Anzola - Cantìr - Alp Bernard - Sgavegia - Canvascia - Arsé - Canvascia - Früe - Tagliata - Piazza Grande - Casali - Anzola.
Ritorno ancora una volta sul versante della montagna di Anzola d'Ossola
per visitare un paio di alpetti misconosciuti e non presenti sulle mappe
sia antiche che moderne, si tratta dell'Alp Bernard posto a bassa quota in un luogo tutto sommato non difficile da raggiungere ma discosto rispetto ai sentieri più o meno frequentati della zona; e poi c'è l'Arsé (che in verità non si potrebbe definire propriamente un alpe, probabilmente ai tempi era
presente solo un ricovero fortuna, Arsé (o Larsé... non vi è la certezza riguardo alla trascrizione), si trova invece più "lontano" e in una zona il cui accesso è più scomodo e impegnativo.
Alp Bernard...
Con Andrea partiamo da Anzola salendo a Cantìr (zona Piazza Grande) seguendo inizialmente il tracciato del Vertical (nota gara podistica) che interseca in un tratto la nuova strada sterrata che sale il versante; a fianco di Cantìr (o Cantirè...) verso ovest, prosegue un sentiero non segnalato che conduce a Daramor (già percorso altre volte in passato, a esempio al ritorno dal bel giro a Vineggio nel 2022, vedi : questa pagina).
Superato l'ultimo canalino si arriva al bivio del sentiero per Sgavegia (che percorreremo in seguito), si vede a fianco del grosso arbul di foto 12 che può fare da
riferimento, una traccia meno evidente che traversa in discesa e la seguiamo (questa traccia è parzialmente visibile su una foto aerea Svizzera del 1956), il sentiero scende rimanendo abbastanza evidente, traversando lungamente verso ovest, poi la traccia si fa incerta (sono presenti anche varie tracce di animali), comunque si scende più decisamente il versante e in questa occasione siamo arrivati al poggio di foto 13 e 14 dal quale poggiando sulla sinistra si scende in una zona sassosa dove troviamo a 650 m. il rudere dell'Alp Bernard affacciato sul profondo canale del Rio di Anzola.
la piodata lungo il percorso per Arsé...
La relativamente grande costruzione presenta ancora resti dei travi, e questo fa pensare che l'abbandono risalga a tempi non troppo remoti, la zona davanti al rudere è stata resa
pianeggiante grazie a un muro che sostiene il terrapieno, davanti all'
Alp Bernard avevamo notato scendendo quella che sembrava una pianta sempreverde, in realtà è il solito grosso albero spesso presente dove ci sono gli alpeggi (a esempio per fare ombra, o per utilizzare il fogliame), che è stato in un certo senso "fagocitato" da una notevole
Edera, personalmente si tratta del più grosso fusto di Edera mai visto fin ad ora... Nei pressi si trovano alcuni muretti che fanno pensare a dei vecchi terrazzamenti.
traverso verso Arsé...
A questo punto, dall'
Alp Bernard bisogna risalire per recuperare i quasi 200 m. di quota persi per questa interessante "divagazione", e raggiunto il bivio col sentiero per
Sgavegia lo seguiamo in salita e dopo il guado del
Rio dei Drosoni, in breve si sale all'
Alpe Sgavegia (
Casa Vecchia...) costruita presso una paretina (qui arriva una altro sentiero, sempre dal percorso per Daramor, che sale inizialmente una costa ripida).
Da
Sgavegia saliamo seguendo una traccia non sempre evidente, ma sono presenti bolli gialli che aiutano per l'orientamento, e si arriva nella zona dell'
Alpe Früe (dove
passeremo poi al ritorno), ma ci manteniamo sulla sinistra idrografica salendo il versante sulla destra (nord-ovest) lungo il percorso per l'Alpe Canvascia (già visitata in un giro precedente), dopo alcuni cambi di direzione usciamo al sole nella bella faggeta e si arriva all'
Alpe Canvascia 1350 m.
Rio dei Drosoni ghiacciato...
Una breve pausa a
Canvascia e risaliamo il versante, la cui "ripidezza" aumenta man mano che ci si avvicina alla crestina soprastante (se il terreno fosse stato gelato i ramponi sarebbero diventati praticamente indispensabili...), e si arriva alla cresta dove, a
1450 m. si trova il passaggio per il versante di
Arsé dove scende una
evidente traccia (il percorso è obbligato anche per gli animali, per cui se non si vede il sentiero, vuol dire che non si è usciti in cresta nel punto giusto...).
Scendiamo il ripido versante trovando in basso una piodata (passaggio obbligato) che si supera agevolmente se in buone condizioni (asciutta e in assenza di ghiaccio), poi la traccia traversa in salita il versante e bisogna anche cercare i tagli che indicano il giusto percorso che porta a superare un canalino oltre il quale si arriva su una dorsalina dove si trova il piccolo pianoro dell'
Arsé.
Come scritto inizialmente i segni di una passata presenza umana in questa zona sono minimi, e molto probabilmente non era presente un alpetto ma forse solo un ricovero di fortuna; verso nord-ovest si vede il versante di Balmarossa, mentre più in basso lungo la dorsale su cui ci troviamo, si trova lo
Zúcaril, toponimo locale riferito al tratto roccioso che si vedeva giunti al valico a 1450 m.
ai Casali...
Ritornati a
Canvascia lungo il percorso seguito all'andata (la discesa del ripido pendio sopra Canvascia richiede attenzione...) e scesi nella zona di
Früe, traversiamo il Rio dei Drosoni che, come tutta questa zona non raggiunta dal sole in inverno, presenta un aspetta prettamente "invernale"...
In breve arriviamo all'
Alpe Früe da dove, presso il cartello in legno col nome dell'alpeggio, si trova il sentiero che traversa alla
Tagliata (sentiero che personalmente non avevo ancora percorso), inizialmente si sale per raggiungere una costa e con percorso piacevole in ambiente interessante, traversiamo per poi scendere all'
Alpe Tagliata 1221 m. dove troviamo il sentiero segnalato A33 che scende a Piazza Grande, e passando poi dai
Casali (sempre suggestivo l'alpeggio, con i grandi arbul mozzati testimoni di un tempo passato...), poi giunti a
Pian Sola ritorniamo a valle lungo il percorso del Vertical i cui infiniti scalini, in questa occasione, anche per la fatica accumulata, sono risultati abbastanza "stancanti"...
Per questo giro, circa 8 ore.
Febbraio 2024 - Percorso impegnativo.
immagini ↑→
nuvole al tramonto ad Anzola...
Valle del Rio di Anzola...