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Alp d'la Marianna, d'la Aneta, dal Pin, d'la Camilla, Pra del Trenta, e altri...

 
  - Alpeggi di Migiandone :

   - 1 :

 Migiandone (Vadi) - Balmacia - Alp d'la Marianna - Alpetto a 450 m. - Bubisbalma - Mortufigi - Alp del Gildo - Alpet del Toni - Migiandone.

   - 2 :

 Migiandone - Mulin dal Zors - Alpe Nivoia - Alp d'la Camilla - Alp d'la Aneta - Pra del Trenta - Alpe Curtet - Alpe Zeit - Cruseta - Ita - Alp dal Pin - Alpe Solivo - Alpe Grefa - canale del Rio Buca della Valle - Alpe Crota - Pianezza Grande - Alpe Buculer - I Casali - - Anzola - Portea - Migiandone.


 

 Di nuovo sul versante della montagna di Migiandone, alla ricerca degli alpetti che portano il nome di chi, un tempo, li utilizzava...

 Al di là dei toponimi più o meno "ufficiali", riportati sulle mappe o sui libri, la gente del posto ha sempre chiamato questi alpeggi appunto col nome della persona che li caricava o li utilizzava, e questo ha in verità reso più complicata la ricerca e la corretta collocazione delle baite sul territorio.

 La conferma che i nomi ufficiali sono a volte inutilizzati (e forse misconosciuti) dalla gente del posto, è avvenuta per esempio al ritorno dal primo giro, cercando tra le vie della frazione Vadi qualcuno a cui chiedere qualche informazione, troviamo un signore che sembrava non conoscere i toponimi "ufficiali" Bubisbalma e Mortufigi... invece, tra le altre cose, ci racconta che la Marianna dell'alpe omonima, era sua nonna... e per ricordo ha trasportato a valle tre grosse pietre (qualche decina di kg ognuna), della baita, inevitabilmente crollata col trascorrere del tempo, e che ha incastonato sopra l'ingresso della casa durante la ristrutturazione...
sulla montagna di Migiandone...
  Anche il libro "La Montagna dei Twergi" che per altro rimane un'ottima fonte di informazioni, contribuisce a creare incertezze sugli alpeggi, "inglobando" in un unico alpeggio molti alpetti secondari... come ad esempio per l'Alpe Cruseta che riporta essere costituita da ben nove costruzioni, raggruppando in questo modo anche l'Alpe Peta, l'Alp dal Pin, l'Alp d'la Camilla...

 In questo caso, il "rinvenimento" di una mappa dipinta con i nomi di quasi tutti gli alpeggi della zona (realizzata da Bruno Vadi), è stato di aiuto (oltre che di "ispirazione" e stimolo...); la mappa è visibile, per gli eventuali interessati, all'Alpe Campaccio che si raggiunge facilmente traversando dal Santuario della Madonna di Oropa di Migiandone (vedi la prima foto della seconda galleria).
 
 

 Per cercare di vedere tutti gli alpetti, in verità non si è seguito un percorso logico... ma abbiamo in pratica traversato in lungo e in largo (e anche su e giù...) più volte questo piccolo territorio, questo a causa delle incertezze nel collocare sul terreno gli alpetti (come scritto sopra), e perciò non si può certamente descrivere chiaramente questo tipo di percorso "esplorativo"....

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 • Migiandone (Vadi) - Balmacia - Alp d'la Marianna - Alpetto a 450 m. - Bubisbalma - Mortufigi - Alp del Gildo - Migiandone.


 Con Andrea partiamo dall'Oratorio della Madonna della Balma a Vadi e ci portiamo presso la Balmacia dove si trova una parete di arrampicata presso il Rial Ciucchi, e saliamo il versante sulla destra (ovest) per vaghe tracce di sentiero, più in alto troviamo una traccia che traversa e la seguiamo verso est raggiungendo, dopo un canalino, l'Alp d'la Marianna a ca. 360 m. (come riferimento, l'alpetto si trova su una dorsalina poco più a valle di un traliccio con doppio isolatore, che si riconosce da lontano perchè diverso dagli altri presenti in zona...), nel vicino canale (ad est) si trovano due balme.

 Su un poggio roccioso posto proprio sulla verticale dell'Alp d'la Marianna a ca. 450 m. (qui ai tempi saliva appunto Marianna Vadi, la Jana, 1883 + 1970), si trova il rudere di un alpetto senza nome (che risulta di proprietà comunale) che abbiamo raggiunto salendo dalla balma con due ingressi (foto 11), al traliccio superiore e poi proseguendo lungo la dorsalina trovando quindi un sentierino che porta al rudere anonimo, qui si vede anche un sentiero che prosegue in direzione dell'Alpe Curtet, verso ovest.
balma...
 Scendendo nel canalino ad est del rudere, troviamo un sentierino segnalato da strisce di plastica che conduce prima a un traliccio oltre al quale si trova una balma (o meglio un riparo sotto una parete rocciosa), con un muretto e dei legni che un tempo formavano una sorta di tetto (foto 20, 21 e 22).

 Continuando a seguire le strisce di plastica appese, si scende per un pendio ripido all'Alpe Bubisbalma ca. 400 m. dove si trova un grosso rudere; riguardo al toponimo, non deve essere inteso come se ci si riferisse a una balma (infatti in zona non ve ne sono...), bensì il suffisso "balma" è riferito al cognome dell'alpigiano che la caricava (è invece ignoto il significato del prefisso "bubis"...).

 Proseguendo verso est si supera il Rial Ciucchi e scendendo il suo versante destro idr. si trova un sentiero segnato con segni rossi ormai scoloriti che porta a un pianoro dove si trova una interessante costruzione realizzata utilizzando in parte un grosso masso (foto da 34 a 40), traversando in piano verso ovest, dopo una balma, si arriva all'Alp del Gildo ca. 340 m. (proseguendo ancora verso ovest, seguendo i segni rossi, si ritorna all'Alp d'la Marianna...).

 In pratica, Mortufigi dovrebbe comprendere tutti gli alpetti di questa zona, la Marianna, il Gildo e l'Alpet del Toni; riguardo l'Alpet del Toni era di proprietà (o comunque utilizzato), da Antonio Merio (1883 + 1958) soprannominato Toni Matt... mentre il toponimo Mortufigi sembra essere stato tramandato in modo errato, in quanto la zona pare essere conosciuta come Mortufigli... (forse nella lingua parlata il toponimo non era esattamente come scritto), questo a causa di qualche tragico evento, ma non sono noti altri particolari a riguardo.

 Per il ritorno a valle, abbiamo seguito una traccia segnata da dei tagli che dalla zona dell'Alp del Gildo scende verso nord, giunti su un poggio roccioso panoramico perdiamo i tagli (che probabilmente andavano in altra direzione), qui (dopo aver letteralmente calpestato un paio di piccoli di cinghiale che erano nascosti sotto l'erba alta, con un po' di spavento da parte di tutti i coinvolti...), scendiamo presso il canale del Ciucchi su terreno umido e ripido alla piana sottostante, poi costeggiando il Rial Ciucchi torniamo alla Balmacia.

 

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 • Migiandone - Mulin dal Zors - Alpe Nivoia - Alp d'la Camilla - Alp d'la Aneta - Pra del Trenta - Alpe Curtet - Alpe Zeit - Cruseta - Ita - Alp dal Pin - Alpe Solivo - Alpe Grefa - canale del Rio Buca della Valle - Alpe Crota - Pianezza Grande - Alpe Buculer - I Casali - - Anzola - Portea - Migiandone.


 Ritorniamo in zona per cercare di "concludere" la visita agli alpetti col nome... questa volta il giro è stato meno "dispersivo" del precedente, anche se qualche incertezza (sempre sulla collocazione degli alpetti), c'è comunque stata...

 Partiamo subito dopo il ponte sul Rial Blet seguendo la sterrata che prosegue verso la montagna, si passa dai ruderi del Mulin dal Zors dove si vedono i resti (4 lastre verticali), di quello che poteva essere un supporto per la ruota della macina (foto 4), giungiamo a Nivoia 460 m. (già visitata durante un precedente giro, link), e qui (come per il precedente giro) riprendiamo a girovagare in zona...

 Nella zona di Cruseta ci sono diverse baite sparse, e questo complica l'esatta individuazione dei nomi delle stesse... la "vera" Alpe Cruseta è senz'altro l'unica baita ancora in buone condizioni (foto da 44 a 47), nelle vicinanze si trova una interessante piccola stalla per i capretti dove sono rimaste ancora le cordine usate per legarli alla mangiatoia, e ci sono anche alcune bottiglie di vino d'annata... (foto da 13 a 16).

 Dal baitello, proseguendo verso ovest si giunge alla diroccata Alp d'la Camilla ca. 600 m. (foto 10, 11 e 12) caratterizzata da un architrave a mezzaluna poco usuale su questo versante, mentre è comune per gli alpeggi posti a est del Rio Blet; dalla Camilla un buon sentiero traversa sempre verso ovest arrivando all'Alp d'la Aneta ca. 600 m. in una zona con caratteristici grossi arbul di castagno, qui si trova anche una interessante balma.

 Poco oltre l'Aneta si trova il Pra del Trenta ca. 610 m. con un paio di ruderi (e un paio di balme, una delle quali l'abbiamo "scoperta" solo ripassando più avanti in zona...); il sentiero, sempre evidente, continua a traversare e poi sale all'Alpe Curtet (dove transita il principale percorso della zona che sale a Grefa).

 Da Curtet (alpeggio di Anzola), ritorniamo nuovamente verso est... seguendo una traccia che traversa poco sopra alle baite e che porta all'Alpe Zeit ca. 725 m. il cui rudere principale era stato costruito utilizzando un grosso masso presente in loco, mentre più avanti si vede un rudere ormai azzerato, poco a monte di un poggio roccioso panoramico.
balma...
   Da Zeit un sentiero proseguiva verso la zona di Cruseta, ma la labile traccia si perdeva presso un canalino con piante cadute e arbusti invasivi, e allora, non essendoci comunque altri alpetti lungo questo percorso, scendiamo a riprendere il sentiero "principale" seguito in precedenza, tornando così a Cruseta; alla fine, questo traverso, da Cruseta a Curtet, è senz'altro un percorso consigliabile, vista l'evidenza del sentiero.

 Da Cruseta, salendo la costa e poggiando un poco ad ovest, si arriva all'Alp dal Pin ca. 715 m. (foto da 50 a 54), qui un sentierino poco evidente sale verso Grefa inferiore (o Piana del Barmo), ma, non volendo traversare ancora per l'ennesima volta il versante del Rial Ciucchi... preferiamo ritornare al sentiero principale che, passando dall'Alpe Ita, raggiunge la panoramica Alpe Solivo ca. 750 m.

  - Nota : riguardo la zona di Cruseta e degli alpeggi posti nelle vicinanze, non è del tutto chiara la toponomastica... si può però affermare (da notizie raccolte da Bruno), che tutta questa zona era conosciuta come Alpe Ita.....

 Da Solivo proseguiamo lungo la stra di vacch per Fornale fino a un bivio contrassegnato da un ometto, bivio che avevamo visto durante il precedente passaggio su questo sentiero), saliamo sulla destra il versante lungo una traccia a volte incerta e ostacolata dalle piante, però pare che stiano ripulendo e segnalando con vernice arancione questo tratto, che conduce alle baite poste più a est di Grefa a ca. 874 m. (qui arriva anche un sentiero segnalato da Fornale, anch'esso percorso in precedenza).

 Scesi a Grefa inferiore dove si trova la "baita blu", visto che l'orario era ancora favorevole, decidiamo di traversare il canale del Rio Buca della Valle verso il versante di Anzola, su un percorso che avevo già seguito in precedenza, in senso contrario (link), con percorso più "tranquillo" rispetto alla visita precedente, quando il terreno era bagnato e scivoloso, seguendo il sentiero segnalato anche da tagli e segni di vernice, giungiamo all'Alpe Crota ca. 1000 m. (col terreno in buone condizioni, è un traverso interessante e consigliabile; da Grefa a Crota, circa un ora).

 Da Crota si prosegue verso Pianezza Grande, e presso la panoramica Croce si scende sulla destra nel bosco per vaghe tracce che portano al pianoro dell'Alpe Buculer ca. 780 m. (erroneamente chiamata Balmaccia sulle mappe), in questa occasione seguiamo poi il sentiero trasversale che, verso ovest, porta a I Casali da dove scendiamo ad Anzola lungo il sentiero più "diretto" (la Strada del Pidèn).

 Da Anzola si traversa (circa mezz'ora) sul piano verso Migiandone (poco prima del termine del tratto asfaltato della stradina, una sterrata traversa su un ponticello verso la montagna, in direzione della parete di arrampicata, passando nei pressi dell'azienda agricola La Portea, dove è possibile che le simpatiche manzette locali vengano a salutare...).

 Dicembre 2018 - Difficoltà EE
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