Loja - Teglia - Oratorio del Torro - Alpe Borma - Alpe Campaccio - Santuario della Madonna d'Oropa di Migiandone - Rio Loja - Forte di Bara - Alpe Svendi - Alpe Bara - Rio Loja - La Villa - Alpe Aresti - Alpe Bormia - Alpe Ronchi - Madonna d'Oropa - Loja.
Proseguendo la visita degli alpeggi di
Migiandone, ritorno per una visita alle baite distribuite sul versante a monte delle frazioni
Loja e
Teglia, alpeggi situati a quote relativamente basse, e anche per questa ragione si tratta di una escursione adatta al periodo invernale.
In verità per questi nuclei di baite, forse non è del tutto corretto parlare di alpeggi, in quanto per buona parte, erano delle vere e proprie case di abitazione dove si viveva tutto l'anno; questo lo si nota anche dalle modalità costruttive delle baite che sono diverse da quelle usate per la classica "alpe"; e naturalmente bisogna ricordare che un tempo, qui come in altre zone vicino al fondovalle ossolano, i "centri abitati" erano posti non sul fondovalle ma sui versanti della montagna a quote intorno ai 300/400 metri.
Una escursione interessante, in particolare per la "scoperta" di una bella e imponente "casa padronale" (ormai diroccata), all'
Alpe Aresti, e di una "cantina" costruita con notevole perizia all'
Alpe Ronchi, cantina con il soffitto a "volta", una modalità costruttiva che era usuale un tempo in questa zona, come si è potuto constatare...
Con Fiorenzo partiamo dalla frazione
Loja di
Migiandone (qualche possibilità di parcheggio presso la stradina che entra in paese dove si trova il cartello indicatore del percorso per la Madonna d'Oropa); dopo una passeggiata tra le vie del villaggio
passando dall'
Oratorio di San Rocco, torniamo al parcheggio dove, poco più a est inizia (foto
10) il percorso (attualmente non segnalato) che sale verso l'
Oratorio del Torro (o della
Madonna della Neve, chiamato anche
Madona dal Toru), sopra la porta d'ingresso è incisa la data
1757.
Giunti presso le prime trincee della
Linea Cadorna si trova un bivio, sulla sinistra si può scendere (come fatto in questa occasione), per una breve visita alla frazione
Teglia; ritornati al bivio si sale all'
Oratorio del Torro che esternamente non è in buone condizioni, invece appare meglio conservato guardando all'interno...
Dall'Oratorio si segue il sentiero segnalato (segni di vernice rossa) che sale e poi traversa
verso ovest, si passa dall'
Alpe Borma ca. 280 m. (da non confondere con la più nota
Alpe Bormia che si trova vicino alla
Villa e che visiteremo in seguito); poco prima di traversare il
Rio Loja (
Rial d'in Loja) si trova un bivio, un sentiero ritorna in salita verso est, lo seguiremo al ritorno dopo una visita a
Campaccio e al Santuario della
Madonna d'Oropa di Migiandone.
Intorno al panoramico Santuario venne costruito un interessante portico che circonda per tre lati la chiesa, con i 15 misteri della Beata Vergine, i cui affreschi sono ora in pessimo stato di conservazione (alcuni sono scomparsi), e come purtroppo si può notare anche in numerosi altri luoghi, i graffiti (di tutte le epoche) hanno deturpato le pitture... (da segnalare anche l'imperizia con cui sono stati installati i lampioni, fissati direttamente sugli affreschi...).
Ritornati al
Rio Loja e al bivio incontrato in precedenza, seguiamo il sentiero che sale traversando verso est, raggiungendo il
Forte di Bara dove transita la mulattiera militare che sale dalla
Punta di Migiandone, poco prima di arrivare al cannone panoramico si vede sulla destra un sentiero che sale ritornando verso ovest e lo si segue.
Questo sentiero era un importante percorso che conduceva a
La Villa, infatti a tratti affiora il selciato della vecchia mulattiera; giunti presso un lungo muretto laterale (foto
51), una apertura nello stesso permette di scendere a visitare i numerosi ruderi dell'
Alpe Svendi 420 m. (
Sverdi sulla Rabbini, e
Schwandie per i Walser...).
Il corposo alpeggio era composto da 7 baite poste sul pianoro dove si notano numerosi alberi di castagno, alcuni ormai morti da tempo i cui scheletri rimangono a mo' di sentinelle di un tempo ormai lontano...
In questa zona si trova anche l'
Alpe Jonisse (a ca. 460 m.), che però, in questa occasione, non ho trovato... (Jonisse visitata in un successivo giro, vedi:
questa pagina), dopo aver girovagato in zona e salito anche su un poggio panoramico dove si vedeva in basso l'
Alpe Bara 501 m. decido di raggiungerla lungo un sentierino abbastanza evidente, poi dall'
Alpe Bara una lieve traccia scende in direzione della mulattiera per
Svendi percorsa in precedenza.
Ripresa la mulattiera la si segue superando nuovamente il
Rio Loja (poco prima di raggiungerlo si nota che le recenti piogge hanno "riscoperto" il vecchio selciato...), e dopo un tratto nel bosco si giunge a
La Villa 382 m.
Dopo una visita tra le numerose costruzione della
Villa (anche se già visitata in passato, se si guarda bene si possono scoprire sempre nuovi particolari interessanti...), invece di scendere verso
Campaccio lungo il percorso segnalato dalla vernice rossa, dalla Cappella si scende sulla sinistra lungo la mulattiera che in breve, traversando una bella faggeta dove si trova una baita ristrutturata, porta all'
Alpe Aresti 300 m. qui è degna di nota la grande "casa padronale" ora ridotta a rudere e in parte coperta dall'edera, che però mostra alcuni particolari interessanti che possono far immaginare come poteva essere un tempo.... guardando dall'ingresso con l'architrave su cui è incisa una Croce, si notano i resti del soffitto a volta della cantina, e su un lato della costruzione la porta principale con l'architrave decorato da scanalature, cosa inusuale in queste zone...
(L'edera è predominante sui ruderi delle baite di questa zona... che nasconde in parte le costruzioni e contribuisce ad accelerare l'inevitabile decadimento e conseguente crollo delle baite...).
Da
Aresti si scende, e nei pressi di un ponticello sul piccolo
Rio della Bormia (foto
25), lasciamo la mulattiera principale per traversare verso ovest giungendo sul pianoro dell'
Alpe Bormia con la sua piccola e interessante Cappella (dove si notano due targhe in marmo risalenti agli anni
1856/1889 e su uno stipite, una targhetta in marmo con il numero
167, il cui significato rimane ignoto... forse un numero civico ?).
Prima di visitare le varie costruzioni di
Bormia (erano ben 11), saliamo per pochi minuti sul versante alle spalle dell'alpeggio per vedere le tre grosse baite dell'
Alpe Ronchi ca. 440 m.
Le imponenti costruzioni, oltre all'insolito ed elegante architrave delle foto
32 e
33, riservano una sorpresa (forse la cosa più interessante di questo giro...), una cantina col tetto a volta nella quale si può ammirare la notevole perizia con cui era stata costruita... e che tutt'ora "regge" nonostante il piano superiore sia ormai crollato.
Ridiscesi a
Bormia (anche qui si trova una cantina col tetto a volta, una caratteristica comune in questa zona, probabilmente i costruttori erano sempre gli stessi...), una visita alle baite dell'alpeggio anch'esse assediate dall'edera; sul pianoro una traccia (vedi le ultime
4 foto) traversa verso ovest per poi scendere verso il
Gabbio di
Migiandone passando dalla Cappella detta "
della Borgna", il sentierino scende e poi traversa sbucando sul tratto iniziale della mulattiera della
Linea Cadorna che porta alle trincee (nel tratto terminale la traccia del sentierino è poco evidente...).
Da
Bormiatorniamo invece alla mulattiera che scende da
Aresti che seguiamo per poi sbucare sul percorso della Via Crucis che scende dalla
Madonna d'Oropa di Migiandone a fianco della Cappella di foto
50.
Risaliamo brevemente al
Santuario per poi scendere lungo la mulattiera (cartelli) verso
Loja; si passa da una Cappella con un affresco della Madonna d'Oropa, e in breve si ritorna a
Loja (in senso contrario, dopo il cartello iniziale presso il piccolo parcheggio, attualmente non ci sono altre indicazioni di questo percorso prima di raggiungere il ponte sul Rio Loja...).
Tempo per questo giro, circa 5 ore incluse le divagazioni.
Novembre 2018 - Difficoltà
E/EE
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