Durante l'escursione nella zona di Faut e Ratei da Rima San Giuseppe in Val Sermenza (Link), si vedeva sul versante opposto della valle il selvaggio e suggestivo (e intrigante...) ambiente tra pareti rocciose e aeree zone boscose (vedi la foto sottostante), che certamente "nascondevano" degli alpetti da ricercare, e naturalmente, appena possibile, bisognava andarci...
Cà di Zelle, Pié di Morello, Baitone, Alpe Creus, Rio del Cervellè, i Mialoni, Rio Morello, Rio Moja, Alpe Faggiolo, Rio Morello, Baitone, Pian del Vedovo, Cà di Zelle. Con Andrea e Dario partiamo nei pressi di Cà di Zelle 974 m. qualche possibilità di parcheggio ai due lati del ponte sul Torrente Sermenza (di fronte alla Cappella di S. Anna), ci dirigiamo verso la baita posta da ovest dalla quale saliamo nel bosco cercando il sentiero (qualche segno scolorito di vernice rossa) che conduce al nucleo di Pié di Morello 1083 m. (Pianmorello sulla Rabbini) da dove (tra le nebbie), si vedeva sul versante opposto la Cima di Faut e il versante di Ratei visitati in precedenza.
A monte delle baite di Pié di Morello una traccia inizialmente poco evidente sale sul fianco del canale del Rio Morello (Rivo del Pianmorello) per poi attraversarlo, in seguito il sentiero diventa più evidente e porta al poggio panoramico dove si trova il "faggio de nomi" dal quale si vede di fronte la prossima meta, il Baitone e in alto il poggio dell'Alpe Faggiolo che visiteremo al ritorno; il sentiero prosegue traversando una giavina (dalla quale salendo sulla destra si può giungere all'Alpe Ruscà di sotto), e poi traversando alla base di una parete si giunge al Baitone circa 1300 m. (fino a qui, circa 1 ora).
Il rudere del Baitone si trova in una suggestiva posizione, su un piccolo pianoro a lato del canale dove il Rio Morello poi precipita con una imponente cascata (non visibile in questa occasione vista la scarsità di acqua presente).
Poco oltre il rudere vediamo l'evidente traccia che traversa il canale e che seguiremo al ritorno scendendo da Faggiolo, saliamo invece a monte dell'alpetto e per raggiungere la dorsale soprastante aggiriamo il salto di roccia traversando verso il canale del Rio Morello per poi risalire sulla destra (est), un'altra possibilità (più sbrigativa), è quella di salire direttamente, con un passaggio iniziale su roccia, il ripido ma agevole versante (vedi foto 23).
Continuando la salita sul versante sinistro idrografico del canale principale, trovando alcuni resti del vecchio sentiero (gradini), si arriva ad un pianoro dove si trovano i ruderi dell'Alpe Creus (toponimo presente sulla antica mappa degli Stati Sardi) a circa 1385 m. (dal Baitone a qui, circa 30 minuti), si continua traversando verso il canalino del Rio del Cervellè (la Punta del Cervellè, attualmente chiamata Monte Cervero, è la soprastante ed elegante montagna che domina il versante), che si supera agevolmente proseguendo poi sulla dorsale successiva dove il percorso si fa incerto.
Saliamo per un tratto su terreno misto con rocce e vegetazione (da dove si ha qualche prima veduta del bel salto del canale del Rio Morello), traversiamo in un tratto un poco impegnativo e non molto agevole, scendendo poi il versante notiamo che
quasi certamente il percorso del vecchio sentiero traversava più in basso poco a monte del canale in una zona boscosa... (vedi foto 29 e 50), poi un
ultimo tratto di salita molto ripida sul pratone conduce alla isolata dorsalina dove si trovano i miseri e seminascosti ruderi (a circa 1630 m.) di quello che probabilmente non era un alpeggio, ma solo un piccolo ricovero per chi veniva da queste parti a sfalciare l'erba, siamo nella zona chiamata "i Mialoni" (dall'Alpe Creus a qui, poco più di 1 ora).
Mialoni (toponimo tipicamente valsesiano), deriva da Mijâ che sta ad indicare un prato o un appezzamento erboso situato in luoghi impervi e scoscesi (come in questo caso...), e ne siamo venuti a conoscenza grazie ad alcuni cacciatori della zona.
Una breve sosta ammirando l'impervio e affascinante versante superiore che le nebbie a tratti lasciavano intravedere, e poi scendiamo al canale del Rio Morello per salire sul versante opposto nell'unico punto in cui appariva possibile farlo, lungo un traverso in salita abbastanza esposto (ma anche qui non era il passaggio "giusto"...), giunti nella più tranquilla faggeta si vedono dei tagli e alcune pietre sistemate a mò di muretto (foto 56), la classica "posta" dei cacciatori, e poco più in basso, il giusto passaggio che permette di traversare agevolmente giungendo proprio sopra al gran
salto del canale... (un luogo che personalmente, ha ricordato una zona simile, il passaggio a monte del salto del Rio del Ponte sopra Premosello Chiovenda (vedi questo impegnativo percorso : da Ludo Alboc a Curtet).
Gratificati per aver trovato questo fondamentale passaggio, traversiamo in discesa il vasto versante boscoso dove sono presenti dei tagli che indicano il percorso oltre alla traccia, ma sono comunque presenti diverse altre tracce che possono ingannare... si supera agevolmente il canale laterale del Rio Moja e infine si giunge al suggestivo pianoro dell'Alpe Faggiolo 1462 m. dove le nebbie parzialmente diradate, lasciavano ammirare l'impervio versante soprastante (dai Mialoni a qui, circa 2 ore).
Una sosta ammirando il versante dominato dalla slanciata cima del Monte Cervero, e scendiamo verso nord-est per tornare al Baitone, facendo però prima una visita al pianoro sottostante (aggirando il salto di roccia sulla sinistra e seguendo poi una traccia di sentiero verso
destra), per vedere se erano presenti eventuali ruderi (affacciandosi con prudenza sul bordo dello strapiombo, si può vedere in basso Pian Morello), ma nessuna traccia di manufatti, il luogo è comunque suggestivo...
Traversiamo allora verso nord per poi scendere lungo un sentiero che, con interessante percorso, conduce nuovamente al canale del Rio Morello che si supera sopra il salto della cascata e poco oltre si ritorna al Baitone; lungo il
percorso dell'andata si ripassa dal "faggio de nomi" e dopo un tratto sul sentiero lo abbandoniamo per traversare in leggera salita verso est giungendo sulla dorsale (carbonera) a monte di Pian del Vedovo i cui ruderi raggiungiamo a circa 1070 m. un ultimo tratto in discesa nella ripida faggeta e si ritorna alla baita ad ovest di Cà di Zelle concludendo questa interessante e selvatica escursione.
Tempo per questo giro, circa 7 ore e mezza.
Settembre 2020 - Difficoltà EE
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