intelvai ca. 910 m. baita sulla quale si vede un affresco.
Traversando verso nord-est in leggera salita, si traversa il piccolo canale del Rio Valpicin raggiungendo la dorsalina dove si trovano i ruderi di Intelvai 972 m. (toponimo che probabilmente deriva da quello più antico "nelle valli"); qui, sul muro sopra la porta (in procinto di crollare), si legge la data 1714...
Si prosegue in piano traversando il Rio Bruson e si arriva alle baite in parte crollate dell'Alpe Le Valli 952 m. dove si nota un piccolo e interessante affresco di forma triangolare posto sotto al colmo del tetto (anch'esso pericolante).
Continuando la traversata in piano, si supera il Rio Frua e si raggiunge, presso un piccolo rudere, la parte iniziale della dorsale da risalire; la dorsale si presenta a tratti stretta e molto ripida, e naturalmente non ci sono problemi di orientamento durante la salita; si giunge a circa 1220 m. dove una traccia traversa a sinistra (nord), raggiungendo un'altra dorsalina che si risale sempre seguendo tracce di passaggio di animali.
Giungendo presso una zona rocciosa, si trova un tratto costruito del vecchio sentiero (questo appare come un passaggio obbligato); proseguendo la salita, poggiando sulla destra si esce su una costa erbosa dove la visuale si apre verso la cresta soprastante, qui si trova anche una piccola piazzola con resti di un muretto [foto 33]; si risale per un tratto questa costa e poi si traversa sulla sinistra seguendo una traccia [foto 34], superato poi un canalino si arriva alla dorsale della Loccia di Lei 1573 m. accolti inaspettatamente dal pannello di un ripetitore la cui presenza, dopo l'ambiente percorso per giungere qui, appare ancor più stridente... comunque alla fine non disturba più tanto, considerando anche che chi è venuto a installarlo è giunto sicuramente qui in elicottero, e nulla sa dei percorsi degli alpigiani che un tempo frequentavano questi luoghi...
Alla Loccia di Lei sono presenti due baite (una ancora in condizioni discrete), e qui si trova anche una bottiglietta di Crodino "d'epoca" del 1987... scendendo alcune decine di metri la dorsale, si arriva al rudere di un grosso stallone; considerando il tipo di terreno lungo questo scosceso versante, si suppone che qui portassero solo le capre.
Dalla Loccia di Lei facciamo un paio di tentativi per traversare in direzione dell'Alpe Pizzonero (il toponimo originale, e corretto, è Pec' Negher (riferito alle conifere), ma le difficoltà di accesso al profondo canale successivo da superare, e il meteo in peggioramento (al ritorno a Maglioggio infatti iniziava a piovere), decidiamo di
ritornare lungo il percorso seguito all'andata.
(Naturalmente, appena è stato possibile siamo ritornati per visitare Pec' Negher... vedi questa pagina).
Tempo per questo giro, circa 6 ore incluse le divagazioni.
Maggio 2018 - Difficoltà EE
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