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Monte Ventolaro - Monte Castello...


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 Ritorno sul versante del Vallone delle Balme per salire alla cima forse più frequentata della zona, il panoramico Monte Ventolaro (a cui Daniela era interessata, mentre il Monte Castello inizialmente non era "previsto" ma lo abbiamo raggiunto dopo avere notato la traccia del sentiero 231c attualmente non più mantenuto dal CAI); su questo versante eravamo già saliti parzialmente durante una bella escursione "invernale" del febbraio 2020, vedi : questa pagina).

la bella fontana di Micciolo...
la bella fontana di Micciolo...

 Con Daniela partiamo (per variare il percorso rispetto alla precedente visita, almeno inizialmente) da Pila 686 m. seguendo il sentiero 232 che sale passando dagli interessanti nuclei, abitati e non, di Micciolo 869 m. e Mussoit 1095 m. prima di raccordarsi col sentiero 231a che arriva da Scopello; in questa prima parte sono possibili diverse varianti di percorso (232b 232d 232a...) che bisogna tenere presente per non allungare troppo il percorso avendo come obiettivo principale la cresta a monte della Comba di Frasso (vedi sulla Geo4map).

 Raggiunta la bella faggeta (in questa occasione ancora più piacevole, perchè essendo il cielo velato da nubi sottili, la luce era l'ideale per questi ambienti...), saliamo passando dall'Alpe Taragn 1280 m. raggiungendo poi l'Alpe Casarolo 1323 m. e i suoi panoramici prati da dove si possono ammirare le cime soprastanti, la dirimpettaia Testa di Frasso, il Monte Ventolaro e direttamente sopra l'alpeggio si nota la parete rocciosa del Monte Castello.

l'Alpe Balma in mezzo...
l'Alpe Balma in mezzo...

 Da Casarolo si rientra nella faggeta passando in seguito dall'incrocio dei sentieri 232 e 231, continuiamo lungo quest'ultimo (il 232 sale ripido sulla sinistra verso i soprastanti Alpe e Monte Castello da dove scenderemo poi al ritorno, ma questo lo abbiamo deciso in seguito...) saliamo traversando nel contempo il versante e un paio di canali raggiungendo la dorsale dell'Alpe Sella di Bedino 1535 m. da dove, nel febbraio 2020 eravamo scesi verso la sottostante Comba di Frasso, questa volta continuiamo lungo il sentiero 231 sempre traversando in salita fino a raggiungere il limitare del bosco, e sul pendio prativo arriviamo all'interessante Alpe Balma in mezzo 1639 m.

salendo al Monte Ventolaro...
salendo al Monte Ventolaro...

 Continuiamo la salita sul ripido pendio in ambiente aperto mentre il panorama si apre sempre più in questa piacevole e tranquilla ultima giornata di ottobre, vediamo in alto sulla sinistra la baita dell'Alpe Balma in cima che però raggiungeremo poi al ritorno dal Ventolaro, giunti sulla costa soprastante, dopo una pausa ammirando il notevole panorama circostante, continuiamo lungo il sentiero che traversa lungo l'umido e fresco versante nord, passando vicino alle interessanti e variegate formazioni rocciose che precedono l'erbosa cima del Monte Ventolaro 1836 m. dove la vista si apre anche sul versante opposto, come la zona del Colmetto di Scotto (raggiunto anch'esso nel febbraio 2020 : Link).

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 Dopo la doverosa pausa panoramica sulla cima del Monte Ventolaro scendiamo lungo il percorso seguito all'andata, e tornati alla dorsale saliamo brevemente alla baita riattata dell'Alpe Balma in cima 1788 m. intanto, durante l'ultima parte della salita avevamo notato la traccia che traversava il versante opposto della valle, in direzione del poggio del Monte Castello e decidiamo di seguirlo per il ritorno (poi tornato a casa, scopro che si tratta di un sentiero attualmente non più mantenuto, il 231c...).
scendendo dal Monte Ventolaro, sullo sfondo il versante da traversare...
scendendo dal Monte Ventolaro...
 In verità il 231c viene fatto partire dall'Alpe Balma in mezzo, però si nota che una buona traccia scende anche dalle vicinanze di Balma in cima, e così la seguiamo passando anche sotto la luminosa parete rocciosa ben evidente anche durante la salita, si notano un paio di tratti "costruiti" del sentiero, e più avanti guardando in basso notiamo i ruderi di un alpetto nascosto (e protetto) da una paretina, si tratta dell'Alpe Solivaccio (o Solivaccia) a circa 1700 m. sui muri notiamo i classici segni di vernice e allora capiamo che siamo arrivati sul percorso di un vecchio sentiero... (questo serve anche a far capire che, anche se il giro in programma non presenta difficoltà e si svolge su sentieri segnalati, vale sempre la pena "indagare" per capire cosa ci può essere nei dintorni, magari qualcosa di interessante... infatti sul sempre ottimo sito del CAI di Varallo nella descrizione di questo sentiero "dismesso" viene riportato : "A un centinaio di metri da questo pascolo esiste una breve galleria di circa 3 metri, scavata alla fine del 1800 per l'estrazione di galena argentifera" e naturalmente a saperlo prima, l'avrei cercata...).
sotto la parete...
sotto la parete...
 Il sentiero traversa il versante superando alcune vallette e canali con percorso interessante (inizialmente passiamo sotto la Cima delle Balme, cima raggiunta alcuni mesi prima salendo però da Campertogno : Link), la traccia è sempre evidente a parte un paio di tratti nell'erba alta dove un poco si perde, ma con terreno in buone condizioni non ci sono particolari problemi, e dopo aver superato un profondo canale e un tratto su una sorta di cengia arriviamo finalmente in vista della dorsale dove si trova la bella e panoramica Alpe Castello 1793 m. con nei pressi il Monte omonimo 1797 m. che qui si presenta come un semplice pendio erboso, mentre dal sottostante prato dell'Alpe Casarolo (e anche da Pila), appare come una impervia parete rocciosa.
sul Monte Castello...
sul Monte Castello...
 Per il ritorno a valle, dall'Alpe Castello (nei pressi su un masso, si vede incisa la data 3.1.81) scendiamo verso ovest lungo il sentiero 232 che nella prima parte, prima di entrare nella faggeta, si presentava abbastanza scivoloso (e alla fine è risultato meno piacevole del traverso dall'Alpe Balma in cima...), raggiunta la più comoda faggeta scendiamo raggiungendo il bivio col sentiero 231e trovato all'andata, tornando poi a Casarolo, Taragn e poi lungo il 232d passiamo sui prati dell'Alpe Selle 1100 m. (presso il Sasso della Croce), dalla fontana dell'alpeggio traversiamo in piano verso est per poi scendere al corposo e interessante nucleo di Villabella 1057 m.

 Dalla Cappelletta sotto le baite di Villabella scendiamo lungo la mulattiera che porta al bivio per Mussoit incontrato in mattinata, da dove torniamo a Pila lungo la bella mulattiera concludendo così questa relativamente lunga ma anche molto piacevole escursione in Valsesia.

 Per questo giro, circa 8 ore.

 Ottobre 2022 - Difficoltà E
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nella faggeta...
nella faggeta...
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