Ritorno nella zona degli alpeggi soprastanti Masera, per vedere da vicino la frana di Travello, e con una digressione verso la panoramica Croce di Rovareccio 1767 m.
Da Masera si segue all'inizio il percorso contrassegnato dal bollino di colore verde (vedi anche questa pagina), si passa dalle frazioni Merro e Quartavolo, a Merro si può visitare l'interessante torchio, superato l'Oratorio di S. Antonio, si segue la stradina che poi diventa una mulattiera, a un bivio segnalato (sulla destra continua la Stra dei Busin verso Paiesco, vedi questa pagina), si sale seguendo la mulattiera sulla sinistra che traversa in salita tutto il fianco della montagna.
Si incrocia una condotta dell'acqua [foto 11], poi la mulattiera gradualmente diventa un sentiero che traversa un tratto con alcune piccole frane, che però non creano problemi (qui si hanno le prime avvisaglie del tipo di terreno con roccia friabile tipico di questa zona).
Superata la solitaria Cappelletta chiamata Camughera Granda a 708 m. e il piccolo canale del Rio Diamin, si arriva alla baita superiore di Gerbido 789 m. da dove il sentiero traversa verso il Rio Vasigone, poco dopo si giunge sul dosso dove si trova l'Alpe Vasigone 856 m. con la sua bella Cappella del 1745.
Si sale lungo il dosso erboso, per poi ritornare nel bosco presso le baite superiori dell'alpeggio, si continua la salita portandosi gradualmente verso il bordo della grande frana di Travello (dovrebbe essere inutile sottolineare che avvicinarsi troppo al bordo, potrebbe essere poco salutare...).
Si sale contornando la frana e poi si traversa arrivando alle baite di Travello sopra ca. 1170 m. dove si trova la stradina che sale verso Pescia; si segue per un tratto la stradina e poi si trovano i segni di vernice del sentiero estivo che incrocia la strada, a un bivio (sulla sinistra la stradina prosegue verso Pescia sotto), si continua sulla destra uscendo sui pianori superiori, dietro le belle baite della foto 38, si ritorna nel bosco e si sale a Pescia alta [foto 39 e 40].
In questa occasione, anche se le condizioni della neve non erano certo ideali, la neve era ancora abbondante, ma dopo la metà di marzo, a queste quote così basse, le temperature iniziano ad avere effetti deleteri sulla neve (e contribuisce anche l'esposizione a sud di questa zona...), valeva la pena salire ancora per un tratto lungo la dorsale dove non vi erano tracce di passaggio.
Alla Croce di Rovareccio... :
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