Dopo la salita da Voj lungo la cresta nord-est ( : Link) ritorniamo sui versanti della Cima Scarcione con una escursione varia e piacevole che permette di cogliere diversi aspetti della montagna, oltre alla cresta che in questa occasione è quella sud-est chiamata al Gaji, parte della salita si è svolta immersi nel bel Bosco Scarcione dove naturalmente abbiamo cercato segni della passata attività umana su questi versanti.
Riguardo al Bosco Scarcione in questo caso l'aiuto della Mappa Catastale è stato limitato, nel senso che solo per una piccola area in basso sono riportate le particelle catastali con il disegno di una piccola costruzione (che naturalmente andremo a cercare...), per il resto tutta l'area del bosco risulta "vuota" di informazioni; ai tempi l'accesso dal basso avveniva lungo un ponte che
superava il Mastallone davanti a Ferrera, ponte che probabilmente veniva regolarmente danneggiato durante le piene del torrente, come capitato nel 2020 quando la forza dell'acqua ha "rovesciato" un grande masso usato come supporto per il ponte (ponte che però non era già più presente).
Non avendo proprio intenzione di "entrare" in acqua per poi salire il bosco, l'idea è stata quella di partire da Saliceto cercando un possibile passaggio traversando il ripido versante, e fortunatamente abbiamo trovato addirittura un sentiero segnalato che consente l'accesso alla zona di interesse...
Con Andrea partiamo appunto da Saliceto (alcune possibilità di parcheggio a lato della strada della Val Mastallone nelle vicinanze del ponte pedonale che porta al villaggio), e saliamo alla dorsalina posta alle
spalle della Chiesetta, inizialmente si trova una lieve traccia solo dopo aver raggiunto la dorsalina, il sentiero riportato sulla catastale parte oltre le case, ma come spesso accade non essendo più frequentato, si "chiude" il passaggio iniziale per raggiungerlo, e si dovrebbe passare nelle proprietà private con recinzioni, naturalmente non è il caso...
Dal primo pianorino si sale passando presso un piccolo frutteto, segue poi un tratto ripido (che forse si può più agevolmente aggirare sulla sinistra), che conduce a un bel pianoro (Costa sulla catastale), dove troviamo vari muretti, segno che ai tempi era utilizzato per le coltivazioni (i terreni pianeggianti sono una rarità da queste parti).
Qui troviamo le segnalazioni relative a due percorsi, dei segnali gialli paiono indicare la salita della dorsale, mentre quelli bianchi portano a traversare il versante, e naturalmente seguiamo questi ultimi trovando un sentierino abbastanza evidente che porta prima a un'altra zona con alcuni muretti, e poi continua lungo il tratto più ripido del versante (che avevamo osservato in precedenza da Ferrera cercando di capire se era percorribile...), e infine entriamo in salita sul versante del Bosco Scarcione.
Prima di continuare la salita traversiamo in discesa cercando il percorso migliore raggiungendo prima il canale principale del Rio Scarcione dove, sulla sinistra idrografica, la Mappa Catastale riporta una piccola costruzione che individuiamo nei miseri resti di foto 23 (salendo il versante soprastante si raggiunge un falsopiano dove si trovano vari terrazzamenti...); tornati al canale si vede anche il vecchio cavo portante di una teleferica, usata in passato oltre che per il legname anche per il trasporto del carbone, come abbiamo avuto modo di constatare in seguito incontrando numerose carbonere.
Saliamo il versante sulla destra idrografica della valle e giunti più o meno alla quota della Sellaccia traversiamo sulla sinistra raggiungendo appunto la Sellaccia 1086 m. dove, proseguendo brevemente sulla sinistra ci si porta su un notevole poggio panoramico (vale certamente la pena fare una deviazione per raggiungere questo punto...); proseguiamo la salita tornando verso il fitto Bosco Scarcione che in questo breve periodo della stagione in cui inizia la ripresa vegetativa presenta il suo aspetto migliore, grazie anche alla luce del sole che filtra con maggiore facilità tra le foglie non del tutto sviluppate...
Raggiungiamo la zona meno ripida del bosco, dove speravamo di trovare qualche manufatto dei tempi passati, e si incontrano numerosi grossi
muretti che sostenevano delle ampie carbonere, segno che era proprio questa l'attività principale, lo sfruttamento del bosco e non la pastorizia; troviamo comunque a circa 1150 m. il sedime di due piccole costruzioni che probabilmente erano dei ricoveri usati dai boscaioli.
Proseguendo la salita la pendenza aumenta e passiamo dall'ultima grossa carbonera che appare di epoca più "antica" rispetto alle precedenti, poi tenendo presente le curve di livello della mappa saliamo poggiando un poco a sinistra in direzione della
cresta che raggiungiamo a 1298 m. siamo alla Bocchetta di Scarcione; a sinistra la cresta scende verso il Monte Stella mentre in direzione opposta si sale verso la Cima Scarcione, questo tratto è chiamato Cresta al Gaji (forse il toponimo dialettale è riferito alla cresta dei galli ?).
La cresta presenta dei tratti rocciosi che possono apparire impegnativi, in realtà tenendo presente come al solito le tracce degli animali, un paio di spuntoni si possono aggirare, e altri sono meno impegnativi di quello che sembra, alla fine il percorso è piacevole e
vieppiù panoramico fino a raggiungere la sommità della Cima Scarcione mentre il meteo appare in peggioramento (prima del previsto...), e inizia a cadere neve gelata portata dal vento (ma la cosa non crea fastidi, è comunque meglio della pioggia...).
Dalla cima proseguiamo lungo la via normale della Scarcione e facciamo una breve visita a Camplasco e alla dorsalina panoramica posta più a nord per poi tornare velocemente (il freddo si faceva sentire) alla Sella di Camplasco prendere il sentiero segnalato 576 che porta a Meula e poi, lungo la bella mulattiera a Grassura da dove, lungo un breve tratto di strada asfaltata, torniamo a Saliceto.
Per questo giro circa 8 ore incluse le divagazioni.
Aprile 2024 - Difficoltà EE.
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