Dopo la prima visita nella appartata Valle Duggia (Link), ritorno in zona principalmente per vedere l'ultima "Alpe Pezza" che rimaneva ancora da visitare, la Pezza dei Corni, posta sul versante opposto del Riale Montela rispetto alle altre tre Alpi Pezza (di sotto, di mezzo e di sopra), e anche in un luogo più scomodo e impegnativo da raggiungere.
Vale la pena riportare la piccola introduzione che il Ravelli riserva alla Valle Duggia, "valle affatto pittoresca"... una presentazione poetica, ma anche piuttosto iperbolica :
A ponente di Locarno si apre una valle profonda, arcadica dapprima per l'ombria dei suoi boschi, il gàrrulo risuonar delle sue acque, il fiorir dei suoi prati, il sorriso dei suoi alpi; orrida dipoi nella stretta forra della Gula dalle acque eternamente scroscianti sotto l'ischeletrito ponticello che temerariamente le sorpassa; superba, infine nelle rupinose quattro cime che le fan da sfondo, il Luvot, il Castello di Gavala, il Massale, la Res...
Con Andrea partiamo da Locarno 410 m. (frazione di Varallo Sesia), in una giornata nuvolosa con previsioni che annunciano pioggia nel primo pomeriggio, l'idea originale era arrivare al sentiero riportato sulla mappa Svizzera CNS (utile, come sempre, in questa occasione), scendendo dalla stradina che entra nella valle dopo Rolà e raggiungendo la zona di Giavinaccia, questo però richiedeva il guado del Torrente Duggia, guado che, dopo le precedenti piogge, si prospettava non agevole... e allora decidiamo per un avvicinamento più "largo" seguendo inizialmente il percorso segnalato sul versante destro idrografico della valle.
Di fronte alla Chiesa della Madonna di Costantinopoli di Locarno, scende a superare il Torrente Duggia sul ponte in legno (le cui assi iniziano ad accusare il trascorrere del tempo...), lungo il sentiero 724 che sale nel bosco incrociando il percorso 712 che arriva da Doccio, e si arriva all'Alpe Solivello 702 m. (Passaccio di sopra sulla IGM, poco lontano c'è una sorgente, segnalata), dove si ha una prima apertura panoramica sui versante nord-est della valle, qui si segue la vecchia stradina sulla sinistra che termina
presso il rudere di foto 6 (Menni sulla vecchia IGM), dove inizia il sentiero che traversa la bella faggeta passando presso i ruderi di
Prà Pianeo (IGM) e infine sbuca sulla sterrata poco prima dell'Alpe Astove Sartore 830 m. ancora utilizzata (erano presenti alcune mucche).
Ad Astove si ha la migliore veduta panoramica di questo giro, in alto domina il Luvot, e di fronte si vede la dorsalina boscosa da raggiungere per salire all'Alpe Coldra (Goldra scrive il Ravelli, ma forse è un refuso...), a ovest dei prati, all'inizio del bosco si trovano i due ruderi di Lorione a circa 813 m. qui una saltuaria lieve traccia di animali scende il versante e raggiungiamo il Riale Freddo a circa 770 m. superato il quale salendo l'opposto versante (poggiando un poco sulla destra), incrociamo la discreta traccia (tagli) riportata sulla CNS che risale il versante a tratti piuttosto ripido, e in fine, dopo una zona con grossi massi, raggiunge l'imboscata Alpe Coldra a 940 m. (Alpi della Collera su una vecchia mappa mineraria... infatti la traduzione in dialetto locale di collera è appunto coldra... già in quei tempi remoti, da parte dei cartografi era usanza cercare di "italianizzare" i nomi dialettali, a volte correttamente come in questo caso, ma spesso storpiando il significato originale del toponimo).
Qui la CNS riporta un sentiero che traversa il versante in direzione nord-ovest rimanendo più o meno sempre alla stessa quota, ma abbiamo trovato solo qualche saltuaria traccia di animali (certamente anche ai tempi questo non era uno dei sentieri principali..), tenendo presente la mappa Svizzera del 1963 si traversa cercando i passaggi migliori, in particolare sono presenti due canali principali e anche altri canalini minori ma non per questo meno insidiosi...
Giunti nelle vicinanze della dorsale posta a sud-est della Pezza dei Corni (evidente e apparentemente "tranquilla" guardando dal sentiero del Ponte della Gula, e sulla quale avevo ipotizzato un percorso durante la precedente visita in valle), troviamo dei tagli che sembrano indicare appunto un percorso che sale dal basso, arriviamo infine sulla bella dorsale dove si estende la usuale bella faggeta, qui si trova una traccia di sentiero che porta ai miseri ruderi dell'Alpe Pezza dei Corni a circa 963 m. ruderi il cui aspetto fa capire che sono stati abbandonati veramente da lungo tempo... si notano anche le piccole
dimensione dei fabbricati presenti, degno di nota il camino della foto 45...
Nei pressi dei ruderi si nota un sentiero che, anche se in parte imboscato, è ancora abbastanza visibile, e naturalmente lo seguiamo nel suo percorso verso il canale del Riale Montela, era probabilmente il sentiero dell'acqua, infatti sembra terminare nei pressi del canalino con una bella pozza circolare (foto da 47 a 50), proseguiamo comunque scendendo gradualmente verso il torrente e cercando il punto migliore per raggiungerlo.
Raggiunto il Riale della Montela (Rabbini) dove ormai
quasi consumata dalla ruggine, troviamo un vecchio rampino (cusela in Valsesia), usata per appendere il legname o altro alla teleferica, risaliamo il versante opposto cercando i
passaggi migliori (inizialmente scendendo per un tratto sul fianco del
torrente), e più in alto troviamo la traccia (ancora evidente), riportata sempre sulla CNS che entra nella valletta, visto che il meteo sembra ancora reggere, proseguiamo in salita in direzione dell'alpetto successivo, mentre l'ambiente circostante si fa più impervio, e arriviamo così all'Alpe Montela 1060 m. dove vicino ai ruderi è ancora presente una zona prativa, cosa ormai rara in questi ambienti, dopo l'abbandono.
Una breve pausa e ritorniamo scendendo lungo il sentiero che poi prosegue verso la zona di Pezza di mezzo, ma giunti nella faggeta e vedendo in basso alcuni muretti, naturalmente scendiamo giungendo a un primo nucleo di ruderi a circa 895 m. una traccia porta a superare un canalino, e poi si arriva a un secondo nucleo di baite a circa 850 m. (nei pressi anche una balma), visto che i suffissi dell'Alpe Pezza (di sotto, di mezzo e di sopra) sono già
assegnati, non è chiaro come si potrebbero definire questi nuclei che, secondo logica,
dovrebbero comunque far parte sempre dell'Alpe Pezza...
A questo punto non continuiamo a scendere verso la zona della congiunzione dei due torrenti (anche per la presenza di numerose piante cadute), il Riale Montela e il Rio Vazzosa dove ero sceso durante la visita precedente, ma risaliamo direttamente all'Alpe Pezza di mezzo dove, dopo un ultimo traverso, si raggiunge il sentiero segnalato per la Miniera della Balma (vedi questa pagina).
Ritorno
a Locarno lungo il sentiero segnalato 729.
Per questo giro, circa 6 ore e mezza incluse le divagazioni...
Difficoltà E/EE - Maggio 2021
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