Visto che il periodo sembra favorevole per portare a compimento alcuni progetti da lungo tempo "studiati" (dopo la cengia sul Rio Usella in Antigorio : Link e la traversata del Vallone di Pena : Link), continuiamo su questa strada per una escursione più complessa e dall'esito incerto, il collegamento tra il fornale dell'Alpe Pozzuoli Grande (Putsey Grant, raggiunta nel 2019 : Link) e la zona dell'Alpe Maiotta (visitata anch'essa nel 2019 : Link).
Durante l'escursione a Pozzuoli Grande osservando il versante della cresta sud-est della Cima di Pozzuoli 2701 m. avevamo notato delle intermittenti tracce di sentiero che la traversavano e che sembravano poi poter uscire sulla cresta, questo bastava per immaginare una possibile traversata tra i due versanti... (Vedi l'immagine sottostante).
Quelle tracce di sentiero, oltre che di "ispirazione" sono state però anche un poco fuorvianti, nel senso che, una volta in loco, sembravano condurre alla cresta a una quota troppo elevata (e perciò su terreno ben più impegnativo) rispetto alle immagini raccolte riguardo al versante che scendeva a Maiotta... infatti alla fine abbiamo traversato a una quota inferiore.
Un giro molto bello e appagante in ambiente grandioso e impervio...
Con Andrea partiamo di buon ora nei pressi del bivio con la stradina che porta a Ronco presso il Lago di Antrona seguendo il sentiero segnalato C32 che sale alla Forcola 1914 m. sentiero che troviamo ripulito (grazie a chi è passato a tagliare l'erba...); al colle, presso la sisterna (toponimo dialettale riferito al serbatoio per l'acqua usato ai tempi), lasciamo il sentiero segnalato per salire sulla sinistra il versante (tracce di sentiero e alcuni ometti), per questo percorso vedi anche la precedente visita a Pozzuoli Grande : Link. (Nota : lungo il percorso e fino al canale del Rio Sajont nei pressi di Maiotta, NON si trova acqua...).
Lungo il percorso oltre a tracce di sentiero e ometti sono presenti alcune rocce che possono fare da riferimento (vedi la galleria di immagini), l'obiettivo è arrivare alla caratteristica roccia che ricorda un poco un "Moai" dell'isola di Pasqua (foto 21) posta all'inizio della cengia a 2450 m. (la Porta di Pozzuoli) che permette di affacciarsi sul largo fornale di Pozzuoli Grande, di fronte il versante opposto che dobbiamo raggiungere.
Puntiamo verso la zona del bordo superiore della grande giavina che superiamo portandoci sul versante opposto che iniziamo a salire e nel contempo traversare, su terreno ripido ma senza particolari difficoltà, una volta qui in loco diventa meno agevole individuare le tracce di sentiero viste durante la visita precedente, procediamo comunque sempre in leggera salita, e incontriamo (a debita distanza...) due giovani stambecchi che, a differenza dei camosci, non hanno alcun timore per la nostra presenza, essendo abituati in caso di necessità a muoversi su terreni dove gli umani non vanno...
In seguito il terreno diventa più impegnativo e si incontra una nervatura rocciosa che scende dalla cresta soprastante, e vediamo in alto una delle "famose" tracce di sentiero che potremmo anche raggiungere, ma poi sembra che il terreno obblighi a risalire verso la cresta uscendo a una quota forse troppo elevata e su terreno più impegnativo, allora visto che il versante oltre la nervatura appare più agibile scendiamo cercando il punto migliore per traversare, individuiamo così un colletto erboso (dove sono arrivati anche i due stambecchi visiti in precedenza...) e sulla sinistra una roccia verticale che pare essere messa come segnale da mano umana.
Raggiunto il colletto traversiamo verso il versante di foto 53 che sembra permettere poi di salire alla cresta senza eccessive difficoltà, superato il prato al centro della foto arriviamo alle roccette di foto 59 da dove saliamo direttamente su terreno piuttosto ripido alla cresta che raggiungiamo a circa 2435 m. affacciandoci finalmente sul versante che scende a Maiotta (che si vede giù in basso); saliamo ancora per un tratto lungo la cresta perchè il versante che scende dal punto raggiunto non pare agibile, e dopo una breve pausa iniziamo la ripida discesa.
Scendiamo traversando verso il piccolo colletto al centro della foto 67 per poi proseguire nel canale successivo verso le piodate visibili nella foto 69 (guardando alle spalle si nota una roccia "appuntita" che può fare da riferimento nel caso qualcuno voglia raggiungere la cresta salendo questo versante); il versante erboso è a tratti molto ripido e ogni tanto è più comodo scendere "seduti" sull'erba, naturalmente bisogna cercare di non prendere velocità...
Più in basso traversiamo sulla destra affacciandoci sui versanti che scendono al canale del Rio Sajont e poggiando ancora un poco verso destra vediamo in basso un bel pendio prativo nei
pressi del canale, che raggiungiamo scendendo lungo alcune strisce erbose fortunatamente presenti su una piodata; continuiamo la discesa sulla sinistra idrografica del canale puntando al prato di Maiotta che si vede in basso sulla destra, ci sono possibilità di traversare subito il canale, ma continuiamo la discesa nella speranza di trovare l'acqua (che sul versante visitato non era presente).
Raggiunto il canale del Sajont proprio a monte di un salto facciamo rifornimento d'acqua (che fortunatamente è presente anche se in quantità minima, come noteremo poi anche al ritorno lungo il sentiero che traversa il rio sopra il lago); in questo punto non si può traversare (ma si ammira il bel scivolo del Sajont...), allora risaliamo per un breve tratto per poi scendere sulla sinistra aggirando così il salto e superare il canale più in basso in un punto favorevole, poi un breve tratto tra gli ontanelli e arriviamo al prato e al rudere di Maiotta 1982 m. sempre piacevole questo luogo che appare tranquillo e gradevole, che però è circondato da ambienti severi e impegnativi (ma comunque molto affascinanti...).
Dal rudere di Maiotta traversiamo lungo una traccia poco visibile che porta al nucleo principale dell'alpeggio a 1925 m. che era composto da alcune piccole costruzioni (da questo nucleo saliva un sentiero verso la soprastante Alpe Turiggia, sentiero che però da quel che si vede è stato cancellato dalla crescita della vegetazione); proseguiamo traversando verso sud per poi scendere aggirando il versante roccioso, come si ricordava dalla visita precedente il procedere risulta molto scomodo per la vegetazione invadente, e alla fine proprio in questo tratto che avevamo già percorso abbiamo penato maggiormente per uscire, non riuscendo a ritrovare il passaggio della Porta di Maiotta... ma alla fine anche se con fatica raggiungiamo il versante che poi conduce al poggio di Pian la Bandera dove ormai siamo passati diverse volte nel corso delle interessanti escursioni fatte in questa zona.
Seguendo tracce di sentiero e gli ometti, con percorso tortuoso da Pian la Bandera scendiamo a Loro superiore, poi ai ruderi inferiori dove un sentiero "alternativo" più diretto permette di evitare il giro più "largo" che passa dal sottostante Lago di Campliccioli; questo sentiero nella stagione estiva in verità presenta alcuni tratti tra le alte felci veramente scomodi (spesso non si capisce dove si poggiano i piedi...), comunque alla fine raggiungiamo il sentiero C00c che scende a Ronco passando il Rio Sajont sopra la ben nota cascata (cascata che immagino era inesistente in questa occasione, vista la minima presenza di acqua...).
Per questo giro, circa 11 ore e mezza.
Agosto 2023 - Percorso impegnativo.
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