Ritorno sul versante destro orografico del tratto iniziale della Valle Strona di Postua, per visitare gli alpeggi situati nella zona dove scendono il Rio Forcioula, il Rio Vialengo e il Rio Pàutro (toponimo usato localmente e perciò più corretto, riferito al Rio Buggie); in particolare l'interesse è rivolto all'Alpe Cera e all'Alpe Piuval che sembrano poco visitate, e infine era l'occasione per salire alla piccola e isolata cima della Massola, interessante punto panoramico nonostante la bassa quota.
Con Andrea in questa occasione partiamo dal piccolo parcheggio all'inizio di Via Mombarone che porta a Roncole, perchè nel pomeriggio la strada sarebbe stata chiusa al traffico per il passaggio del "trenino" natalizio (Postua è ben nota per i suoi presepi...), seguiamo la stradina asfaltata che passa accanto all'antico Oratorio di San Sebastiano al cui interno è conservata quella che doveva essere una "pietra della fertilità" di origini ben più remote (vedi : questa pagina); traversiamo la frazione Roncole di Postua giungendo al parcheggio dal quale in precedenza eravamo partiti ormai varie volte per visitare questa interessante valle... continuiamo lungo l'innevata stradina raggiungendo la Cappella di San Martino e il primo ponte sul Torrente Strona.
Traversato il ponte e ignorando il percorso che sale verso Noveis, continuiamo lungo il sentiero che traversa sulla destra giungendo nella zona dove scende il Rio Forcioula, nella zona dove
si trova un cartello riferito alla caccia, si nota una traccia che continua sulla sinistra entrando nella valle, si tratta del vecchio sentiero per l'Alpe Gula che un tempo era il più frequentato per raggiungere l'alpe, sentiero riportato sulla Mappa Catastale e che inizialmente è ancora ben visibile, proseguendo diventa un poco meno evidente e raggiunge una zona franata poco prima della cascata della Gula (foto 12), la presenza della neve rende ancora più insidioso il proseguimento, e inoltre più avanti la presenza di piante cadute e i rovi rendono questo percorso non consigliabile...
Scendiamo a traversare il Rio Forcioula e risalendo il versante opposto seguendo qualche traccia di animali, raggiungiamo il più frequentato sentiero che traversa il versante (mentre in basso sulla sinistra si ascolta il forte suono dello scorrere del torrente nella zona del Gulot, dove scende dal versante di Alpigetto il piccolo Rio della Gula), e si arriva ai ruderi dell'Alpe Gula 644 m. nella zona dove si incontrano il Rio Forcioula e il Rio Pàutro.
Riguardo l'Alpe Gula veniamo a sapere (grazie all'amico Gian Paolo), che ai tempi in cui gli alpeggi erano ancora utilizzati questo luogo situato in posizione centrale, era in pratica la sede della "scuola" della zona, qui saliva il maestro e faceva lezione (solitamente nel fienile), ai pochi ragazzi che scendevano dagli alpeggi
circostanti...
Dai ruderi dell'Alpe Gula continuiamo lungo la traccia che traversa il Rio Pàutro e poi prosegue verso sud-ovest fino a un bivio dove attualmente si trova un albero caduto, a destra sale il più visibile sentiero per Vialengo, mentre sulla sinistra una traccia (segno rosso su albero) traversa raggiungendo il successivo torrente, il Rio Vialengo da dove si continua traversando in salita il versante e
mentre avvistiamo in alto il nucleo superiore di Cera, prima di raggiungerlo continuiamo il traverso sul ripido
versante raggiungendo il nucleo inferiore dell'Alpe Cera a 778 m. situato sopra la zona dove il Croso Gorei si immette nel Rio Forcioula (qui siamo anche presso il confine tra le province di Vercelli e Biella).
Risaliamo al nucleo superiore dell'Alpe Cera a 803 m. (da dove, tra gli alberi, si trova una prima apertura panoramica verso la
dirimpettaia Alpe Albarei di sotto con alle spalle il Luvot); interessante questo alpeggio, la stalla è tutto sommato ancora in discrete condizioni (comparata alla media degli alpeggi abbandonati della zona), su uno stipite dell'ingresso si legge la data 1931 mentre nello stretto e alto rudere a nord-est si nota il caratteristico incavo nel muro dove era presente il camino, ed è rimasto ancora il grosso "chiodo" con una catena dove era appeso il paiolo (foto 36 e 37).
Il sentiero prosegue traversando inizialmente in piano verso sud, di fronte si vede la dorsale boscosa che bisogna raggiungere (foto 40), poi si scende a traversare il Croso Gorei dove troviamo alcune interessanti formazioni di ghiaccio, risaliamo il versante opposto e raggiunta la dorsale la risaliamo mentre tra gli alberi si vede in lontananza anche il Castello di Gavala, e giungiamo all'Alpe Piuval 904 m. davanti alla quale si trova un angolino "verde" con una piccola siepe di bosso e un abete che si nota anche da lontano (a esempio da Gurei).
Anche questo alpeggio è interessante,
per la presenza di alcuni oggetti di uso comune ai tempi della frequentazione da parte degli alpigiani, il "Turnin" accanto al camino e realizzato semplicemente con un tronchetto e dei rami degli alberi, alla piccola stufetta, e all'esterno si vede anche un vaso di fiori alla finestra (dove è rimasto anche il vetro...).
Dall'Alpe Piuval continuiamo la salita lungo la dorsale dove inizialmente troviamo ancora qualche segno di vernice, poi con percorso libero e con il panorama che si apre sempre più sbuchiamo sulla stradina che traversa il versante dall'Alpe Noveis a Gurei, e ci dirigiamo verso quest'ultimo panoramico alpeggio a circa 1030 m. dove, naturalmente per la comodità dell'accesso, le baite erano state sistemate.
La dorsale di Gurei è un luogo molto panoramico (e anche piacevole, dove il sole arriva anche in inverno), in particolare guardando a monte spicca il soprastante Cornabecco e a destra la Punta delle Camosce (che si può ammirare meglio dalla Massola), a sud la dorsalina boscosa di Piuval dove spunta l'abete dell'alpe, a nord-est la cresta Luvot - Castello di Gavala, e in questa giornata limpida il panorama si allargava anche verso le montagne lombarde.
Una breve sosta al piacevole sole e poi bisogna proseguire verso il (freddo...) versante all'ombra in direzione nord, dove cerchiamo di seguire il percorso riportato sulla Mappa Catastale : la "Strada Vicinale della Gula" che traversa scendendo verso Vialengo; inizialmente il percorso è ben evidente e la traccia più evidente porta a un ultimo
segno di vernice dove il percorso sembra scendere direttamente verso la zona di Vialengo, ma il nostro percorso della Strada Vicinale continua invece a traversare più in alto dove, superati un paio di canalini, raggiunge su una a volte vaga traccia, il canale del Rio Vialengo (questo è stato forse il punto più "freddo" del giro...), superato il quale sul versante opposto la traccia ritorna ad essere più evidente.
Continuando il percorso passiamo nei pressi dei ruderi della Cà du Ratt a 971 m. (casa dei topi.... forse il soprannome di una delle famiglie che lo utilizzavano, alpetto facente comunque parte di Vialengo), proseguendo il sentiero diventa poco visibile, in particolare sul versante coperto dalle felci, lasciamo comunque la Strada Vicinale per scendere a cercare il rudere riportato sulla catastale (che troviamo a 931 m. anzi in verità ne troviamo due, ma di questi è rimasto solo il sedime), poi si arriva al nucleo dell'Alpe Vialengo di sopra 913 m.
Da Vialengo di sopra il sentiero scende al più corposo nucleo inferiore, ma in questa occasione preferiamo deviare verso la vicina Massola (già visitata da Andrea in un precedente giro), si traversa raggiungendo la dorsale che porta al breve sperone (foto 86) che si potrebbe anche salire, ma vista anche la presenza della neve, lo aggiriamo sulla destra e seguendo le numerose tracce degli animali che pare gradiscano molto questa cima, raggiungiamo la sommità della Massola 922 m.
Questa piccola crestina è senz'altro meritevole di una visita, il panorama
da qui è notevole nonostante la bassa quota (per certi versi anche più ampio rispetto a Gurei), dopo aver ammirato la soprastante zona del Cornabecco e Punta delle Camosce e anche il profondo "buco" del Rio Pàutro a nord, ci portiamo sul versante opposto dove ci si affaccia sulla bassa Valle Strona di Postua, e qui decidiamo di continuare la discesa seguendo la crestina che inizialmente
richiede attenzione (in particolare per la presenza della neve), poi più in basso diventa più "tranquilla" e scendendo nel bosco si raggiunge il sentiero di Vialengo che seguiamo ritornando all'Alpe Gula.
Da Gula scendiamo raggiungendo il frequentato sentiero che arriva da Albarei e più in basso al bivio, seguiamo la traccia sulla destra che riporta al Rio Forcioula dove nei
pressi (questa zona è chiamata Robba), si vedono i ruderi di quella che un tempo era una fonderia che utilizzava con il ferro estratto su questi versanti (pare che fosse presente già verso la fine del 1700 quando qui si fabbricavano le palle di cannone "ad uso" dei Principi Ferrero-Fieschi di Masserano, i signorotti della zona...).
Superato il rio si risale presso una (un poco fatiscente) scaletta che riporta al sentiero seguito all'andata e si ritorna così a Roncole di Postua; prima di lasciare la valle andiamo a salutare l'amico Gian Paolo, ed è stata l'occasione per visitare, alla frazione Riva, il piccolo e interessante Oratorio di San Gottardo aperto in questa occasione dove si poteva ammirare l'interessante affresco risalente al 1523 raffigurante la Madonna della frutta.
Per questo giro, circa 7 ore.
Dicembre 2021 - Difficoltà EE
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