(Anzola) Cippo, Curticc - Ca' dul Gob - Colet - L'Alpetto - Fontana Ragozza - dorsale della Colla di Megolo 1263 m. - ultimo (forse...) Alpetto della Valle dell'Inferno - Fontana Ragozza - L'Alpetto - Pian del Baro - Pas bar - Ca' Togn - Balm Lovig - Anzola.
Ritorno sulla montagna di Anzola d'Ossola (con divagazione sul versante di Megolo), per raggiungere due alpetti che ancora non avevamo visitato, il primo è L'Alpetto (si chiama proprio così... dalla Mappa Rabbini) situato tra il Colet e Fontana Ragozza, e l'altro senza nome, più discosto e appartato, posto su una dorsalina secondaria che scende a nord all'inizio della più importante dorsale della Colla di Megolo (Cola d'Umenig), l'ultimo alpetto che ancora mancava della Valle dell'Inferno (forse... non si sa mai che venga "scoperto" qualcos'altro in futuro, che in verità è quello che si spera sempre, così da mantenere e rinnovare l'interesse per continuare a fare questo genere di "escursioni"...).
sulle caratteristiche cenge del percorso del Balm Lovig...
Un giro che alla fine è risultato ben più interessante del previsto, oltre ai due alpetti obiettivo dell'escursione, abbiamo trovato un interessante sentiero ancora inedito per noi, che dal Colet traversa a L'Alpetto e poi scende a Pian del Baro, infine siamo tornati ad Anzola ripassando dal sempre interessante e impegnativo percorso che da Ca' Togn passa per il Balm Lovig (con un tratto intermedio, collegamento tra i due percorsi, che inizia dal Pas Bar...).
Come al solito, in un ambiente del genere quasi sempre all'ombra e con molta vegetazione, le immagini raccolte possono trasmettere solo in minima parte le sensazioni provate durante il percorso...
salendo al Colet...
Con Andrea partiamo dal campo sportivo di
Anzola (qualche possibilità di parcheggio) nei pressi della vicina azienda a fianco della quale una stradina entra verso la montagna portando al sentiero per il
Cippo (Monumento ai Partigiani, sentiero
A35 sulla Geo4map) che poi continua salendo nella zona di
Curticc (i cui ruderi sono poco più in basso a sinistra rispetto al sentiero) dove si trova un bivio (cartello) si lascia la traccia più evidente che continua verso Bar, per proseguire invece salendo sulla sinistra in direzione di
Ca' dul Gob.
Oltre
Ca' dul Gob il percorso scende a superare (la prima di successive volte...) il
Canale della Pizza (così è riportato sulla mappa catastale, ma è piuttosto probabile che sia un errore, e il nome corretto fosse
Pissa, riferito a cascata, un toponimo usato spesso in
Valsesia ma anche in
Ossola, vedi a esempio :
questo giro in Val Quarazza), proseguendo la salita arriviamo a un alpetto senza nome a
835 m. nei pressi di un risalto che aggiriamo salendo sulla destra, poi troviamo un tratto di sentiero costruito inizialmente nascosto dai ginepri, e infine lasciamo il sentiero che traversa sulla destra per salire direttamente su terreno misto una panoramica dorsalina, passando presso un interessante masso in equilibrio che pare precario (foto
17), ma probabilmente è in quella posizione da tempo immemorabile.
al Colet...
Sbuchiamo infine al sole sulla dorsalina del
Colet 1064 m. un buon punto panoramico (nonostante le piante), dove rimaniamo per pochi minuti al sole traversando verso nord e passando presso i ruderi dell'alpe, questa dorsale rimane abbastanza a lungo al sole anche in inverno, come noteremo in seguito, dove la dorsale si impenna prosegue il sentiero ma giunti nei pressi del primo canalino troviamo un tratto franato... allora, tornati alla dorsale la risaliamo per un tratto trovando così un'altra traccia che traversa verso il canalino superandolo più in alto, in basso notiamo anche le vecchie pontegge che, dall'aspetto, non sarebbero in ogni caso più utilizzabili...
Continuando a traversare, il sentiero non arriva direttamente all'alpetto successivo, ma giunti nel punto in cui inizia a scendere lo abbandoniamo (ancora non avevamo deciso che saremmo ritornati qui per la discesa...) per salire poche decine di metri giungendo così a
L'Alpetto 1075 m. costituito da tre ruderi dall'aspetto piuttosto "datato", questo alpetto è riportato e nominato solo sulla Mappa Rabbini, la quale lo mette in maggiore evidenza rispetto a quello del
Colet...
Da
L'Alpetto continuiamo traversando nuovamente il
Canale della Pizza passando su un tratto di sentiero costruito (foto
34) giungendo poi a
Fontana Ragozza ca. 1080 m. dove si trovano diversi muretti ma non c'è evidenza che ai tempi
fosse presente un alpetto, presso la parete solitamente si trova uno stillicidio d'acqua, ma non in questa occasione probabilmente a causa del terreno gelato.
Saliamo alla sinistra della parete per poi sormontare la paretina di foto
39 dove si ritrova la traccia del sentiero che con percorso piacevole e inizialmente anche panoramico supera il salto roccioso.
l'alpetto nella Valle dell'Inferno...
Saliamo il versante a tratti ripido trovando in seguito una spolverata di neve gelata e arriviamo all'inizio della dorsale della Colla di Megolo, qui a 1263 m. traversando sulla destra
troviamo la vecchia traccia che scende una dorsalina protesa nella
Valle dell'Inferno dove, circa cento metri più in basso, arriviamo all'ultimo (?)
alpetto della
Valle dell'Inferno a 1160 m.
Nei pressi dei ruderi vediamo anche una sorgente, la dorsale si trova al culmine del versante destro idr. del canale del
Rio dei Mot, l'alpeggio omonimo si intravede giù in basso avvicinandosi (con cautela) al bordo della dorsale i cui fianchi precipitano a valle; qui anche in inverno arriva il sole, lo avevamo notato alcuni giorni prima guardando questa zona dall'
Alpe Turi (vedi foto
54 e
55).
Sarebbe interessante riuscire a recuperare il nome di questo remoto alpetto, ma la cosa appare improbabile... parlando con alcuni cacciatori della zona, mentre
L'Alpetto dopo il
Colet era noto (ma non sapevano il nome), questo nella
Valle dell'Inferno era assolutamente sconosciuto...
A questo punto decidiamo di risalire alla quota
1263 m. per poi tornare sotto
L'Alpetto così da continuare a seguire il sentiero che traversa dal
Colet (l'altra opzione era quella di tornare dalla
Valle dell'Inferno, però lungo percorsi già noti, e naturalmente era più interessante scoprire se il sentiero proseguiva, come ipotizzato, verso
Pian del Baro...).
la scalinata lungo il percorso per Ca' Togn...
Ritornati velocemente al sentiero a valle dell'
Alpetto, lo seguiamo in discesa, la traccia è quasi sempre evidente e raggiunge una zona dove il tipo di terreno obbliga a traversare il versante verso sinistra (nord), con percorso interessante raggiungiamo una dorsale con rododendri da dove si scende a traversare ancora il
Canale della Pizza poco più a monte della presa d'acqua di
Pian del Baro, e in breve traversiamo fin nei pressi dell'alpeggio di Pian del Baro ma senza raggiungerlo, dal pianoro superiore saliamo al prato sopra la paretina di foto
81 dove troviamo la traccia che porta all'interessante
Pas Bar,
un panoramico, ma anche piuttosto esposto passaggio su roccia, che permette di superare il versante in gran parte roccioso.
il Pas Bar...
Dopo il
Pas Bar traversiamo tra erba e rade piante seguendo una traccia non sempre evidente, superiamo il canale del
Rio dei Mot Bianchis, e dopo un ulteriore tratto incerto (questo è in pratica un percorso dei cacciatori...) giungiamo su una dorsale erbosa da dove si individuano in basso due grandi massi (di cui uno chiaro) che ci ricordano che siamo arrivati sul percorso seguito nel 2017 per
Ca' Togn e il
Balm Lovig che naturalmente seguiamo, anche perchè è il percorso più diretto per tornare a valle e si sta facendo sera...
Scesi dalla prima balza, cerchiamo sulla sinistra il sentiero che passa dalla bella scalinata di foto
94, poi c'è la sorgente e il piano della vecchia teleferica (avendo poca memoria, i ricordi vengono alla mente man mano che passiamo dai luoghi visitati più di sei anni prima), traversando infine sulla destra arriviamo a
Ca' Togn ca. 670 m. dove erano presenti almeno sei costruzioni tra gli alberi di castagno di cui rimangono alcuni grossi
arbul.
i castagni di Ca' Togn...
Un luogo tranquillo e sereno, che contrasta fortemente con il percorso da seguire per arrivare fino a qui, in particolare quello che seguiremo proseguendo la discesa... dai ruderi traversiamo in discesa verso est su vaghe tracce raggiungendo nuovamente il canale
del
Rio dei Mot Bianchis, che qui risulta ben più impressionante... passati sul versante opposto inizia un lungo tratto che richiede costante attenzione perchè si cammina su cenge a volte esili e su tratti con erba o foglie che possono nascondere insidie, il percorso è comunque molto bello e forse viene apprezzato maggiormente in questa ripetizione, piuttosto che la prima volta (parere personale). Passiamo dalla bella cengia del
Balm Lovig (che è anche il tratto più tranquillo), e infine torniamo ad
Anzola concludendo questo interessante e piacevole giro.
Per questo giro, circa 8 ore.
Gennaio 2024 - Percorso impegnativo.
immagini ↑→
la bella e tranquilla cengia del Balm Lovig...
sul bordo dei precipizi...