In Valle Anzasca per un paio di visite al versante sopra Castiglione, tra Cangei, Cortflec e Camugher... una zona dove si trovano diversi nuclei di baite, alcuni ancora abitati (più o meno stabilmente), come Selvavecchia, Spagnoli, Cresta... ma dove, cercando bene, oltre a qualche interessante sentiero, si può ancora andare a scoprire qualche alpetto semisconosciuto o dimenticato...
La stagione invernale (se la neve e il gelo lo permettono), è il periodo migliore per visitare questi versanti alla ricerca dei vecchi sentieri e degli alpeggi dimenticati, la visibilità è migliore e i pendii esposti al sole diventano luminosi e molto piacevoli da percorrere...
(Non è il caso di descrivere troppo in dettaglio i tratti fuori dai sentieri ufficiali, i pochi interessati a questo genere di percorsi sono in grado di muoversi autonomamente... il riferimento rimane comunque la mappa IGM).
Dicembre 2019 - Difficoltà EE
1 - Castiglione - Selvavecchia - Spagnoli - Casot Badin - Ronco - Ca' d'Trivei - Cortflec - Cangei - Cascinaccia - Casali - Baita - Canova - Cadzúra - Cresta - Villasco - Pero - Castiglione.
Con Andrea partiamo da Castiglione 514 m. e
saliamo a Selvavecchia e Spagnoli da dove traversiamo a Casaccio (Mappa Rabbini), qui si sale per poi traversare (verso est) il Rio Paita, e risalendo il versante si giunge ai ruderi del Casot Badin ca. 790 m. si continua in salita ma traversando nel contempo verso ovest, superato nuovamente il Rio Paita si arriva in una zona con notevoli terrazzamenti dove si trovano le baite di Ronco ca. 810 m. (un paio di esse sono ancora in discrete condizioni).
Si continua la salita della costa seguendo discontinue tracce del vecchio sentiero (in zona sono comunque presenti numerose tracce di animali), e si arriva nei pressi di due piccole costruzioni in cemento (prese d'acqua), da dove si sale
poggiando sulla destra (est) e si raggiunge il passaggio dell'ultimo canalino (foto 37) dove il vecchio sentiero è evidente, poi un'ultima risalita porta ai ruderi di Ca' d'Trivei (Casa Trivelli) circa 1210 m. dove si notano i massicci muri esterni delle baite (con alcune larghe e spesse piode), la cui costruzione pare non sia mai stata completata... un poco discosto si trova il piccolo casottino per il latte (da dove traversa un interessante percorso verso l'Alpe Castello, seguito in un successivo giro).
Da Ca' d'Trivei si risale la dorsale a tratti ripida (sono presenti dei tagli), e quando il terreno lo consente si traversa verso ovest raggiungendo i ruderi "alti" di Cortflec (Cordaflecchio sula Rabbini), da qui scendiamo al nucleo principale dove troviamo i gentili proprietari della baita ristrutturata, e il Signor Enrico ci fornisce preziose informazioni sui toponimi della zona.
(Naturalmente, per quanto riguarda i toponimi dialettali, metterli per iscritto dopo averne ascoltato la
pronuncia, non è mai facile, ed è sempre possibile che non siano scritti del tutto correttamente...).
Dopo una piacevole pausa (con caffè e grappino...) a Cortflec, riprendiamo il percorso traversando in salita verso ovest fino al panoramico masso con la Croce a ricordo di un incidente accaduto in zona durante il trasporto della legna con una teleferica nel 1945, fino a qui si trova un sentierino con tagli; si prosegue la traversata sempre verso ovest in direzione di Cangei, un vero e proprio sentiero non è più presente ma senza particolari difficoltà si giunge ai primi ruderi dell'Alpe Cangei 1347 m. che in realtà è composta da tre
distinti nuclei di baite che si trovano più o meno alla stessa quota, traversando ancora si arriva al nucleo centrale e in seguito a quello posto più ad ovest dove transita il sentiero segnalato che sale alla soprastante Colma.
immagini ↑→
Da Cangei scendiamo lungo il sentiero segnalato che passa dai ruderi di una Cappella da dove, guardando verso ovest, si
vedevano i ruderi di un alpetto (visitato poi nel successivo giro), scendiamo ai ruderi di Cascinaccia (Casinácia) 996 m. dove, superando il Rio Pianzola, traversiamo verso ovest al successivo gruppo di baite a 1002 m. chiamati localmente i Casali e scendendo il versante si arriva a Baita (così è chiamato l'alpeggio con le due baite ristrutturate).
(Anche qui, come già visto in altre zone, ad esempio in Valle Antigorio, si nota che riguardo ai toponimi, nei casi in cui la memoria del nome di un alpeggio si è persa, la tendenza è quella di chiamarli genericamente "Casali"...).
Da Cascinaccia il sentiero segnalato scende a Canova 900 m. (che pare sia stato il primo nucleo
abitato della zona), un compatto e corposo nucleo di baite ormai in rovina, dove naturalmente spiccano i massicci architravi in sasso delle porte, un luogo da non perdere se si fa una escursione in zona; verso est le vecchie mappe mostrano una grossa costruzione che naturalmente andiamo a cercare (foto 34 e 35), sarebbe interessante conoscere lo scopo di questa costruzione così isolata rispetto al nucleo così compatto di Canova...
(Da segnalare che la IGM riporta altre baite ad ovest di Canova, oltre un canalino, che in effetti è traversato da un buon sentiero, ma si giunge su una costa dove sono presenti solo dei terrazzamenti...).
Scendiamo infine passando da Cadzúra, Cresti, Villasco, Pero, luoghi dove si trova sempre qualcosa di interessante da vedere (che magari è sfuggito durante le visite precedenti...), e infine torniamo a Castiglione quando ormai il sole è
da tempo tramontato.
Per questo giro, circa 8 ore e mezza incluse le soste.
immagini ↑→
2 - La Ca' - Selvavecchia - Cresta - Gaggio - Rivo Sponda - sentiero per Cortflec - alpetto a ca. 1240 m. - Cortflec - Ca' d'Trivei - traverso verso l'Alpe Castello lungo il "Sentiero dei Busi" - "I Busi" - dorsale sopra Camugher - Camugher - Cropazöi (Cropazolo) - Selvavecchia - La Ca'.
Con Andrea ritorniamo in zona per "completare" la visita di questa parte di versante tra Cangei e Camugher; Partiamo da La Ca' (Alla Cà) salendo a
Selvavecchia, e poi da Cresta (nei pressi del bel forno di foto 4), cerchiamo la traccia del sentiero riportato sulla IGM che sale a Cortflec, ma prima di traversare il Rivo Sponda, facciamo una breve deviazione sulla sinistra per vedere le baite del Gaggio che ancora mancavano...
Superato il rio, saliamo fino alla zona delle prese d'acqua (foto 13), già raggiunte nel precedente giro; questa volta, invece di poggiare sulla destra (est), saliamo il ripido versante e, dopo una zona con rocce, traversiamo sulla sinistra superando un tratto con ginestre e roccette dove, a fatica, si riconosce la
presenza del vecchio sentiero, più avanti si esce nel bosco su terreno più pulito dove si trovano gradini e resti di muretti del sentiero che sale a Cortflec.
Giunti alla quota di circa 1200 m. lasciamo la traccia per traversare verso ovest, questo per andare a visitare l'alpetto notato durante la discesa da Cangei (guardando verso est dai ruderi della Cappella), nella precedente visita, bisogna comunque rimanere più alti della zona rocciosa dove si
congiungono i canali del versante, zona ben rappresentata sulla carta IGM.
Superiamo il Rivo Sponda ed altri canalini ("trovando" il punto più agevole per traversare), e alla fine, dopo un momento di incertezza, raggiungiamo i ruderi dell'alpe a circa 1240 m. da dove si vede la Cappella guardando appunto verso ovest (al momento non si sa il nome di questo alpetto, si
spera di riuscire a recuperarlo prossimamente, se sarà possibile...), avevamo visto questi ruderi proprio dalla Cappella, scendendo da Cangei durante il precedente giro (foto 25).
La stagione invernale, quando si ha una buona visibilità anche nei boschi, è l'ideale per "scoprire" questi alpetti nascosti e dimenticati...
Traversiamo nuovamente verso est in direzione di Cortflec, e lungo il percorso incontriamo i ruderi di altri due baitelli (similmente alla soprastante zone di Cangei, dove, allineati, sono presenti tre distinti gruppi di baite), e arriviamo così alla baita ristrutturata di Cortflec, da dove riprendiamo il sentiero che sale da Cresta e che percorriamo in discesa, visitando così tutti i ruderi dell'alpeggio che sono distribuiti su questa costa, a quote diverse.
Giunti intorno ai 1150 m. traversiamo verso est per raggiungere il sentierino percorso nella visita precedente che traversa l'ultimo canalino (foto 37) e poi sale a Ca' d'Trivei circa 1210 m. qui, nei pressi del casottino per il latte posto ad est, si nota una traccia di sentiero che traversa verso est, si tratta di un vecchio sentiero dove si trovano alcuni tratti "costruiti" (sono presenti anche alcuni tagli col falcetto).
- Il "Sentiero dei Busi" :
Il percorso (anche per la piacevole e limpida giornata di questo ultimo giorno del 2019), risulta molto
interessante e a tratti spettacolare (come il passaggio della foto 45, dove si supera il largo canale del Rio Gaggetto), ci sono tratti dove il percorso appare incerto, e infatti più avanti abbiamo traversato invece di risalire, ma questo ha permesso di "trovare" un piccolo ricovero (foto 55) in un luogo piuttosto "aereo" sopra ai salti rocciosi di questo complicato e affascinante versante (si può constatare come questo tratto di versante sia roccioso e impraticabile, scendendo lungo il sentiero da Camugher alla zona di Selvavecchia...).
Risalendo la costa soprastante per cercare una via d'uscita, Andrea nota sulla sinistra dei muretti, e allora traversiamo in salita raggiungendo la zona chiamata localmente i "Busi" dove passa il sentiero e dove si trovano anche i ruderi di due piccoli ricoveri; su terreno più tranquillo (anche se il sentiero tende a scomparire), continuiamo il percorso verso ovest raggiungendo la dorsale che scende a Camugher, mentre verso est si vede, in fondo, l'Alpe Castello, che è il punto di arrivo "naturale" di questo interessante traverso.
Scendiamo la dorsale seguendo i segni di vernice bianco-blu giungendo così all'Alpe Camugher 1099 m. (già visitata altre volte nel 2019 durante altri interessanti giri in zona... Link1 e Link2); a proposito del toponimo dell'alpeggio (Alpe Camughero sulla Rabbini), tenendo conto di altri toponimi della zona, verrebbe da pensare che il nome originale fosse Ca' d'Mugher... e che poi, come spesso accade, il nome sia stato modificato col passare del tempo...).
Scendiamo a Camugher di sotto 1003 m. dove seguiamo la traccia del vecchio sentiero per Selvavecchia che traversa verso nord-ovest fino al dosso pianeggiante successivo, qui scendiamo direttamente la dorsalina (che si è rivelata molto più ripida del previsto...), scoprendo poi che il sentiero traversava alla dorsalina lungo il suo versante sinistro (sud)...
Scendiamo così ai ruderi di Cropazöi (Cropazolo) circa 800 m. dove si nota, accanto al rudere della baita, anche quella che probabilmente era una Cappella.
Scendendo a valle dell'alpetto si ritrova il sentiero coi segni bianco-blu che, con qualche passaggio esposto che richiede attenzione, traversa prima un piccolo rio e poi il più importante Rivo Travaglino, giungendo così a Selvavecchia.
Per questo giro, circa 7 ore e mezza (con le divagazioni).
immagini ↑→