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Alpeggi di Migiandone : Grefa, Zeder, Corn d'la Tola, Balum, Boscati...


 Vadi - Rio Buca della Valle - Alpe Curtet - Alpe Grefa - Alpe Zeder - Alpe Corn d'la Tola - Alpe Balum - Alpe Zeder - Alpe Fornale - Alpe Boscati - Alpe Grefa - Alpe Curtet - Vadi (Migiandone).



 

 Di nuovo sul versante della montagna alle spalle di Migiandone, questa volta per la visita ad alcuni alpeggi posti sul versante sinistro orografico della Valle del Rio Blet (il Valon da Migiandon), passando dall'Alpe Grefa che era l'alpeggio più "corposo" e importante del Comune di Miggiandone (così era chiamato nell'800...), e proseguendo per gli alpeggi "alti" di Zeder, Corn d'la Tola e Balum, alpeggi più scomodi e abbandonati da tempo...

 

 Con Andrea e Francesco partiamo dall'Oratorio della Madonna della Balma alla frazione Vadi di Migiandone (poche possibilità di parcheggio, eventualmente si può anche lasciare l'auto presso il cimitero...), vedi su Google Street View : Link.


 Seguiamo per pochi metri la stradina asfaltata a fianco dell'Oratorio verso le case, per poi continuare lungo la stradina sterrata sulla destra che traversa lungamente il pianoro verso lo sbocco del Rio Buca della Valle e la Portea (azienda agricola); prima di arrivarci si incrocia una traccia che arriva da sinistra sulla stradina, la si segue giungendo a una breccia nel basso muretto, dove si trovano i primi segni di vernice arancione, poi la traccia del sentiero diventa evidente.

 Si sale lungo il bel percorso che porta all'Alpe Curtet 682 m. (alpeggio di Anzola) e alle baite di Grefa di sotto 826 m. (chiamata anche Piana del Barmo, anche questo alpeggio è nel territorio del Comune di Anzola, il confine passa proprio poco a monte ...), fino a qui, meno di due ore (vedi anche la parte finale di questo giro) (Alpe Grelfa sulla vecchia edizione della mappa IGM, come riportato anche dal piccolo cartello su un albero visto in loco...); dal primo nucleo di baite di Grefa si sale il versante raggiungendo il sentiero che continua delimitato da muretti, e passando in sequenza dagli altri nuclei di questo esteso alpeggio, il più importante di Migiandone e anche quello con il maggior numero di costruzioni, ben 20 (inoltre ci sono anche alcune interessanti balme...); da segnalare anche il fatto che, nonostante l'alpeggio sia stato caricato fin verso il 1950, e perciò in tempi non troppo lontani, nessuna delle numerose baite è rimasta intatta...

vasca...

 Rispetto agli alpeggi visitati in precedenza sopra l'abitato di Gabbio e Loja, si notano le differenze costruttive... qui non ci sono i caratteristici architravi in sasso a "mezzaluna", questo per il fatto che mentre qui si tratta di alpeggi, i nuclei vicino al fondovalle (Villa, Bormia, Aresti...) sono da considerare come vere e proprie case di abitazione; comunque i ruderi di Grefa sono ugualmente interessanti, si osserva in particolare quanto le costruzioni siano "massicce" utilizzando blocchi di pietra più grandi della norma...

 Arrivati all'ultimo gruppo di baite a 874 m. (il più panoramico, in particolare verso Corni di Nibbio, anche se ora le piante nascondono in parte il paesaggio...), si vedono i segni di vernice che proseguono indicando il sentiero per Fornale che seguiremo in discesa al ritorno, continuiamo invece la salita verso la dorsale superiore in direzione dell'Alpe Zeder.

 Il sentiero si trova solo a tratti, ma sono presenti anche tagli, e comunque non si può sbagliare perchè si sale sulla dorsale o lungo il suo versante sud-est.

 Dopo un tratto nella faggeta si giunge ai due ruderi dell'Alpe Zeder 1204 m. (Alpe Zéder sulla vecchia IGM); fino a qui, dalla partenza, circa tre ore; proseguiamo ancora lungo la dorsale (seguendo i tagli che continuano ad essere presenti...), e in breve si giunge al grosso rudere dell'Alpe Corn d'la Tola 1252 m. (rudere che si vede sulle foto aeree..).

 Il programma di questo giro era aperto a diverse opzioni, e in questo caso, visto che i tagli continuavano, naturalmente li abbiamo seguiti... il percorso diventa più ripido e interessante salendo su una stretta crestina boscosa fino a un tratto in cui bisogna traversare sul fianco del versante di Migiandone e giunti nella zona dove si trova un monolito (foto 11), i tagli scompaiono...

 La crestina (ora rocciosa) si presenta molto impegnativa (e in seguito, guardando dal basso se ne avrà la conferma), allora continuiamo lungo il fianco della parete traversando tra i fastidiosi noccioli e incontrando la prima neve; giunti su una giavina, si vede di fronte una dorsale boscosa di conifere dove è situata l'Alpe Balum, che naturalmente decidiamo di raggiungere, qui troviamo anche tre "sporadici" ometti (però se le segnalazioni non hanno continuità, non servono a molto...).

 Dopo un tratto faticoso nella neve non trasformata, si giunge sul dosso della solitaria Alpe Balum 1425 m. (Balma sulla vecchia IGM, anche questo rudere si vede sulle foto aeree) fino a qui, dalla partenza, circa 4 ore e mezza; verso ovest si vede in alto l'impegnativa cresta rocciosa che sale da Zeder, di fronte, verso sud il poco invitante versante che sale alla Cima delle Tre Croci, mentre ad est la tranquilla dorsale della Punta Fenore.

 Dopo una pausa (breve, vista la temperatura sotto zero), scendiamo lungo la dorsalina posta di fronte ai ruderi di Balum in direzione est; per questa discesa ci atteniamo al sentiero riportato sulla carta IGM, sentiero di cui però, in questa occasione, in pratica non abbiamo trovato traccia...

 Scendiamo lungo la dorsalina fino a giungere sopra un gran salto di roccia (ci si renderà conto della sua imponenza quando si traverserà poi alla sua base...), qui scendiamo traversando sulla destra (sud) verso una giavina che si costeggerà in discesa tenendosi sempre nei pressi del salto di roccia della precedente dorsale.

 Seguiamo fedelmente il sentiero riportato sulla carta IGM che, verso i 1300 m. indica di traversare decisamente verso nord, qui siamo su una grossa giavina (foto da 29 a 32), superata la quale si scende in un tranquillo bosco che porta al sentiero che da Fornale sale a Zeder (e qui, dopo una discesa senza sentiero, troviamo anche un vecchio cartello con indicazione Balum...).

 A questo punto (viste anche le ridotte distanze), decidiamo di proseguire prima verso Zeder per vedere questo tratto di sentiero, poi si ritorna all'incrocio col cartello (andata e ritorno dal cartello, circa 25 minuti), e scendiamo lungo il sentiero che porta all'Alpe Fornale 1056 m. (già visitato in un precedente giro, link).

 Da Fornale, oltre al bel percorso della strà di vacch seguita nel giro precedente, si trova anche un altro percorso segnalato (vernice arancione e tagli) che parte da una piccola balma sopra i ruderi e traversa verso Grefa (il percorso si è rivelato alla fine, più interessante e impegnativo del previsto, questo anche per il terreno bagnato e scivoloso incontrato...).

 Giunti intorno ai 900 m. di quota il programma prevedeva di visitare l'Alpe Boscati, luogo trascurato dagli escursionisti perchè non si trova lungo il sentiero, ma "imboscato" nelle immediate vicinanze... l'alpe (rappresentata col simbolo dei ruderi e senza nome sulla IGM), si può raggiungere velocemente dalla zona lungo sentiero dove si trovano frecce gialle e una pianta con tre grossi bolli rossi; si traversa in piano lungo una labile traccia verso sud fino a incrociare un sentiero più evidente (che sale dalla sottostante strà di vacch), lo si segue in salita giungendo in breve all'Alpe Boscati 900m. ben 5 costruzioni ridotte a ruderi tra le quali spicca una notevole baita principale.

 Ritornati al sentiero segnalato si prosegue in discesa incontrando un tratto in cui è richiesta maggiore attenzione, qui si trovano anche delle cordine che aiutano in alcuni passaggi (ricordando i vari passaggi attrezzati con materiale di fortuna, che in pratica non offriva alcuna sicurezza, come ad esempio le cordine di plastica o i vari cavi elettrici che erano presenti lungo il percorso dal Ponte Casletto all'Arca in Valgrande, in questa zona si nota una cosa inusuale, e cioè l'utilizzo di un cavo coassiale da 75 ohm di quelli utilizzati per le antenne televisive...).

 Dopo aver superato un canalino umido e scivoloso, su terreno più tranquillo si giunge alle baite di Grefa a 874 m. (poco prima di arrivarci, si nota che alcuni segni di vernice conducono invece in direzione opposta, pochi metri più avanti però sembrano scomparire, da qui scende un sentiero per l'Alpe Solivo percorso poi in salita in un successivo giro, sembra che attualmente lo stiano ripulendolo, a tratti è un po' imboscato...).

 Da Grefa, lungo il percorso seguito in salita, si ritorna a valle all'Oratorio di Vadi; tempo per la discesa da Balum, circa 4 ore.


 Tempo per questo giro, circa 8 ore.

   Dicembre 2018 - Difficoltà EE
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