Visita alla Cima Morticci 2710 m. una montagna posta alla testata di ben quattro valli : Gronda, Sorba, Loo e Maccagno, che si raggiunge lungo percorsi che presentano un notevole sviluppo (in particolare naturalmente quelli valsesiani), chiamata anche Piovâa Soglio dal Ravelli, mentre il toponimo "Monte Cossarello" (che è quello riportato su tutte le mappe ad eccezione della OpenStreetMap), come scrive il Ravelli "non ha ragione di esistere in questo luogo" e in ogni caso sembra che localmente sia appunto conosciuta come Morticci.
Questa era anche l'occasione per compiere la traversata completa delle due valli che salgono da Rassa, la Val Gronda e la Val Sorba, questo comporta un giro notevolmente lungo e alla fine anche faticoso, ma ne valeva certamente la pena per la bellezza dei luoghi visitati (in particolare la Val Sorba percorsa in discesa si è rivelata, specie nella parte alta, una zona affascinante e molto suggestiva...
Valsesia : Balmuccia > Piode > Quare > Rassa.
Con Andrea partiamo da Rassa 917 m. per salire nuovamente in Val Gronda (parzialmente
percorsa in un paio di giri precedenti), procedendo lungo il sentiero 261 (vedi sul sito CAI Varallo : Link ) si passa da Rassetta 1170 m. e Fontana 1206 m. si
traversa nei pressi dell'Alpe Goreto 1392 m. e si giunge alla bella Alpe Straiga 1480 dove il sentiero traversa tra le baite allineate lungo il dolce pendio, più avanti si trova l'Alpe Casere 1514 m. dove il percorso sale decisamente sulla destra
passando presso una cascata del Torrente Gronda, fino a qui da Rassa, circa 1 ora e mezza.
Il sentiero sale lasciando sulla destra le baite dell'Alpe Salei e si giunge all'Alpe Piana d'Ovago 1748 m. che raggiungiamo nel momento in cui i muli stavano per scendere a valle portando alcune tome, frutto del lavoro del pastore (ma anche delle mucche...), nella settimana precedente; il percorso continua lungo il ripido e panoramico costone soprastante l'alpe, sulla destra il variegato, interessante, e impervio pendio che sale verso la zona dell'Alpe Cossarello e in alto, al Becco omonimo.
Si arriva al panoramico Alpe del Lago 2061 m. con le belle baite ancora in ottime condizioni (sono presenti anche alcune incisioni, cosa in verità meno frequente in Valsesia rispetto all'Ossola), la salita prosegue sempre più panoramica, si vede sulla sinistra il Cimone della Gronda, sulla destra il versante che sale alla Bocchetta degli Autei, e si giunge al Lago della Seia 2161 m. il percorso continua tra rocce e tratti erbosi (si trova anche una scalinata), e si arriva al Laghetto 2366 m. (che, a dispetto del nome, è di dimensioni abbastanza ragguardevoli, infatti dovrebbe essere il più vasto del territorio...) fino a qui, da Rassa, circa 4 ore.
Sulla destra il percorso segnalato prosegue verso il Colle del Laghetto 2532 m. colle posto tra la nostra meta e la Berretta del Vescovo, dopo una breve pausa in questo ambiente molto piacevole e sereno nei pressi del lago (dove si notavano diverse trote in movimento), lasciamo il percorso segnalato per salire sulla sinistra (sud) tra belle rocce montonate per poi traversare verso ovest sulla giavina sottostante la dirupata Pala della Gronda 2703 m. in direzione del ripido versante nord della Cima Morticci, dove si vedeva (foto 52) un invitante pendio in parte erboso che pareva agevole da salire.
Salendo e guardando verso nord, appare anche il Monte della Meia dietro alla Berretta del Vescovo, superate le giavine (alcuni tratti scomodi per la presenza di grossi massi, ma erano presenti anche alcuni più comodi nevai residui), prima di salire raggiungiamo sulla sinistra una piccola selletta erbosa che si
trova tra la Pala della Gronda e la cresta est della Cima Morticci, un intaglio con una interessante veduta del versante opposto sulla Val Sorba (foto 60).
Dalla selletta traversiamo verso nord per poi salire il pendio erboso che richiede attenzione vista la pendenza sostenuta, e si sbuca sulla cresta dove, con percorso agevole si
raggiunge la sommità della Cima Morticci 2710 m. che per la sua posizione centrale, e un poco discosta dalle altre cime, permette una notevole vista panoramica sul territorio circostante, in questa occasione solamente le cime più elevate sono state nascoste dalle alte nubi, fino a qui da Rassa, circa 5 ore e mezza.
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Dalla cresta sommitale si vedeva il sottostante (e non lontano) falsopiano sassoso che scende verso il Colle di Loo, abbiamo cercato una possibile via per raggiungerlo (così da "accorciare" il percorso di ritorno a Rassa), ma dall'alto non si sono individuati i passaggi descritti dal Ravelli (l' "erto canalotto" e il "canalaccio scabroso"...), e allora siamo scesi per il più tranquillo versante nord lungo un ripido pendio sassoso dalla base del piccolo fornale col laghetto effimero della foto 1.
Volendo raggiungere il Passo del Maccagno senza perdere troppo quota, e senza raggiungere il sentiero che traversa nei pressi del sottostante Lago Nero, scendiamo fin quando è possibile traversare alla base dello sperone roccioso sulla sinistra e poi, inizialmente sulle noiose giavine, e in seguito in un bell'ambiente tra grosse rocce montonate (dove troviamo anche numerosi ometti), raggiungiamo la zona del Passo del Maccagno 2493 m. da dove si scende in Val d'Aosta.
Raggiunto il vasto e tranquillo pianoro erboso del Loo, traversiamo verso est passando sotto la dirupata cresta della Morticci raggiungendo il Colle del Loo 2452 m. (dalla Cima Morticci a qui, quasi 1 ora e mezza) da dove ci si affaccia sulla lunghissima Val Sorba che dobbiamo discendere lungo il sentiero 251 (vedi sul sito CAI Varallo : Link ); la Val Sorba si è rivelata molto suggestiva e piacevole, in particolare nella parte alta con i suoi pianori verdissimi e i tratti in cui il Torrente Sorba scorre dolcemente prima di precipitare a valle dell'Alpe del Prato...
Scendendo dal Colle del Loo (avendo per un lungo tratto sullo sfondo il Monte Altorre con a fianco la Bocchetta del Prato),
si incontra prima il largo pianoro dell'Alpe del Prato 2218 m. a fianco dei primi ruderi che si trovano sulla destra giungendo al pianoro, si possono vedere delle incisioni in latino che risalgono al 1751, le quali sono state "ritoccate" con vernice rossa per renderle più evidenti, la cosa però finisce per togliere completamente la bella sensazione che si prova solitamente nello scoprire queste incisioni... sarebbe forse stato preferibile lasciarle come erano e mettere un pannello illustrativo nei pressi.
Proseguendo la discesa ci si affaccia sopra l'interessante pianoro con laghetto dell'Alpe Lamaccia 1918 m. dove si trova anche una Cappella, qui il sentiero traversa il torrente per scendere sulla sinistra del ripido pendio, il percorso era però "occupato" dalle pecore che stavano salendo, pecore accompagnate da alcuni cani maremmani, uno dei quali ci ha subito "puntati" e si è avvicinato per sorvegliarci... a questo punto non restava altro da fare che attendere il (lento) passaggio di tutto il gregge (col pastore a chiudere la fila), e questo ha ulteriormente allungato i tempi di questa già di per se lunga discesa...
Scendiamo da Lamaccia traversando lungo la zona chiamata Molèra perchè dalle rocce color grigio-scuro contenenti corindone amorfo della zona venivano appunto ricavate le mole, si passa dall'Alpe Toso 1649 m. poi dall'Alpe Massucco 1528 m. lungo il percorso si passa accanto una scultura in marmo realizzata certamente con il "marmo del Massucco" estratto in una cava soprastante a circa 1800 m. di cui il Ravelli ha tessuto le lodi : "incontrastabilmente migliore di quel di Carrara per bellezza e durata", marmo di cui si era interessata ai tempi anche la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, però la cosa non andò a buon fine per i costi elevati necessari per realizzare la necessaria strada di accesso...
Si scende poi ai bei pascoli dell'Alpe Dosso 1395 m. più in basso inizia la stradina sterrata della valle, ma naturalmente è più piacevole continuare lungo il sentiero segnalato che passa nei pressi della "Gula Talheintha" dove il Torrente Sorba scende in una stretta gola con una cascata.
Scendendo, dopo la Cascina Antaiua 1220 m. si vedono i resti di una fornace della calce e poi, dopo il Ponte di Prabella si giunge all'Alpe Sorba 1151 m. corposo alpeggio con alcune baite ristrutturate, e infine si raggiunge la ripida stradina si scende a Rassa avendo sullo sfondo la dirupata dorsale che sale al Becco della Guardia. Dal Colle del Loo a Rassa, circa 3 ore e mezza incluse le soste, più o meno intenzionali...
Tempo per questo giro, più di 11 ore.
Difficoltà E lungo il sentiero, EE per la Cima Morticci e i tratti fuori sentiero.
Luglio 2020.
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