Con Andrea partiamo di buon ora da Carcoforo 1304 m. (che personalmente vedo per la prima volta da vicino, in precedenza lo avevo sempre osservato da lontano guardando dalla cresta divisoria con la Valle Anzasca), località piacevole e tranquilla in Val d'Egua.
Nei pressi del parcheggio dove, in piano, prosegue la sterrata si seguono le indicazioni del sentiero 113 che sale al Colle della Bottigia passando dall'Alpe Massero 2082 m. (Rifugio, Link), proseguendo a monte del Rifugio si segue ancora per un tratto il sentiero 113, poi lo si lascia per traversare gradualmente sulla destra (est) salendo in direzione della cresta sud-est della cima che raggiungeremo; in questa occasione a causa della scarsa visibilità ci siamo tenuti troppo a ovest, e quando una schiarita ha permesso di capire dove eravamo, abbiamo traversato sotto le pareti rocciose soprastanti portandoci così nella zona giusta dove si trovano radi ometti.
Il percorso più comodo (poggiando verso est), raggiunge la cresta dopo aver superato le giavine, salendo un pendio in parte erboso, la cresta sud-est in seguito sale per un buon tratto senza difficoltà, la abbiamo seguita però solo in discesa al ritorno, all'andata, sempre per la scarsa visibilità, abbiamo traversato in diagonale verso nord-ovest (foto 31 : Link) salendo prima sopra una balconata rocciosa, giungendo alla cresta più in alto (foto 32 : Link, percorso sempre poco impegnativo, ma meno comodo).
Un primo tratto della cresta continua senza difficoltà (a parte l'orientamento, in questa nebbiosa occasione), raggiunta la cresta est ci si affaccia sulla Valle Anzasca dove momentaneamente la visibilità è migliore ed è visibile il versante ancora innevato della sottostante Val Quarazzola, poi si arriva dove la roccia diventa preponderante (foto 35) e le difficoltà naturalmente aumentano.
Per un tratto si procede sul "filo" di cresta (la roccia è fortunatamente asciutta), piacevole la zona di rocce fessurate longitudinalmente di foto 40 : Link, poi dove la cresta diventa non praticabile (almeno per noi...) si sale traversando sul versante Anzasca e fortunatamente troviamo resti di ometti che aiutano per l'orientamento, altrimenti si sarebbe perso parecchio tempo per capire dove passare... si passa da una bella e grossa pioda sporgente con ometto (foto 47 : Link), e in seguito si ritorna sulla cresta salendo su terreno misto, roccette ed erba, un ultimo tratto su grossi blocchi e si arriva sulla sommità del Pizzo di Quarazzola 2798 m. dove sono presenti due grossi ometti con infilati due listelli di legno... fino a qui da Carcoforo, circa 5 ore.
Una sosta purtroppo sempre nella nebbia, ma proprio poco prima di lasciare la cima una fugace e parziale schiarita permette almeno di capire dove siamo andati... si ritorna cercando di ricordare dove eravamo passati in salita, poi raggiunto il tratto facile della cresta sud-est la seguiamo in discesa affacciandoci così sul versante dell'Alpe Badile che al momento appare ben visibile, così come il tratto inferiore della cresta che porta al Cengio del Badile, decidiamo allora di tornare a Carcoforo appunto dalla valletta del Rio Giovanchera.
Per scendere su quel versante, oltre al percorso segnalato del sentiero 116 che passa dalla Bocchetta del Badile, più in alto sulla cresta, intorno ai 2330 m. un'altra sella appare pure valicabile, però vediamo anche che sul versante est scende una grande colata di sassi, e alla fine preferiamo evitare un
ulteriore tratto scomodo sulle giavine a favore del più piacevole sentiero...
Poggiamo così sul fianco destro (ovest) della cresta e continuiamo cercando il percorso migliore (preferibilmente su erba), in direzione della bella selletta erbosa della Bocchetta del Badile 2265 m. dove si trova un grosso blocco di roccia che fa anche da riferimento, dalla bocchetta scendiamo lungo il sentiero che più in basso si raccorda con il percorso 117 che sale al Passo della Miniera, in seguito si raggiunge l'Alpe Badile 1998 m. l'alpeggio, come quasi tutti gli altri visti in questa zona, si presenta in buone condizioni (ed è anche piuttosto piacevole), si è "conservato" intatto oltre agli interventi di manutenzione a cura del Parco dell'Alta Valsesia, certamente grazie alla presenza dei massicci paravalanghe realizzati con grossi blocchi di roccia che forniscono protezione dalle slavine.
Proseguendo la discesa il sentiero passa poco lontano dalla sottostante Alpe Busacca del Badile 1867 m. (sarebbe interessante conoscere il significato di Busacca... più a est c'è anche la Busacca del Passone...), in seguito si traversa il Rio Giovanchera scendendo all'omonima alpe, la Giovanchera bella 1703 m. (invece la Giovanchera brutta è posta sul versante destro idrografico del rio, la vedremo da lontano più in basso). Scendendo sui prati fioriti di questo versante si passa poi dall'Alpe sulla Selva 1597 m. e dall'Alpe Pasquè 1434 m. e infine si ritorna a Carcoforo dove si conclude questa comunque bella escursione (anche se in verità, il Pizzo di Quarazzola lo abbiamo intravisto in parte solo alla partenza, lassù in alto, ma poi le nubi lo hanno nascosto per tutta la durata del giro...).
Tempo per questo giro, quasi 10 ore, Giugno 2021
Difficoltà EE fino alla cresta - F per la salita alla cima.
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