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Da Granarioli alla Balma d'Angiol e a Casa Ravera...

 Sulle tracce dei cacciatori (e dei camosci...) :

 Dall'Alpe Granarioli alla Locia da l'Agar, Balma d'Angiol e Casa Ravera...

 

 Ritorno in Valle Antrona sull'impervio e affascinante versante che dal Torrente Troncone sale a Crestarossa e alla Croce della Garansla, versante già visitato in precedenza durante alcune escursioni piuttosto "soddisfacenti"...

 In questa occasione il programma era di ritornare alla zona della Locia da l'Agar (già visitata in un giro precedente : Link) cercando di seguire il percorso dei cacciatori (quelli di una volta...) che traversavano il complicato versante in salita (o in discesa...) dall'Alpe Granarioli; questo giro è stata anche l'occasione per renderci conto realmente di dove eravamo andati nel 2019 quando, a causa della presenza della fitta nebbia, la visibilità era di pochi metri e non ci si poteva rendere conto realmente di come fosse la zona visitata...

 Percorso impegnativo senza sentiero o seguendo saltuarie tracce di animali.

traverso "aereo"...
traverso...

 Con Andrea partiamo da Campliccioli dove possiamo subito ammirare un giovane stambecco che, alla nostra vista, si è allontanato saltando sopra la stradina che porta alla galleria (salto riuscito in verità dopo un paio di tentativi falliti... chiaramente per la giovane età mancava anche di esperienza), seguendo il sentiero sulla sinistra idrografica del lago passiamo da Vassoncino e raggiungiamo l'Alpe Granarioli 1412 m.

 Riguardo questo giro, mentre era abbastanza chiaro il percorso per il traverso verso il Rio di Granarioli e la Locia da l'Agar, era più incerto il percorso da seguire per salire alla quota dove si svolge appunto la traversata, osservando il versante dal basso la zona più "agibile" sembrava proprio quella a monte di Granarioli, e allora saliamo prima alla baita superiore (foto 7) e poi continuiamo cercando il percorso migliore sulla destra idrografica del canale dove scende il Riale del Savert (foto 8).

 Con percorsi di questo genere è chiaro che possono essere necessari alcuni tentativi prima di trovare i giusti passaggi, tentativi e divagazioni che, come in questa occasione, possono portare anche a ritrovamenti imprevisti e interessanti, infatti durante la salita iniziale seguiamo alcune tracce che portano a traversare sulla sinistra (foto 10 e 11) raggiungendo un versante dove si trova un piccolo pianoro con una balma a circa 1588 m. qui proviamo a salire lungo la valletta sulla sinistra (dove troviamo anche un vecchio burdion), ma il versante soprastante si presenta troppo impegnativo, e allora ritorniamo all'inizio del traverso per continuare la salita in direzione opposta.

traverso sotto la piodata del Riale del Savert...
traverso sotto la piodata del Riale del Savert...

 Arriviamo sempre nei pressi del canale del Riale del Savert sotto al salto della grande piodata (foto 25) dove si vede in alto la zona da raggiungere, qui traversiamo alla base della roccia (potrebbero esserci problemi con molta acqua), per poi continuare la salita con un giro sulla destra e uscendo su una giavina al termine del bosco, poco distante dalla parete individuata in precedenza (questa zona è piacevole e suggestiva...) e si inizia il traverso in direzione sud.

 Su terreno ripido si può provare ad arrivare al canale del Savert raggiungendolo in leggera discesa, ma è forse più consigliabile salire ancora per un tratto per poi scendere su terreno più agevole (vedi la foto 43 dove si dovrebbe riuscire a individuare Andrea poco al di sotto del larice solitario sulla dorsalina centrale), in questo modo si aggirano le roccette presenti più in basso; raggiunto il versante successivo si sale tra i fastidiosi rododendri cercando le tracce degli animali, e si arriva presso la pianta caduta di foto 46 dove sembra di vedere una possibilità di continuare la traversata, ma il terreno appare insidioso e all'apparenza evitato anche dagli animali (foto 47 e 48), allora salendo ulteriormente a monte della pianta caduta troviamo finalmente il passaggio giusto dove il sentierino presente a tratti permette di superare un poco più agevolmente il ripido versante.

 Dopo un tratto in salita ancora tra i rododendri traversiamo giungendo finalmente al pianoro individuato in passato guardando dall'alto durante le visite precedenti in zona, e qui abbiamo anche la gradita (e non del tutto inaspettata...) sorpresa di trovare il rudere di un alpetto "inedito" e non presente su alcuna mappa, a circa 1916 m. il luogo è anche piacevole e tranquillo, in contrasto con il severo ambiente circostante.

in Valle Antrona...
in Valle Antrona...

 Una breve pausa e proseguiamo la traversata verso l'Alpe della Locia da l'Agar che non si può raggiungere traversando subito il canale del Rio di Granarioli (a queste quote non appare possibile), e perciò puntiamo a superarlo più in alto vicino ai 2000 m. dove la neve che copre in parte il canale appare più abbondante; proseguiamo in salita lungo il pendio erboso dove si nota che come al solito agli animali piace sempre traversare sul bordo dei precipizi...

 Superiamo un canalino secondario che scende da un versante (foto 73) dove, in alto, avevamo traversato l'anno precedente lungo uno dei percorsi più interessanti della Valle Antrona (link1 e Link2), e arriviamo al canale del Rio di Granarioli intorno ai 2000 m. che traversiamo sulla neve (con qualche cautela, essendo neve recente di cui non si è sicuri della consistenza...), sul versante opposto troviamo poco più in basso i ruderi di un baitello facente parte dell'Alpe Locia da l'Agar riportato solo sulla Mappa Rabbini (ruderi che avevamo individuato dalle foto precedenti riguardo questa zona anche grazie al caratteristico colore "marroncino" dei sassi usati per la costruzione del baitello).

 Scendiamo il versante tra gli (a tratti fastidiosi...) ontanelli e arriviamo al nucleo principale dell'Alpe Locia da l'Agar 1876 m. (Loccia dell'Agro sulla Rabbini) dove rivediamo anche la bella balma "mimetizzata" tra l'erba; un'ultima pausa e torniamo lungo il percorso seguito durante la prima visita che si era svolta nella nebbia fitta, per cui si potrebbe anche dire che ora è come fosse la prima volta che passiamo da queste parti, infatti vediamo una piccola costruzione (foto 83 e 84) che ci era sfuggita, e che dovrebbe essere relativa alla sorgente dell'alpe.

in alto, sopra la cascata e la fascia rocciosa, la zona visitata...
in alto sopra la fascia rocciosa, la zona visitata...

 Traversiamo il pendio erboso (foto 87) presso la parete che culmina nella Croce della Garansla (dove eravamo stati durante la prima visita da queste parti : Link), dopo un primo tratto in traversata si scende il versante e arriviamo ai ruderi superiori (i più significativi) dell'Alpe della Balma d'Angiol a 1758 m. (ruderi superiori che non avevamo visto durante la visita precedente), qui si trova un evidente sentiero che traversa verso nord passando da una balma/cantinetta e raggiunge un piccolo canalino (dove si trova l'acqua), e in basso riconosciamo i miseri ruderi che avevamo trovato a novembre 2019.

 Proseguiamo la discesa poggiando sulla destra (sud), bisogna raggiungere poi il basamento della vecchia teleferica (importante riferimento per non sbagliare percorso : foto 96), in questa zona si ritrova una traccia di sentiero che porta a scendere e traversare sempre verso sud il versante e infine raggiungiamo (con qualche incertezza, la traccia non era più evidente) la zona in cui si può scendere (foto 98 e 99) al pianoro dell'Alpe Casa Ravera e al sentiero segnalato che riporta a Campliccioli (si notano lungo il percorso gli effetti della precedente lunga siccità, con le piante di mirtilli rinsecchite anche se per alcune di esse stanno rispuntando i nuovi germogli...).

 Per questo giro, circa 8 ore incluse varie divagazioni.

 Percorso impegnativo - Maggio 2022

immagini ↑→  



traversando dall'alpetto a 1916 m.

traversando dall'alpetto a 1916 m.

nella balma della Locia da l'Agar...
nella balma della Locia da l'Agar...
in Valgrande...  ← in Valgrande

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