Una visita in Val Sermenza al selvatico e relativamente poco frequentato versante a sud di Rima San Giuseppe, verso la Cima di Faut, una montagna "minore" ma interessante, la cui cima è il culmine della interessante cresta divisoria tra la valle del Rio della Grega ad est, e quelle del piccolo Rivo del Faut e del Rivo di Casa Ravotti (la Valle di Buzzo) ad ovest, naturalmente è anche l'occasione per visitare alcuni alpetti abbandonati da tempo e normalmente trascurati dagli escursionisti (in particolare i tre alpetti di Ratei), a causa della scomparsa (o quasi) dei sentieri e del tipo di terreno reso molto scomodo e disagevole dall'avanzata della vegetazione che ha completamente rinselvatichito queste zone.
(Come già scritto in altre occasioni, anche questo è un giro adatto ai pochi "amatori" di questo genere di percorsi che, per quanto riguarda il tratto in salita si può classificare "nella norma", mentre il versante disceso è adatto a chi voglia provare un "livello superiore" riguardo la "scomodità" di percorsi in ambienti abbandonati...).
Il mese di agosto non è certo l'ideale per escursioni su questo tipo di terreno, ma viste le previsioni meteo che presentavano una giornata nuvolosa e nebbiosa con alcune piogge (puntualmente arrivate), non valeva la pena puntare a giri in quota magari verso qualche cima, e perciò questa era l'occasione per un giro su questo selvatico e suggestivo versante della Val Sermenza...
Con Andrea partiamo da Rima San Giuseppe 1113 m. in Val Sermenza (qualche possibilità di parcheggio all'ingresso dell'abitato, sulla destra), traversiamo a Buzzo dove cerchiamo inizialmente il vecchio sentiero riportato sulla mappa Svizzera CNS, ma non trovando alcuna evidenza del tratto iniziale, decidiamo per la più logica salita della dorsale partendo dalla strada SP10 scendendo sulla quale, subito dopo aver superato il ponte sul Rivo di casa Ravotti (Rabbini), dove si trova il cartello del limite di velocità, saliamo nel prato raggiungendo la dorsale dove si trovano le tracce del vecchio sentiero.
Il sentiero sale molto ripidamente il versante boscoso e poi, traversato un poco accentuato canalino verso est, raggiunge l'Alpe Faut di sotto a circa 1515 m. dove la vista inizia ad aprirsi (nonostante la giornata nuvolosa), verso le montagne circostanti, si continua traversando quasi in piano il successivo canalino per raggiungere la successiva dorsale cercando il percorso migliore (preferibilmente le usuali e utili tracce di passaggio degli animali...), qui l'ambiente cambia rispetto al tratto iniziale, si sale tra i rododendri e le conifere sbucando infine sui prati dell'Alpe Faut di sopra a circa 1650 m. fino a qui, dalla partenza, circa 1 ora e mezza.
Dei due Faut questo era l'alpeggio più "importante" e su una pioda si trovano anche alcuni incisioni in parte non più leggibili, e giungendo sui prati si vede in alto la Cima di Faut che raggiungeremo seguendo un percorso che non presenta difficoltà di orientamento ma che, oltre i prati, si presenta con una bassa vegetazione molto rigogliosa dove è indispensabile trovare e seguire le tracce degli animali, altrimenti la salita diventerebbe ancora più stancante e repulsiva...
La traccia degli animali come al solito si trova spesso vicino ai bordi dei dirupi, e questo dà modo di osservare, in basso sulla sinistra, l'ampio versante dell'Alpe Ratei che percorreremo in discesa al ritorno, da quel versante ci si renderà poi conto come questa montagna presenti "due facce" ben diverse, il ripido versante con vegetazione che stiamo salendo, e un altro versante praticamente verticale e roccioso che precipita nella Valle del Rio della Grega.
Un ultimo tratto tra i rododendri e si arriva sulla sommità (minuscolo ometto) della Cima di Faut 2028 m. dove una effimera schiarita
lascia intravedere per un attimo la cresta posta di fronte dove si trova la relativamente frequentata Cima Sajunchè, mentre oltre la crestina sud della Cima di Faut si vede l'Alpe Grega di sopra che dobbiamo raggiungere.
Lungo la crestina, e aggirando sul versante di Grega (ovest) i tratti più impegnativi, si raggiunge l'Alpe Grega di sopra 1974 m. (fino
a qui dalla partenza, quasi tre ore e mezza), alpe caratterizzata da una grossa costruzione e che sembra in stato di abbandono (o comunque non certo utilizzata come una volta), mentre il tempo va via via peggiorando, saliamo alla selletta soprastante e scendiamo nella Valle del Rio della Grega puntando ai ruderi (visti in precedenza dalla cresta), dell'Alpe Ratei di sopra a circa 1910 m. (Stranamente al rio viene dato il nome degli alpeggi che si trovano però nella valle opposta... invece guardando sulla antica mappa degli Stati Sardi del 1852, si nota che è riportato il Croso di Grega nella valle "giusta"....).
Da Ratei di sopra inizia la parte più "scomoda" del percorso, dovendo traversare e scendere un terreno dove gli ontanelli e i rododendri hanno ormai da tempo preso il sopravvento cancellando quasi completamente il vecchio sentiero, sentiero ancora riportato sulla mappa Svizzera CNS alla quale facciamo riferimento e che risulta corretta a parte il traverso iniziale da Ratei alla zona del canale del Rio della Grega nella sua parte alta, dove il percorso seguito è stato di alcune decine di metri più alto di quota.
Dal piccolo rudere posto poco più a monte del principale "affrontiamo" direttamente la barriera arbustiva cercando i punti più agibili ed eventuali tracce di animali, intanto, per complicare ulteriormente le cose, inizia a piovere... si traversano un paio di canalini e in seguito incappiamo in una traccia dove si trovano alcuni
tagli che fanno (solo momentaneamente) ben sperare... questo sentierino intermittente permette di raggiungere il passaggio che scende al largo ed erboso canalone del Rio della Grega (foto 52) dove, sulla paretina rocciosa, Andrea nota una freccia rossa che indica appunto il versante
dal quale siamo arrivati; questo passaggio è praticamente obbligato,
perché in seguito si nota (come nella foto 53 sulla sinistra), che il versante presenta una parete rocciosa che precipita nel canale, parete che più a valle appare interrotta da una sorta di fascia con vegetazione (più o meno alla quota dove la CNS riporta il sentiero), la quale potrebbe essere un'altra possibilità di accedere al canale (naturalmente non verificata).
Una breve discesa sul comodo (ma scivoloso a causa della pioggia) versante, e poi seguiamo una lieve traccia sulla destra che ritorna su un
versante con vegetazione (qui il percorso seguito corrisponde alla mappa CNS), la traccia presto scompare e bisogna districarsi tra gli arbusti per
giungere su una dorsale dove finalmente si inizia a scendere più decisamente, comunque il terreno rimane sempre scomodo, faticoso e anche scivoloso.
Guardando il basso nella valle si vede il prato di Ratei di sotto che però è ancora lontano, bisogna prima passare da Ratei di mezzo il cui "ritrovamento" è stato in verità abbastanza difficoltoso e dispersivo... quel che rimane del prato dell'alpe lo si era individuato ma abbiamo perso tempo nel cercare i ruderi che sono ormai mimetizzati tra la vegetazione, i ruderi di Ratei di Mezzo alla fine li scoviamo a circa 1760 m.
Da Ratei di mezzo riprendiamo la (lenta...) discesa nella vegetazione raggiungendo, mentre esce anche il sole, i prati dell'Alpe Ratei di sotto a circa 1615 m. dove sono ancora presenti alcune travi della baita, l'alpeggio era posto su un bel pianoro panoramico, una breve pausa e riprendiamo il percorso traversando in discesa inizialmente lungo una sorta di larga cengia che permette di accedere al versante sottostante dove è richiesto ancora un ultimo traverso scomodo verso destra (est), si devono superare tre canalini e poi raggiunta un'ultima dorsale la si discende in direzione del canale del Rio della Grega che si dovrà traversare.
Il passaggio del canale è a circa 1300 m. e come riferimento si può guardare il verticale canalino sulla parete rocciosa della cresta che sale alla Cima di Faut (foto 70), il
passaggio è obbligato e perciò bisogna trovare la traccia (che a un certo punto diventa ben evidente),
in questa occasione sbuchiamo sul sentiero proprio nei pressi dell'ometto di foto 71... il percorso che segue si presenta piuttosto tortuoso per superare diversi salti di roccia, e questo fa capire che è indispensabile trovare questa traccia (questo naturalmente vale in particolare se si è in discesa), e infine giungiamo al passaggio del canale a circa 1300 m.
La traccia prosegue sul versante opposto dove poi si entra in un tranquillo bosco dove terminano le difficoltà, traversiamo in piano verso ovest raggiungendo la solitaria baita dell'Alpe Pian del Rial a circa 1275 m. dove si nota un curioso e interessante muraglione che fa pensare a una sorta di paravalanghe, che però è posto a fianco della baita...
Scendendo nel tranquillo bosco si raggiunge il piccolo gruppo di baite di Sause 1065 m. dove una stradina traversa e scende alla SP10 che seguiamo in salita ritornando a San Giuseppe concludendo questo "selvatico", faticoso, ma anche interessante giro.
Tempo per questo giro, circa 9 ore. (La discesa ha richiesto molto tempo, ben maggiore di quello impiegato in salita, a causa appunto del tipo di terreno e anche della pioggia che rendeva a tratti il terreno molto insidioso).
Difficoltà EE - Agosto 2020.
immagini ↑→