Sui versanti nord ed est della Testa dei Rossi :
Visita alle Alpi Corti, Praraccio, Girostano e Crosello da Varcogno di Montescheno...
Ritorno nella piacevole ed estesa Val Brevettola per visitare gli ultimi alpeggi di questa zona che ancora "mancavano"... un percorso che traversa lungo i versanti est e nord della Testa dei Rossi, versanti ormai inselvatichiti ma che non presentano particolari difficoltà visto che una traccia (comunque non segnalata e a tratti lieve) è quasi sempre presente.
Visto l'ormai perdurante periodo piovoso di maggio e giugno 2023 è stata anche una bella "immersione nel verde" di una natura rigogliosa aiutata appunto dall'abbondanza di acqua (prima che lo sviluppo della stessa raggiunga il massimo rendendo così l'escursione meno godibile...).
Alpe Praraccio...
Con Andrea partiamo dalla località Varcogno di Montescheno (minime possibilità di parcheggio...) seguendo il percorso segnalato C08 per l'Alpe Faiù, in una giornata meteorologicamente non certo ideale (ma anche con la nebbia e pure un poco di pioggia, la montagna mantiene il suo fascino...), saliamo sapendo che in mattinata pioverà per meno di un'ora, e poi la giornata sarà accettabile anche se nuvolosa e a tratti nebbiosa.
All'inizio del percorso, una ventina di metri sulla destra si trova una Cappella dove transitava ai tempi il percorso della vecchia mulattiera che entrava in Val Brevettola, saliamo ripidamente nel bosco per uscire sulla tranquilla costa delle Alpi Faiù 1210 m. e presso le baite superiori entriamo nel bosco (vedi foto 7) dove troviamo una buona traccia che porta a un primo bivio, seguiamo la traccia meno evidente sulla destra che corrisponde a un sentiero riportato sulla mappa catastale che porta a Corti evitando un tratto roccioso, e che per questa ragione pare più adatto al transito degli animali.
Procediamo fino ad affacciarci sul versante di Corti mentre (come previsto) inizia a piovere... torniamo indietro nel bosco che per un momento offre maggior riparo, e poi decidiamo di proseguire lungo il sentiero superiore (quello presente anche sulle mappe odierne); tornati al bivio saliamo per un breve tratto sulla sinistra per poi
trovare un altro bivio e continuiamo lungo la traccia che sale sulla destra.
il grande faggio nelle vicinanze dell'Alpe Corti...
Raggiungiamo una giavina e poco dopo la pioggia diminuisce per poi
cessare, ma naturalmente il terreno è ormai ben bagnato (e così pure l'interno degli scarponi...), saliamo raggiungendo un tratto roccioso attrezzato (foto 17 e 18) e con percorso interessante entriamo nel fornale della valle del Rio Asciutta (che in questa occasione naturalmente non tiene fede al nome...) raggiungendo i miseri resti dell'Alpe Corti 1480 m. poco più avanti si passa presso due grossi faggi (che possono fare da riferimento, in particolare se si arriva qui in senso contrario a quello descritto), e si trova anche un muretto del vecchio sentiero.
Superato il Rio Asciutta il percorso si fa incerto perchè la traccia sembra scomparire, bisogna salire traversando nel contempo verso la costa successiva (che si raggiunge a circa 1690 m.) noi pressi della quale si ritrova il sentiero che porta al caratteristico passaggio di foto 33 da dove ci si affaccia sul versante di Praraccio, si vedono i ruderi delle baite più in basso e per raggiungerli bisogna scendere lungo una panoramica costa (costa che ai tempi forniva anche una qualche protezione dalle slavine), e siamo così al panoramico Alpe Praraccio 1572 m. di fronte, sul versante opposto della Val Brevettola si vedono alcuni dei numerosi alpeggi presenti su quel
versante solatio e più "comodo".
il versante nord della Testa dei Rossi...
(fotografato salendo alla Cima Camughera nel 2019)
Dopo la visita a
Praraccio risaliamo a riprendere il sentiero che traversa tutto il versante nord della
Testa dei Rossi; quando le nebbie vaganti lo permettono, durante il percorso si poteva ammirare anche la parte alta della lunga
Val Brevettola (visitata nel 2021 :
Link1 e
Link2) e arriviamo a una dorsalina intermedia (foto
49 e
50) dove probabilmente era presente ai tempi un piccolo ricovero, mentre lontano verso ovest si vede il prato di
Girostano che dobbiamo raggiungere.
Scendiamo lungo un traccia poco evidente (da qui in avanti la vegetazione si presenta più rigogliosa e tende a nascondere le tracce) per traversare la parte alta dei due canali del
Rio Valle Rossa che più in basso diventa piuttosto dirupato (foto
55) poi cercando il percorso migliore si traversa e avvicinandoci al prossimo alpeggio ritroviamo la traccia che porta all'
Alpe Girostano 1622 m. mentre la nebbia si fa più fitta limitando per qualche tempo la visibilità, ma la traccia rimane abbastanza evidente e non ci sono problemi di orientamento.
Val Brevettola...
Proseguendo la traversata, raggiungiamo inizialmente una costa intermedia dove, poco più in basso, vediamo un
grosso "ometto che, visto da vicino, appare piuttosto "datato" e corrisponde al punto quotato 1682,80 m. sulla Mappa Catastale, questo fa pensare che questo ometto e anche altri simili trovati durante passate escursioni, siano stati costruiti proprio per "uso catastale"...
Dall'ometto risaliamo lungo la costa fino alle rocce di foto
64 poste sopra a tre larici, qui ritroviamo la traccia che continua la traversata e arriviamo nel fornale della zona mineraria sottostante il Passo di Ogaggia, in questa zona infatti troviamo muretti
relativi alla passata attività di estrazione del minerale ferroso (più in basso vediamo anche il prato e un
rudere dell'
Alpe Crosello che visiteremo in seguito).
A questo punto decidiamo di raggiungere il soprastante passo e saliamo senza traccia su terreno in parte coperto da arbusti non sempre comodi (è chiaro che il Passo di Ogaggia non è più utilizzato come passaggio tra i due versanti...), e arriviamo al
Passo di Ogaggia (La Forcola) 1887 m. mentre la nebbia chiude completamente la visibilità verso nord-ovest, la zona che avevamo visitato la settimana precedente (vedi :
questa pagina).
Alpe Girostano...
Facciamo una pausa tornando un poco sul versante Brevettola fermandoci in una zona con caratteristici affioramenti calcarei, non a caso si poteva ammirare una bella fioritura (anche se in fase di esaurimento) di Camedrio alpino, pianta che gradisce appunto i terreni calcarei, ma erano presenti anche altri fiori di montagna sempre piacevoli da osservare e fotografare...
Scendiamo lungo il percorso di salita per poi scendere (seguendo una traccia di animali che ricalcava in gran parte il vecchio sentiero riportato sempre sulla catastale) verso il remoto e senz'altro poco visitato l'
Alpe Crosello 1664 m. dove troviamo anche una bella e inaspettata balma... dove le pareti sono state "foderate" da un muro che ha permesso la buona conservazione dello spazio interno; a valle della balma sono presenti i ruderi di due costruzioni, mentre presso il salice di foto
92 una traccia ancora evidente traversa e in breve porta a un altro grosso rudere (dove si vedono alcuni "reperti" del passato, certamente risalenti all'epoca in cui erano presenti i minatori in questa zona).
la balma dell'Alpe Crosello...
A questo punto il percorso più veloce e "diretto" per il ritorno era chiaramente
un altro vecchio sentiero presente sulla Mappa Catastale che scendeva lungo il versante sotto l'
Alpe Crosello; su un versante del genere, e con vegetazione lussureggiante come in questa occasione, chiaramente la vecchia traccia è difficilmente ancora visibile, comunque seguendo tracce di animali scendiamo traversando nel contempo verso sinistra (nord) su terremo mai troppo impegnativo (in ogni caso è un percorso adatto a chi è già "abituato" ad ambienti del genere...).
Più in basso continuiamo la discesa entrando in una bella faggeta che porta ai ripidi prati ormai invasi dalle felci, e infine sbuchiamo sul sentiero segnalato
C06 (che in seguito diventa una stradina), seguendo il quale torniamo a Varcogno ammirando lungo il percorso il bel ruscellamento che scende dai canali traversati in alto durante il percorso di andata.
Per questo giro, circa 8 ore incluse le soste.
Giugno 2023 - Difficoltà
EE
immagini ↑→
Camedrio alpino...