Visita al versante che da Pallanzeno sale verso le pendici del Pizzo Castello; mentre la zona a nord del Rio Valmaggiore, verso la dorsale della Testa di Basciumo appare più "tranquilla" e anche più antropizzata, il versante a sud, che sale alla Testa del Frate e al dosso della Croce di Propiano, appare più impervio e più "selvatico", una montagna ormai abbandonata da tempo.
(In verità, "la Montagna" di Pallanzeno è principalmente il versante di Basciumo, perchè quello a sud del canale del Rio Oraccio è territorio del Comune di Piedimulera (in passato invece questo versante era in gran parte territorio di Cimamulera, quando era Comune autonomo).
In questa zona si nota un alpe riportata su alcune mappe (non le più recenti), ma senza nome, l'alpe a quota 802 m. posta su un pianoro situato al di sopra di una parete rocciosa, che alla fine, è risultata (assieme a Crùtèia), l'alpeggio più interessante della zona; doveva essere un alpe di una certa importanza, viste le dimensioni e anche il numero dei ruderi presenti (stranamente nemmeno la Mappa Rabbini riporta la presenza di baite in questa zona).
- Vedi anche la pagina: da Ca' d'Francia a Balmella...
Dall'uscita per Piedimulera della superstrada ci si porta a Pallanzeno e precisamente alla frazione Coloria, seguendo Via Ronco fino al termine dove si trova un piccolo parcheggio vicino al canale del Rio Oraccio.
Saliamo (con Andrea), di fianco al torrente lungo il sentiero contrassegnato da segni di vernice (scritta Propiano sulla costruzione in cemento dell'acquedotto).
[Questo percorso segnalato fino alla Testa del Frate (difficoltà E con terreno in buone condizioni), è senz'altro una alternativa interessante alle vie usuali di salita al Pizzo Castello, dalla cima si può tornare a Pallanzeno scendendo verso Piedimulera e poi lungo le strade interne del fondovalle, oppure (forse più
velocemente), proseguire nella direzione opposta verso Basciumo, e poi scendere lungo il sentiero che passa dal Bacino e da Paset].
Il sentiero presenta qualche tratto ripido, ma in assenza di ghiaccio/neve nei tratti dove si richiede maggiore attenzione, non ci sono
particolari difficoltà; si passa presso una baita verso i 570 m. incontrando in seguito alcuni ruderi verso i 610 m. poi si giunge al bel punto panoramico della Baita Bija (Baita Luca su un cartello di legno in loco) a circa 680 m. (questa zona è in pratica, Oraccio di sotto...), da dove si potevano ammirare sul fondovalle, i tipici scenari con le nebbie invernali, e di fronte, verso sud, si vede la dorsale che si seguirà in discesa al ritorno in questo giro.
Proseguendo la salita si trova un tratto ripido (e panoramico...), su roccette, che porta alla dorsale del Mot at l'Ovic dove si trova un masso con indicazioni (sulla destra (nord), sale un altro percorso che passa da Culet che seguiremo in un successivo giro).
Salendo la dorsale si passa prima in un bel bosco di rovere, poi si trovano i primi faggi; arrivati intorno ai 900 m. conviene uscire dal percorso segnalato per spostarsi sulla sinistra (sud), in modo a raggiungere l'Alpe Oraccio di sopra (Uracc) a 928 m. (che non si trova lungo il sentiero); Oraccio è parzialmente "nascosta" da alcune piante che sono cadute propria su una baita...
Ritornati alla dorsale si prosegue la salita con le prime vedute verso la zona di Propiano e trovando (in questa occasione), la neve, e si giunge così sulla Testa del Frate 1258 m. bel panorama in direzione sud-est; si continua verso ovest scendendo nella zona dell'Alpe Piana 1245 m. dove si trova il sentiero che porta alla bella dorsale di Propiano.
Da Propiano inferiore 1134 m. si scende lungo il panoramico sentiero che porta all'Alpe Ceresola 953 m. prima di giungere a questo alpeggio, si trovano sulla sinistra (sud-est) due sentieri, si continua sul primo (il più alto, non segnalato), che traversa il versante della montagna; si incontra prima una sorgente, e in seguito una piccola balma; traversando alla base di un versante roccioso poi si devia sulla destra e si scende al pianoro dell'Alpe Crovalino (Croppalino) 921 m. (già visitata in un precedente giro, vedi questa pagina).
Proseguendo sulla dorsale verso sud, si giunge su una gobba rocciosa che è un bel punto panoramico [foto 50 e 51], a picco sopra Cimamulera e la zona della Cappella della Pace; da qui si potrebbe anche scendere direttamente (senza sentiero), ma in un giro come questo naturalmente l'interesse è rivolto, oltre agli alpeggi, ai vecchi sentieri, e allora da Crovalino seguiamo il sentiero che traversa verso l'Alpe La Balma e la Cappella dul Travain fino al bivio dove si trova un grosso masso [foto 54], qui si scende sulla sinistra (sud-est) per una traccia all'inizio poco evidente, ma in seguito si trova un marcato sentiero che porta alla baita di Cà dul Sec (dove si vedono alcune incisioni), più avanti si raggiunge il nucleo dell'Alpe Crùtèia (Crolteia) 680 m. molto interessante questo luogo, con i grossi muri costruiti per ricavare dei pianori su questo versante, un lavoro notevole...
Nei pressi si nota quello che a prima vista sembrerebbe una vecchia condotta (foto 66), in realtà si tratta di canali di scolo realizzati dopo una frana accaduta in zona in data 2/3 novembre 1968, e che causò la morte di ben 8 persone...
Dal baitello con la data 1933 [foto 69] si segue il buon sentiero che traversa il versante ritornando verso Pallanzeno, lungo il percorso si passa dall'Alpe Mopi a quota 674 m. sulle mappe è chiamata Moppi tutta questa dorsalina che scende verso Pallanzeno, mentre a Cimamulera è conosciuta come Mopio... posta su un largo pianoro nel bosco dove la traccia si perde (come sovente capita in questo tipo di ambiente...), la si ritrova poco più in alto di quota rispetto ai ruderi.
Il sentiero supera il canale del Rio Loggie a ca. 690 m. poi si arriva in una zona con grossi massi (poco più avanti si trovano i ruderi dell'Alpe Momella); qui si lascia il sentiero e si sale a sinistra lungo la larga dorsale in direzione della parete rocciosa soprastante, si giunge nei pressi della parete strapiombante (sopra la quale si trova il Pian Lana), qui si nota un lungo muro costruito per ricavare un pianoro e resti di uno spartano ricovero sotto la parete, questo è chiamato la Ca dul Ciat.
Si sale aggirando la parete sulla destra (nord), salendo si trova il vecchio sentiero che porta al pianoro a 802 m dove si trovano i ruderi di Pian Lana, utilizzato fin verso il 1950 quando ancora portavano qui le capre; questo alpeggio doveva avere una certa importanza ai tempi, visto il numero e le dimensioni dei fabbricati (e anche vista la modalità costruttiva della porta della baita principale...). Il toponimo ha origine dal cognome di una famiglia (appunto i Lana), che traversavano su questo versante partendo da una delle "borgate" di Cimamulera, Case Girardi-Lana...
- (A Pian Lana siamo ritornati un anno dopo lungo un sentiero che traversa da Ca' d'Francia : Link)
Ridiscesi alla zona coi grossi massi scendiamo lungo la dorsale fino a un pianoro sopra un salto, in questa occasione proseguiamo aggirandolo sulla sinistra scendendo senza sentiero, il terreno non è mai troppo impegnativo e i piccoli salti che si incontrano sono sempre aggirabili; verso i 470 m. troviamo una buona traccia che traversa e scende a Pallanzeno, poco prima del ponticello pedonale sul Rio Oraccio che riporta al parcheggio.
Gennaio 2018 - Per questo giro, circa 6 ore.
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