Ritorno alla bella e interessante cengia della Pietraforata (visitata in precedenza nel mese di marzo 2019 : Link), naturalmente cogliendo l'occasione per fare un percorso parzialmente inedito per noi, salendo la piacevole Costa del Cavallo e un ritorno quasi "improvvisato" seguendo un sistema di cenge, sempre sul versante dove si trova la cengia della Pietraforata, però circa 200/300 metri più in basso.
Con Andrea partiamo dal villaggio di Schieranco 770 m. posto sulla sinistra idrografica dell'Ovesca (alcune possibilità di parcheggio), e passando presso l'Oratorio dedicato ai Santi Rocco e Sebastiano saliamo lungo il percorso segnalato C16 (vedi la Geo4Map) seguendo inizialmente la "Strada Vicinale per le Piane" come riporta la Mappa Catastale; la mulattiera iniziale si trasforma subito in un sentiero che, passando presso la costruzione relativa all'acquedotto, porta al guado sul Rio Pena (Rio Schieranco sulla catastale).
Saliamo sul versante opposto nella faggeta, su terreno a tratti ripido in ambiente che appare piuttosto "bagnato" (anche gli alberi risultano più scuri del solito, visto il periodo piovoso persistente), e si passa dalle costruzioni dell'Alpe Cavalzot 1290 m. e in seguito si arriva sul panoramico dosso dell'Alpe Cavallo 1373 m. con le sue baite riattate e ben mantenute; qui alla baita di Ca' Pierin si può vedere un sasso squadrato con un paio di coppelle unite da canaletti (canaletti che curiosamente continuano anche "in verticale" sul fianco del sasso...).
Lasciamo il percorso segnalato e i prati ben tenuti dell'Alpe Cavalla per salire nel soprastante bosco di conifere dove troviamo una interessante "roccia confinale", non è il solito cippo squadrato ma una grande lastra con incise le iniziali dei comuni di Viganella e Schieranco (che ai tempi erano appunto comuni autonomi); usciti dall'abetaia continuiamo la salita trovando qualche taglio e anche tracce di un vecchio sentiero che portava al soprastante piccolo pianoro del Pian di Pevri (piano delle pecore) dove la Costa del Cavallo diventa più ripida e cambiando aspetto, continua tra roccette e ripidi pendii erbosi.
Inizialmente si trova anche un tratto del vecchio sentiero dove si riconoscono alcuni gradini e più in alto si vede la selletta erbosa de Il Col, zona dove probabilmente ai tempi pascolavano le capre o le pecore, intanto il panorama si apre sia verso la costa dell'Alpe Pena (visitata in un paio di giri precedenti) e dalla parte opposta il suggestivo e dirupato versante dove si trova la cengia della Pietraforata.
Raggiunta la dorsalina a monte del Col troviamo il classico cippo minerario con i due martelli incrociati (in basso, la scritta SAMI) a circa 1800 m. che delimita il confine della zona che da qui a Ogaggia era sfruttata per l'estrazione del ferro.
Riprendiamo la salita incontrando nuovamente un tratto misto di roccia ed erba fino al risalto tondeggiante 2105 m. oltre il quale traversa la cengia della Pietraforata che raggiungiamo seguendo una traccia di animali, dopo aver salito questa cimetta da dove si vede il percorso seguito in salita lungo la Costa del Cavallo, proseguiamo in direzione dell'Alpe Ogaggia lungo la cengia passando inizialmente presso la caratteristica e interessante roccia della Preia Furà (la Pietraforata) 2077 m. (vedi anche le immagini della visita precedente : Link).
Con bel percorso, piacevole e panoramico lungo la cengia in ambiente suggestivo in particolare guardando a monte i dirupati versanti rocciosi che salgono ai contrafforti del Pizzo Ciapè, e anche ammirando le belle fioriture presenti (in particolare si notano alcune Orchidee e diversi esemplari di Primula farinosa), arriviamo al colletto dove si trovano le costruzioni dell'Alpe Ogaggia 1977 m.
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Una breve pausa controllando anche l'evoluzione meteorologica viste le previsioni che davano temporali nel pomeriggio, e per il ritorno decidiamo di seguire un percorso "alternativo" (pensato in verità durante la salita, osservando il versante), che traversa verso la Costa del Cavallo a circa 200/300 metri più in basso rispetto alla cengia della Pietraforata; seguiamo inizialmente una vecchia ma evidente traccia che dai pressi dell'alpe scende sotto una grande parete rocciosa (forse ai tempi questa parete forniva riparo, oppure poteva anche essere un sentiero relativo alle miniere di ferro).
Dal pianorino sotto la parete scendiamo con percorso libero il versante per raggiungere l'inizio del traverso che seguiremo, un versante che apparentemente sembra abbastanza "tranquillo", vedi foto 6 e 7, ma sappiamo che sono
presenti alcuni canali lungo il percorso...
Seguiamo una traccia di animali più o meno evidente e in seguito il terreno si fa più impegnativo ma il percorso rimane evidente e logico, giunti alla zona di foto 18 bisogna scendere per ritrovare la traccia che continua lungo le cengette inferiori, proseguendo si traversano alcuni canali tra cui quello del Rio Rovinaccia (l'unico nominato sulla catastale), e infine un ultimo tratto in salita conduce alla più tranquilla Costa del Cavallo (questo traverso "basso" è consigliabile solo a chi ha già una certa familiarità con questo genere di terreno).
Infine torniamo a Schieranco lungo il percorso seguito in salita mentre il meteo "ha tenuto" in questa piacevole e fresca giornata di inizio giugno.
Per questo giro, circa 10 ore incluse le soste.
Giugno 2023 - Difficoltà EE
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