Dopo il precedente giro in zona (link), ritorno sul versante nord della Cima Camughera per proseguire con la visita
degli alpeggi presenti, in particolare l'interesse è rivolto verso L'Alpe Sella e L'Alpe Forno che sono probabilmente due degli alpeggi meno visitati dagli escursionisti in Val Bognanco.
Partenza da Bognanco Fonti da dove si sale al tornante della strada asfaltata per San Lorenzo, qui inizia il percorso (cartello) per Ovic e Salera.
Si supera il Torrente Bogna sul ponte e si risale il versante opposto raggiungendo prima alcuni ruderi di Ovic e poi l'omonima Cappelletta panoramica, si prosegue raggiungendo e superando la grossa condotta che scende alla sottostante Centrale idroelettrica Vinci (condotta incontrata anche nel giro precedente...).
Dalla condotta si segue la traccia che scende leggermente e poi traversa in salita raggiungendo il
corposo nucleo dell'Alpe Salera 935 m. (qui il sentiero che traversava il versante verso est è "ufficialmente" interrotto a causa della frana presente a valle del prato dell'alpe); dopo una doverosa visita all'alpeggio (quasi un paesino, visto il numero delle costruzioni...), si ritorna al sentiero segnalato che risale all'Alpe Cima la Pra 1049 m.
A Cima la Pra lascio il percorso segnalato per salire la dorsale dove a tratti si ritrova la traccia del vecchio sentiero che saliva all'Alpe Sella, più in alto la dorsale si fa a tratti molto ripida, ma si sale senza particolari problemi (diversamente sarebbe ben più impegnativo se il terreno fosse gelato), e si raggiunge il pendio aperto dove si trova l'Alpe Sella 1474 m.
Dall'Alpe Sella risalgo
ancora la dorsale per alcune decine di metri e presso il larice di foto 47 inizio a traversare il versante verso ovest in direzione dell'Alpe Curtit; dopo un
primo traverso "tranquillo" si risale un tratto ripido sbucando su un piccolo pianoro che si trova circa a metà strada tra i due alpeggi, qui bisogna scendere (cercando i passaggi migliori), per superare l'impervio versante roccioso, superato e disceso un canalino si ritorna nel più tranquillo bosco sottostante dove si continua a traversare raggiungendo infine il bell'anfiteatro dell'Alpe Curtit 1538 m. già raggiunta nel precedente giro.
(Alla fine, ho traversato forse un po' troppo in alto su terreno probabilmente più impegnativo rispetto al vecchio sentiero riportato sulla mappa IGM...).
Da Curtit si segue la traccia (a tratti poco evidente) che traversa il rio e poi passa presso una zona dove si vedono gli scarti di una vecchia cava, il sentierino risale a tornanti il versante sulla destra (nord-ovest) del piccolo canalino che in questa occasione era ancora innevato, giungendo così all'Alpe Scatta 1831 m.
Dall'alpe si può risalire alla bocchetta soprastante che si affaccia sul versante che scende all'Alpe Garrione, bel punto panoramico dove si trova una vecchia Croce di legno; ridiscendo per un tratto cercando il percorso del sentiero estivo che in questa occasione è "nascosto" per la presenza della neve, si traversa poi verso est in direzione del vasto altopiano dell'Alpe Saudera 1857 m. altopiano dove sono presenti anche alcuni laghetti.
(In questa occasione il traverso è stato abbastanza "scomodo" e faticoso viste le condizioni della neve, dove si alternavano tratti in cui reggeva bene il peso e altri in cui improvvisamente si sprofondava...).
Dall'Alpe Saudera si continua verso est raggiungendo il colle a quota 1917 m. (Croce) che è un ottimo punto panoramico in particolare verso la piana di Domodossola e le cime della Valgrande; affacciandosi sul versante sottostante si vedono i ruderi dell'Alpe Forno che è la meta
successiva; seguo inizialmente per un tratto il sentiero che traversa in discesa verso la dorsale che poi scende al Colle del Pianino, poi ad un bivio seguo la traccia sulla sinistra che scende decisamente il versante, più in basso la lascio per un percorso più "diretto" in direzione di Forno, ma più avanti ritrovo una buon sentierino (traccia di animali) che ha facilitato la discesa vista la presenza di rododendri e altri arbusti invadenti.
Giunti su un dosso ricoperto di rododendri (foto 15) si scende su terreno più ripido e poi si traversa verso il pianoro dell'Alpe Forno 1757 m. (alla fine, potrebbe essere preferibile scendere direttamente il versante soprastante, dalla crestina che sale
alla quota 1960 m. su terreno più ripido, ma pulito); per il ritorno a valle, da Forno si potrebbe anche traversare verso il Colle del Pianino ma con percorso più sbrigativo si può anche traversare verso nord raggiungendo la dorsale che poi scende a Manzano.
In questa occasione ho traversato rimanendo più o meno alla stessa quota e seguendo una evanescente traccia di animali, raggiunta la dorsale si scende (scomodo) su terreno ripido con grossi blocchi rocciosi dove bisogna cercare il percorso migliore per aggirarli; terminati i blocchi si continua in un bosco più tranquillo e si ritrova un sentierino (ometti) che si segue fino al rudere della Cappella dei Giovi 1363 m. nelle cui vicinanze passa il largo sentiero (quasi una stradina) che dal Colle del Pianino scende all'Alpe Manzano 1303 m. (il sentierino di cui sopra, è possibile che arrivi proprio dalla zona dell'Alpe Forno...).
Dall'Alpe Manzano si scende lungo la stradina che passa dall'Alpe Barca 1074 m. e poi giunge a Bosco 797 e qui vale la pena di girovagare tra le numerose case di questa borgata.
Da Bosco si continua sempre lungo la stradina asfaltata e poi sulla sinistra (segni di vernice bianco-rossa), si imbocca un sentiero che porta alla bella Cappella di Pianezzo, qui sulla sinistra un buon sentiero prosegue scendendo l'impervio versante e uscendo infine sulla strada della Val Bognanco nei pressi di una costruzione dismessa, dove si trova anche la fermata dell'autobus della Val Bognanco.
Tempo per questo giro, circa 8 ore. Difficoltà EE
Maggio 2019
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