Ritorno in Valmala per raggiungere la cresta dei Denti omonimi (1753 / 1818 m. secondo la vecchia CTR) e con l'occasione, seguendo il percorso forse più diretto alla cresta (anche se i vecchi sentieri sono ormai scomparsi), visitiamo l'Alpe Selva Grossa e I Ciòs, un percorso piacevole e interessante; rispetto al tratto di cresta precedente (nord-nord-ovest : Link) percorso nel 2020, i Denti di Valmala sono risultati più "facili"...
Convenzionalmente sono considerante facenti parte dei Denti di Valmala anche alcune cime poste lungo la cresta che prosegue verso ovest collegandosi con la Punta del Patric ( : Link) e il Castello di Gavala ( : Link), questo però appare poco logico considerando che questo tratto di cresta non ha nulla a che fare con la Valmala, facendo invece da confine tra la Val Gavala e la Valle Strona di Postua...
Con Andrea partiamo nei pressi della Chiesa Parrocchiale di San Bartolomeo a Scopa (possibilità di parcheggio), seguendo inizialmente il sentiero segnalato 222 che porta all'Alpe Valmala di sopra (vedi sul sito del CAI Varallo : Link), dalla baita Ricovero del Corpo Forestale continuiamo lungo il sentiero fino al caratteristico passaggio attrezzato con il predellino (foto 15), e dopo pochi metri si vede sulla sinistra una lieve traccia che sale il versante lasciando il sentiero principale, traccia che seguiamo.
Traversiamo in salita il versante arrivando nelle vicinanze del canale della Comba di Selva Grossa dove la traccia praticamente scompare, conviene proseguire nel solco del rio, anche se in parte imboscato, perchè traversando il versante sulla destra idr. non è molto comodo... bisogna arrivare al boschetto visibile nella foto 18, qui si sale il versante che sarebbe anche comodo se non fosse diventato così imboscato, in ogni caso tenere presente la posizione dell'Alpe Selva Grossa sulla Mappa Catastale, e poggiando un poco sulla destra si arriva infine al poggio dove si trovano i ruderi di Selva Grossa 1225 m.
Dall'alpe continuiamo la salita trovando poco più in alto il sedime di un'altra costruzione e dopo un tratto tranquillo nel bosco il terreno si fa più ripido e complicato, avvicinandoci a una paretina traversiamo verso il canale laterale per poi salire un tratto imboscato, sappiamo che bisogna traversare il canale quando possibile e lo facciamo più in alto, proseguendo la salita arriviamo infine a un tranquillo boschetto (interessante qui il ritrovamento del "reperto" di foto 33...) e poco dopo al panoramico pianoro dove si trovano i piccoli ruderi delle baite de I Ciòs (o Giacc/Gacc = pascolo d'alta quota, italianizzato erroneamente in ghiaccio su alcune mappe) 1576 m.
Una occhiata al notevole panorama circostante, nonostante il cielo velato da nuvolosità alta che conferisce un certo clima cupo ma suggestivo la giornata risulta
limpida e piacevole, essendo anche lontani dai venti forti previsti in altre zone, e proseguiamo la salita raggiungendo la cresta a una bocchetta intorno ai 1635 m. (Fino a qui dalla partenza, circa 3 ore e 45 min.).
La bocchetta era un passaggio per l'Ör Colin un interessante alpeggio in Val Gavala ( : Link), è molto probabile che I Ciòs fossero caricati entrando "dall'alto" appunto dalla Gavala, una consuetudine ricorrente tra valli limitrofe in particolare per gli alpeggi in quota.
Il primo tratto di cresta è parecchio imboscato e questo rendo scomoda la progressione, una volta terminate le piante il percorso diventa più piacevole e come al solito su questo genere di creste con anche erba e vegetazione, la
presenza di una saltuaria traccia di animali è di aiuto; dopo un tratto più "accidentato" bisogna scendere
alla selletta del Finestreul 1627 m. passaggio per la Val Gavala, poi il percorso diventa un poco più regolare
avvicinandosi alle cime principale dei Denti di Valmala, prima delle quali troviamo un'ultima sella erbosa a 1733 m. che in verità appare più "comoda" rispetto al Finestreul come passaggio tra le due valli...
Con percorso interessante e mai troppo impegnativo raggiungiamo la quota 1795 m. dove (foto 63) troviamo una grande Croce incisa nella roccia (la presenza di questa Croce è segnalata dal Ravelli sul suo libro), intanto siamo
arrivati nella zona in cui una cresta continua verso ovest verso il Castello di Gavala e la vista si apre anche verso la Valle Strona di Postua; sulla destra vediamo giù in basso la Sella Bassa che dobbiamo raggiungere, ma ci sono ancora una serie di sommità tondeggianti da superare con anche alcuni tratti ripidi, e alla fine arriviamo alla Sella Bassa 1602 m. (Fino a qui dalla partenza, quasi 5 ore e mezza).
Una pausa alla Sella Bassa osservando l'estesa e sempre affascinante Valle Strona di Postua teatro di numerose interessanti e appaganti escursioni (come a esempio la dirimpettaia Cresta di Celogn che sale alla Punta del Cugnolaccio : Link), e iniziamo la discesa traversando il versante in direzione della ben visibile costa dove ci sono i ruderi dell'Alpe Cremisei (il percorso "ufficiale" 222 in verità scende passando più in alto dove una traccia evidente in realtà non è presente, ma anche la traccia per Cremisei visibile all'inizio poi sembra scomparire...).
Con percorso poco comodo traversiamo il versante in discesa tenendo presente che bisogna traversare un canalino roccioso più o meno alla stessa quota dell'alpe, e arriviamo ai ruderi dell'Alpe Cremisei 1460 m. composta da diverse piccole costruzioni in due gruppi, il secondo gruppo (che bisogna raggiungere) si trova più a nord e anche più alto di quota, in seguito il percorso nella faggeta diventa più evidente e anche comodo e raggiungiamo il punto in cui arriva l'altro percorso che scende da poco più in alto della Sella Bassa e ritroviamo anche i vecchi segni di vernice.
Il comodo sentiero scende lungamente con numerosi tornati il versante nella faggeta raggiungendo i ruderi dell'Alpe Ciresi 1020 m. caratterizzata da un grande stallone, continuando lungo il sentiero ritorniamo al predellino e al bivio
incontrato all'andata, poi all'Alpe Valmala e torniamo a Scopa lungo il percorso seguito all'andata.
Per questo giro, poco più di 8 ore.
Settembre 2024 - Difficoltà EE con passaggi esposti e lunghi tratti senza sentiero.
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