Torna alla Home Page

Alpe Solì, Alpe Turi e Monte Turi, Cima della Pioda...

in Montagna : Antigorio e Formazza Valle Anzasca Valle Antrona Val Bognanco Valsesia e altrove... Valle Strona Bassa Ossola Divedro, Veglia, Devero Isorno, Vigezzo, Cannobina Tra due laghi... ← MENU

 (Megolo di mezzo) Cortavolo - Alpe Albarè - Alpe Solì - Alpe Loraccio - Pian degli Elbi - sentiero per Camoi - Alpe Turi - Monte Turi o Pizzo di Beoli - Cima della Pioda - Pian degli Elbi - Alpe Castello - Cortavolo.

 

 Ritorno sulla montagna alle spalle di Megolo e alla cresta sul versante sinistro idr. della Valle dell'Inferno per visitare un ultimo alpetto posto sulla panoramica dorsale nord-est del Monte Turi, l'Alpe Turi (Teurio sulla antica Carta degli Stati Sardi di Terraferma, sulla stessa carta si era già notato in passato che il Monte Turi, la cima principale di questa zona, è curiosamente riportato come Pizzo di Beoli...).

 L'immagine sottostante mostra il versante visitato con alcuni nomi e il percorso approssimativo del traverso per l'Alpe Turi.

 Con Andrea partiamo da Cortavolo 350 m. che si raggiunge salendo dalla Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo a Megolo di mezzo lungo una stretta stradina asfaltata, e seguiamo il sentiero che sale ad Albarè 614 m. (per questa escursione, vedi anche i giri precedenti fatti in questa zona della : Bassa Ossola), in questa occasione andiamo a cercare il sentiero riportato sulla ben nota carta del 1963 CNS che saliva a Solì.

 Dall'Alpe Albarè con la sua caratteristica Cappella datata 1863 rivolta a monte, saliamo il versante poggiando poi sulla destra costeggiando una parete rocciosa (che sorregge il motto di Solì), si passa da un pianoro dove si trova un recinto di sassi e poi si svolta a sinistra raggiungendo un pianoro dove, poco più in basso si trovano i ruderi dell'Alpe Solì 800 m. luogo ben poco visitato, anche perchè si trova fuori dai percorsi usuali della zona (percorsi che comunque sono anch'essi poco seguiti...).

all'Alpe Solì, in alto i contrafforti del Turi...
All'Alpe Solì, in alto i contrafforti del Turi...
 La carta CNS riporta un sentiero che da Solì saliva direttamente a Loraccio, ma abbiamo trovato solo tracce discontinue di animali, e per salire bisogna passare da una cengia panoramica ma anche esposta che richiede attenzione, e arriviamo al corposo nucleo di baite ancora in discrete condizioni, dell'Alpe Loraccio 1010 m. dove è sempre piacevole ritrovare nelle baite, tracce e oggetti di un tempo passato...

 Da Loraccio seguiamo il sentiero che sale traversando un paio di forre raggiungendo Pian degli Elbi 1210 con numerosi ruderi e una piccola e spartana costruzione riattata in passato; qui, guardando in alto tra le piante, si vede la cresta con la tondeggiante Cima della Pioda sulla destra e i contrafforti del Monte Turi sulla sinistra, in mezzo un pendio che risaliamo cercando di seguire la traccia del vecchio sentiero, traccia che in parte è ancora visibile.
la parete della Pioda...
la parete della Pioda...
 Nel tratto iniziale, avvicinandosi al limite del bosco e tenendosi sulla destra, si può ammirare il grande salto verticale della parete della Pioda che precipita nel canale del rio omonimo (Rio della Pioda sulla mappa catastale, più in basso si vede anche la dorsalina dell'Alpe Castello); proseguendo la salita iniziamo a trovare il terreno gelato che richiede attenzione, e sarà così fino all'arrivo alla meta prefissata.

 In questa occasione, a differenza rispetto alle due visite precedenti (Monte Turi e Monte Crotta : Link e l'Alpe Camoi : Link), non raggiungiamo la cresta, ma giunti alla quota dove si vede la possibilità di traversare a sinistra alla base di un versante roccioso (foto 37), lo facciamo affacciandoci poi sui ripidi versanti in vista della Valle dell'Inferno; qui passava un vecchio sentiero ben visibile su una foto aerea del 1946 di cui troviamo ancora l'evidenza essendo utilizzato dagli animali.
traversando verso l'Alpe Turi...
traversando verso l'Alpe Turi...
 Il traverso è delicato causa il terreno gelato (utili o meglio, necessari, i ramponi), mentre si vede di fronte la dorsalina (che è già al sole) da raggiungere dove troviamo finalmente i ruderi delle tre costruzioni dell'Alpe Turi a circa 1520 m. alle spalle dell'alpetto un muro costruito sul colmo della dorsalina, si comprende che il pianoro dell'alpetto era stato ricavato in parte artificialmente; il luogo è molto panoramico, ma ai tempi certamente non badavano a queste cose, e venire qui significava solo fatica e scomodità... la presenza di quest'alpe sulle carte recenti era riportata sola dalla mappa catastale, ma senza nome.

 Il percorso seguito per giungere qui, era certamente anche quello utilizzato ai tempi per arrivare all'Alpe Camoi, infatti salendo per un tratto la dorsale si arriva al punto raggiunto nel 2016 scendendo però dalla cresta, da dove abbiamo traversato in discesa per Camoi...
all'Alpe Turi...
all'Alpe Turi...
 Lasciamo questa isolata e soleggiata dorsalina per salire direttamente il versante e la facile dorsale/crestina nord-est del Turi con percorso piacevole e panoramico, trovando solo qualche tratto gelato o con neve, e sbuchiamo sulla cresta tra le due sommità del Monte Turi 1673 m. (un tempo chiamato Pizzo di Beoli...) dove piacevolmente riscaldati dal sole invernale ci concediamo una "meritata" sosta.

 Ma è tempo di tornare, il sole sta scendendo sopra la cima della Mazza dell'Inferno dietro la quale tramonterà, mentre in direzione opposta l'ombra della cresta del Turi si allunga sulla piana Ossolana, solamente Colloro rimarrà al sole un po' più a lungo...
sul Monte Turi...
sul Monte Turi...
 La discesa della cresta richiede attenzione, particolarmente in queste condizioni con un poco di neve e ghiaccio, superato il tratto più "roccioso" continuiamo in parte tra la vegetazione scendendo infine nella faggeta a un intaglio, e poi un aggiramento sul versante nord, a questo punto c'è ancora tempo per salire l'ultima cima di questa cresta, e aggirando uno spuntone ritorniamo appunto in cresta dove, con percorso breve e piacevole, raggiungiamo la Cima della Pioda 1505 m.
la cresta percorsa vista dalla Cima della Pioda...
la cresta percorsa vista dalla Cima della Pioda...
 Ritorniamo al culmine del versante risalito in buona parte all'andata, e lasciando definitivamente (per questa giornata) il sole, scendiamo tornando a Pian degli Elbi dove decidiamo per una discesa più "diretta" lungo il percorso che scende all'Alpe Castello e che inizia dal bel poggio panoramico nelle vicinanze dei ruderi di Pian degli Elbi (percorso che troviamo più incerto rispetto a quello che si ricordava dalla visite precedenti...); dall'Alpe Castello 730 m. scendiamo lungo la sterrata per poi traversare sulla sinistra lungo il sentiero che riporta a Cortavolo.

 Per questo giro, circa 9 ore.

 Dicembre 2023 - Difficoltà EE
immagini ↑→  




tracce del passato a Loraccio...
tracce del passato a Loraccio...
in Valgrande...  ← in Valgrande

© www.in-montagna.it
(e-mail)

 In Montagna...