Ritorno sul "selvatico" versante sinistro orografico della Valle del Rio Scaravini, percorso in parte durante la salita alla Cima di Scaravini passando dall'Alpe Vazzo : Link; un versante appunto "selvatico" e scomodo rispetto a quello, dirimpettaio, più tranquillo dove le baite degli alpeggi sono state in gran parte sistemate e ancora utilizzate.
Con Andrea partiamo da Forno seguendo inizialmente il percorso segnalato per l'Alpe Campo e al bivio si continua sulla destra lungo il sentiero (sempre segnalato) per l'Alpe Cinque Fontane; superato il Rio Scaravini si prosegue fino a un bivio, una traccia prosegue superando poi un canalino e salendo alla soprastante Alpe Cugnolo, seguiamo invece il sentiero che sale sulla destra (est) e che porta all'Alpe Cinque Fontane 1097 m.
Dal primo gruppo di costruzioni si traversa alla successiva baita ristrutturata dove il sentiero prosegue salendo nel bosco, la traccia può essere poco evidente e i segni di vernice bianco-rossa possono essere a volte molto scoloriti...
Il sentierino traversa il canale del Rivo Pecella e poi risale il ripido costone giungendo ai ruderi dell'Alpe Pociola (Pecella sulla Rabbini) ca. 1420 m. dallo stato dei ruderi si comprende che l'alpetto, posto in un luogo poco "comodo" è stato abbandonato da molto tempo...
In questa occasione, dai ruderi di Pociola traversiamo il versante in direzione del canale del Rio Scaravini (mentre in realtà il percorso "giusto" sale la dorsale sopra l'alpe), questo anche perchè non vi era certezza che i ruderi incontrati
fossero quelli "giusti " visto che su alcune mappe Pociola è collocata appunto più a nord... alla fine però ci si rende conto che le mappe affidabili per questa zona sono la IGM e, come sempre, la mappa Svizzera...
Oltre il canale del Rio Scaravini si vede il pendio erboso della Lavazza, dove non era presente un vero e proprio alpeggio, ma solo uno spartano ricovero del pastore
alla base della piccola giavina dove si notano appunto dei resti di muretti.
Traversando verso sud si ritorna sulla dorsale di Pociola, dove, in assenza di tracce del vecchio sentiero, si vede che il percorso più logico sale verso una piccola cengia dove ritroviamo un paio di segni di vernice scoloriti... si traversa verso un canale innevato tra le rocce (foto 35), questo è stato forse il tratto più interessante del giro... qui mettiamo i ramponi che si sono rivelati utili, non tanto per la salita del breve canale nevoso, ma per gli infidi traversi successivi su erba scivolosa e terreno gelato.
Con bel percorso panoramico (nonostante la giornata fosse nuvolosa) si continua la traversata cercando le labili tracce del vecchio sentiero (e le tracce degli animali, che come sempre conviene seguire se vanno nella direzione giusta); si passa dai due piccoli pianori di Corte Gemello (toponimo "scoperto" alla partenza da Forno parlando con un gentile abitante del luogo), su uno dei quali si trova un muro perimetrale azzerato, non era certamente un alpeggio, ma probabilmente solo una sorta di recinto per gli animali.
Si continua la traversata in salita del ripido versante avendo come riferimento il piccolo spuntone roccioso che si vede lontano nella foto 44 (il sentiero, riportato sulla mappa IGM, in pratica è in buona parte scomparso...), giunti alla selletta a fianco dello sperone un ultimo tratto traversa (foto 49), verso la tranquilla cresta sud della Cima di Scaravini che si raggiunge a ca. 1780 m. dove si trova un cartello che indica questo percorso per l'Alpe Cinque Fontane... ma viste le attuali condizioni di questo "sentiero", questo cartello appare un
po' "fuori luogo".
Seguiamo la dorsale verso Piano del Pozzo 1697 m. dove, proseguendo in
discesa verso sud-ovest, si arriva sopra una prima dorsale (foto 60) che però è quella che scende nella zona dell'Alpe Praccione (Massiola), spostandosi invece più a destra (ovest) ci si affaccia su un altro versante (foto 61) che è quello "giusto" per scendere a Poccei.
La mappa IGM anche qui riporta un sentiero che scende la dorsalina, ma in pratica non ne abbiamo trovato traccia... il percorso comunque non presenta particolari problemi, a parte i tratti "scomodi" tra i rododendri e il ripido bosco; giungiamo a circa 1495 m. dove troviamo alcuni ruderi non riportati sulle mappe e
che appaiono piuttosto "antichi" e abbandonati da molto tempo, si tratta dell'Alpe Palanzina il cui toponimo è stato "recuperato" parlando con alcuni gentili abitanti di Forno.
Da questi ruderi scendiamo sulla sinistra (sud) per aggirare su prati un saltino roccioso per poi ritornare sulla
destra nella faggeta che porta alle baite dell'Alpe Poccei di sopra 1316 m. (Alpe Pucei...); le baite sono in discrete condizioni e allora naturalmente si trova una buona traccia che (a sud delle baite) scende nel bosco a tratti ripido, e con un percorso relativamente lungo arriva a traversare prima il piccolo Rio Poccei (Rivo del Pecello), e poi il Rio Scaravini sul ponte, da dove si risale a Forno.
Tempo per questo giro, circa 6 ore e mezza; da Forno alla quota 1780 m. circa 4 ore.
Marzo 2019 - Difficoltà EE
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