Una visita nella tranquilla e poco frequentata Valle della Duggia che dal paese di Locarno sale lungamente in direzione ovest verso la cresta Massale, Castello di Gavala, e Luvot con l'obiettivo di raggiungere una delle numerose miniere valsesiane, la Miniera della Balma (: Link sul sito del CAI Varallo).
Con Fiorenzo partiamo dal piacevole e tranquillo (a parte qualche abbaiante cane...) paese di Locarno 410 m. (frazione di Varallo Sesia) dove, a valle delle abitazioni, si trova la Chiesa dedicata a San Dionigi (Locarno è anche conosciuto per la sua rinomata sagra dell'asparago... : Link).
Si traversa in salita l'abitato e tralasciando il percorso 724a per Parone che sale sulla destra, si supera il Riale e si segue il sentiero 724 che interseca la strada asfaltata che passa da Balmella, Ariaccia e Roncaglio giungendo a Dramo, dove si continua sulla sinistra lungo la stradina, è il percorso 729.
La stradina si addentra lungamente nella valle salendo con poca pendenza, il percorso è allietato dalle fioriture che "decorano" i terreni circostanti le case, che paiono realizzate in epoca abbastanza recente, si passa da Prà, Personale, e da Rolà (qui vendita prodotti locali, e si vedono anche quattro cani maremmani che però sono dall'altra parte del recinto ai lati della stradina...).
In seguito la strada si trasforma in una bella mulattiera costruita con perizia, utilizzata per portare a valle il materiale oltre che per la miniera di nichelio alla quale siamo diretti, anche per la cava di marmo rosa in località Gavassi (cava che si può raggiungere lungo il sentiero segnalato sulla destra al bivio che si trova lungo il percorso).
Si passa dall'Ör dal Büs (Orlo del Buco...) poi dalla sorgente dell'Alpe Lumaca (si vedono i ruderi poco più avanti in basso sulla sinistra), in seguito alcuni
ruderi sulla destra preannunciano l'arrivo al piacevole (specialmente in questo periodo della stagione...) pianoro dell'Alpe Campello, il sentiero prosegue giungendo alla Gula, zona dove sono visibili le costruzioni realizzate per il trattamento del minerale estratto, e poco più avanti il Ponte della Gula a circa 810 m. sul Rio Vazzosa che serpeggia sinuoso e spumeggiante in basso; fino a qui, dalla Chiesa di San Dionigi a Locarno, circa 1 ora e mezza.
Superato il ponte e ignorata la deviazione sulla destra che sale in Val Vazzosa, inizia la "vera" salita di questa escursione, il percorso che segue è chiamato la stràa dla lessi... che sale nella bella faggeta (suggestiva in questo periodo subito dopo lo spuntare del fogliame...), raggiungiamo l'inconfondibile "gruppo" di piante di foto 32 dove, sulla sinistra, continua il sentierino per Pezza di mezzo, si traversa un canalino (qui il classico segno di vernice di una volta, giallo-rosso...), e raggiungiamo le baite ancora in discreto stato, dell'Alpe Pezza di mezzo 865 m. ( : GPX ).
Scendendo lungo la ripida dorsalina verso sud, in direzione del
sottostante torrente, trovando altri segni di vernice, si raggiunge il pianoro con il piccolo rudere di Pezza di sotto 815 m. ( : GPX ), i vecchi segni di vernice proseguono verso il Rio Vazzosa nella zona dove si congiunge col Riale Montela che scende dal versante del Terraggiolo; questo vecchio percorso che passava dagli alpeggi è stato abbandonato a causa della ripidità del terreno e immagino anche per il fatto che bisognava guadare il torrente... la presenza del Ponte della Gula ha naturalmente fatto preferire il suo più comodo percorso; altri due nuclei (più corposi di questo piccolo rudere), sono presenti più ad ovest, salendo sul fianco del Riale Montela (vedi questa pagina).
Tornati al bivio riprendiamo la salita lungo il percorso segnalato, poco più in alto si vede sulla sinistra in basso, un altro rudere senza nome a circa 890 m. ( : GPX ), vista la relativa vicinanza, si potrebbe considerare facente parte di Pezza di mezzo, ma probabilmente anche questa costruzione aveva il suo nome...
Continuando la salita nella faggeta e arrivando verso i 965 m. di quota, si vede sulla destra una lieve traccia che traversa, seguendola si raggiungono velocemente i numerosi ruderi (il sito del CAI Varallo parla di ben 15 costruzioni...), dell'Alpe Pezza di sopra 972 m. ( : GPX ), la maggior parte delle costruzioni erano allineate lungo il versante, le baite furono incendiate (e di conseguenza poi abbandonate), durante il periodo della seconda guerra mondiale (gli alpeggi non sono riportati correttamente sulla attuale mappa Geo4Map, per questa ragione ho inserito i files GPX).
Ripreso il percorso segnalato, il sentiero sale faticosamente (e un poco monotonamente...) con lunghi tratti senza tornanti (che sono sempre preferibili per variare ogni tanto il percorso), in compenso il panorama inizia ad aprirsi anche se la giornata rimane nuvolosa ma fortunatamente senza le previste piogge... salendo la temperatura diminuisce e si incontrano i primi tratti con neve residua, ma anche con le fioriture della sempre affascinante Erica...
A sud è dominante la presenza del Luvot, poi salendo, in
direzione opposta si staglia la Res, mentre verso ovest si vede la cresta del Massale (percorsa in un precedente giro, Link), per un tratto il sentiero sale a tornanti sul versante nord dove la presenza della neve richiede attenzione vista la
pendenza, poi si passa sul versante sud traversando il fianco della montagna e raggiungendo i ruderi delle "case" dei minatori a circa 1575 m. poste in bella posizione panoramica (ma a chi faticava in questi luoghi, probabilmente poco importava di questo...).
Traversando ancora in leggera salita si raggiunge la Miniera della Balma dove la presenza della neve accumulata a causa delle slavine scese dal versante soprastante, impedisce di avvicinarsi ai "buchi", ma in compenso rende l'ambiente più "scenografico" ... Qui si estraeva nichelio e cobalto fin dal 1800; dai ruderi delle costruzioni il sentiero segnalato prosegue verso la dirimpettaia Sella della Balma raggiunta in un precedenti giro salendo dal versante opposto, : Link, ma in questa occasione non c'è il tempo per poter proseguire, e si ritorna a valle lungo il percorso seguito all'andata.
Tempo per questo giro, poco più di 7 ore.
Difficoltà E/EE - Maggio 2021
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