Il "ciglione detto il Mil" (cit. Ravelli) è una singolare e interessante cima secondaria (in pratica un dirupato crestone), che si estende a nord della Cima Tirette o Cima del Laghetto sul versante della Val Sermenza che scende a Rima San Giuseppe; questa sommità ha catturato l'interesse appena la si è "scoperta" in primo luogo per il curioso nome un poco "spagnoleggiante", la cui origine e significato non sono noti, e anche per il fatto che viene sempre fotografata da tutti i (pochi) escursionisti che risalgono questo versante, ma nel contempo non pare che qualcuno provi a salirla, e non si sa se la ragione dipende dal fatto che è ritenuta
troppo impegnativa oppure semplicemente non è considerata a causa della sua quota che è qualche decina di metri più bassa delle cime soprastanti...
Non avendo alcuna informazione su una possibile via di salita non rimaneva che andare a vedere, naturalmente con qualche ipotesi di percorso ricavata dalle immagini disponibili in rete.
Con Andrea partiamo da Rima San Giuseppe 1113 m. parcheggio nello spiazzo sterrato (solitamente deserto o quasi) a valle della Chiesa di San Giuseppe e saliamo a sud del paese lungo la stradina asfaltata che
porta in Val Nonai, più avanti si trova l'inizio (segnalato) del percorso 324 che è anche l'unico sentiero "ufficiale" ancora presente su questo versante; inizialmente si trova un buon sentiero che sale regolare nel bosco dove si incontra una Cappella contenente una statuetta di San Giuseppe (l'unica Cappella presente su questo versante...), poi su terreno più aperto la bassa vegetazione inizia ad essere sempre più rigogliosa (e questo vale per tutto questo versante fin verso i 1900 m.), la traccia è comunque sempre evidente e i segni di vernice bianco-rossi ben visibili (sentiero ripulito l'anno precedente, un doveroso grazie ai volontari che provvedono alla manutenzione dei sentieri).
Si passa dall'Alpe Pianale 1538 m. e poi si raggiunge il pianoro dell'Alpe Grega di sotto 1683 m. dove erano presenti alcune baite, qui si vede di fronte la cresta che sale alla Cima di Faut raggiunta in un giro precedente passando agli omonimi alpeggi (Link), guardando a ritroso verso
nord si vede un colletto sul tratto iniziale della cresta che sale a El Mil dove si trova la baita dell'Alpe Mazze circa 1730 m. poi superato un rio si risale su terreno che diventa via via più piacevole col diradarsi della bassa vegetazione, e si raggiunge il corposo alpeggio di Grega di sopra 1974 m. caricato fino a non molti anni or sono, posto in una suggestiva posizione presso un colletto dopo la crestina della Cima di Faut (lo si può ammirare meglio salendo poi a monte sulla dorsale), a est scende il
versante di Ratei percorso nel precedente giro menzionato in precedenza che inizialmente si presenta abbastanza "tranquillo", ma poi raggiungendo la zona con ontanelli, rododendri, ecc... diventa piuttosto disagevole). Fino a qui da San Giuseppe, circa 2 ore.
Si risale la dorsale fino a un bivio, lasciato a sinistra il percorso 325 che sale alla Colma di Grega, si prosegue sulla destra lungo un ottimo sentiero (certamente migliore rispetto alle aspettative...) che sale traversando il versante su terreno dove la neve era presente fino a poche settimane prima, con piacevole percorso si continua per poi traversare a ovest raggiungendo i pianori chiamati Piantinacci (Ravelli) da dove, perdendo inizialmente quota, si sale verso l'inconfondibile versante est di El Mil su cui, osservando le immagini disponibili, si era ipotizzato un possibile percorso di salita, giunti su un ultimo falsopiano dove il percorso segnalato sale a sinistra verso una bocchetta della cresta principale, continuiamo invece lungo una traccia che traversa in salita verso la zona che ci interessa.
El Mil presenta sul versante est (l'unico con buona presenza di zone erbose), una larga cengia inferiore che sempre poter condurre all'inizio del tratto finale della cresta nord, e una più breve fascia superiore verso la quale ci dirigiamo, e dalla quale si pensava di poter provare a salire, però l'erba si presentava piuttosto scivolosa e i due punti trovati in cui si poteva tentare erano anche molto esposti (inoltre non era
chiaro cosa ci si poteva aspettare in seguito...), allora scendiamo per provare a seguire la cengia inferiore verso nord, inizialmente tranquilla, poi col proseguo diventa esposta e richiede attenzione, dopo un passaggio delicato si prosegue trovando tracce di passaggio di animali che conducono a una sorta di terrazzino sulla cresta nord a monte di uno spuntone, qui la cresta (foto 52 : Link) si impenna presentandosi con grossi
blocchi che probabilmente un buon arrampicatore è in grado di superare agevolmente, ma è forse oltre la nostra portata... da qui non vi è la possibilità di traversare sul versante ovest e nemmeno di scendere verso nord, allora si ritorna alla fascia superiore e poi alla Sella del Mil dove si ha la vista più spettacolare della cima in oggetto.
A sud si trova la Cima Tirette e di fianco, in basso, il piccolo laghetto ancora contornato dalla neve residua, qui scendiamo per andare a vedere il versante ovest dove potevano esserci le ultime possibilità di salita, e infatti un paio di rampe trasversali portano verso un versante dove alcune fasce erbose sembrano disegnare un possibile percorso tra le rocce, si sale tutto sommato abbastanza agevolmente nonostante la ripidità (si trova anche un grosso masso che potrebbe essere utile per utilizzare una corda durante la discesa, non usata in questa occasione), e si giunge sulla cresta, un breve tratto poggiando sul versante opposto e arriviamo sulla sommità di El Mil 2312 m. (una delle ormai rare cime su cui non sono presenti manufatti di alcun tipo, ne simboli religiosi o ometti, e così la lasciamo...).
Dalla cresta si vede che il versante est presenta tratti erbosi con vari salti, appare anche molto infido e certamente poco invitante, scendiamo naturalmente lungo il percorso di salita e giunti al pianoro sottostante si nota che poco più in basso è presente un'altra cengia che traversa e pare raggiungere la cresta, può essere che sia possibile anche salire da lì (non verificato).
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- Discesa per Caretti, Tinaccio, Pian della Ratta :
Dopo la visita alla cima di El Mil scendiamo traversando alcune giavine, al sottostante Piano dei Caretti da dove continuiamo la discesa verso ovest raggiungendo il bordo di alcuni salti di roccia, in basso individuiamo la lontana Alpe Tinaccio sulla destra, e poi la sottostante Alpe Caretti, per scendere ci si sposta verso ovest fino a trovare una sorta di versante/canale che permette di raggiungere più in basso (sulla destra), un sentierino che porta nei pressi dell'Alpe Caretti 2040 m.
Si tratta di un alpeggio molto piacevole (anche per merito della sua posizione), ancora in relativo discreto stato di conservazione, al riparo dalle slavine protetto dalla roccia soprastante, su una baita sono visibili alcune iscrizioni del periodo 1915/1933; una pausa in questo gradevole luogo e poi bisogna dirigersi verso la poca invitante zona sottostante dove gli inevitabili ontanelli ci attendono...
Inizialmente la traccia è ancora visibile, fino all'Alpe Caretti era presente il sentiero 323 che un tempo era segnalato ma poi venne abbandonato, questo probabilmente anche a causa
delle difficoltà di manutenzione su questo versante dove la rigogliosa vegetazione richiederebbe interventi continui (interventi magari non giustificati dalla scarsa frequentazione...), raggiunta l'intricata zona degli ontanelli dove
bisogna cercare i passaggio meno scomodi, la traccia inevitabilmente si perde, anche se ogni tanto riappare e troviamo anche alcuni gradini del vecchio sentiero, comunque Tinaccio non è lontana e più in basso dove gli ontanelli si diradano traversiamo verso est raggiungendo il poggio dell'Alpe Tinaccio 1843 m. dove le travi del tetto ancora presenti sulla baita, si trovano ormai in precario equilibrio e sono destinate a cadere prossimamente...
Dall'Alpe Tinaccio la carta svizzera CNS riporta un sentiero che traversa il vicino canale a est e poi raggiunge la sottostante Alpe Mazze, e naturalmente andiamo a vedere, però qui gli ontanelli sono ancora più fitti e un paio di tentativi ci portano entrambi sul bordo di un gran salto sul canale, e decidiamo di
lasciare perdere (può essere che si passi più in basso, ma non avendone certezza, a questo punto non vale la pena insistere).
Da Tinaccio traversiamo verso ovest su una buona traccia che passa dalla sorgente e poi supera un rio oltre il quale inizia la discesa, il sentiero (ora meno evidente) è a tratti ancora presente, ma ci sono zone in cui il percorso diventa incerto, anche a causa dei ripetuti cambi di direzione da seguire per aggirare gli ostacoli di questo complicato versante, è di grande aiuto in questo caso la traccia presente sulla Open Street Map (Link); scendendo si vede in basso la baita di Pian della Ratta, e con percorso complicato si raggiunge un passaggio obbligato che permette di superare un canale (a monte delle paretine rocciose a sinistra del canale visibili nella foto 39 : Link), risalito il versante opposto si raggiunge il prato di Pian della Ratta 1634 m. (ratte è il nome dialettale valsesiano riferito ai
rododendri).
Dalla baita si ridiscende per un tratto il versante salito per trovare i primi segni di vernice rossa che ci accompagneranno fino alla stradina della Val Nonai, è importante non perderli perchè la discesa presenta ancora tratti complicati con cambi di direzione, e si arriva su un bel poggio dove si trova un vecchio larice caduto (foto 46 : Link), qui non si fa più affidamento alla traccia della OSM che porterebbe a traversare, ma si continuano a seguire i segni rossi che portano a scendere la dorsalina raggiungendo infine la stradina della Val Nonai dove è ancora presente il vecchio cartello del sentiero 323, scendendo
lungo la stradina si raggiunge prima il bivio trovato all'andata, e infine si ritorna a Rima San Giuseppe.
Tempo per questo giro, circa 9 ore incluse le varie divagazioni.
Difficoltà EE (F per la salita a El Mil). Giugno 2021
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