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Alpe Barme e dintorni...


  Visita ad alcuni alpeggi sul versante sinistro orografico della Valle Strona di Postua :

 
Da Roncole di Postua : Cascinale, Lora, Barme di sotto, Barme di mezzo, Canai, Uccei, Lotè, Barme di sopra, Muscard, La Piana, Giavine, il "dolmen" e le incisioni...

 

 Verso la fine di quest'ultimo periodo del 2021 dedicato principalmente alla bella Valle Strona di Postua, andiamo a visitare parte del versante sinistro orografico della valle in una zona caratterizzata dalla presenza di numerosi alpeggi ora in parte ridotti a ruderi, un versante normalmente più favorevole (come esposizione), rispetto a quello opposto che sale verso le pendici del Monte Barone.

 Un percorso (lungo sentieri non segnalati) che non presenta particolari difficoltà, con l'esclusione del traverso da Barme di mezzo all'Alpe Canai dove non è rimasto un vero e proprio sentiero, ma si procede seguendo le tracce degli animali incontrando anche alcuni tratti impegnativi.

all'Alpe Lora...
all'Alpe Lora...


 Con Andrea partiamo dal solito parcheggio poco dopo l'abitato di Roncole di Postua seguendo la stradina sterrata che passa presso le Cappelle di San Martino e della Marcolegia, nei pressi di quest'ultima sono presenti due vecchie Croci in ferro a ricordo di tragedie passate (su una delle Croci si legge la data 1892), giunti al bivio con la stradina che sale a La Piana, si nota un vecchio cartello che indica l'inizio del Sentiero dei Partigiani che però non viene normalmente seguito partendo da questo punto, ma lo si raggiunge invece al termine della strada che porta a Cravoso; in questa occasione decidiamo di seguire il sentiero da questo punto, la traccia è ben evidente anche se in qualche tratto imboscata (si incontra anche un tratto franato), si passa dalle baite riattate di Cascinale e in seguito si raggiunge il sentiero H20 che sale dalla zona del Ponte Rosso di Cravoso (alla fine, se questo sentiero iniziale fosse in buone condizioni, sarebbe senz'altro preferibile rispetto alla strada sottostante).

 Proseguendo lungo il sentiero H20 si supera il Rio Sacroso e poco oltre si trova un bivio non segnalato dove, sulla destra, sale un buon sentiero che porta ai grandi ruderi di Lora circa 767 m. dove si notano alcune modalità costruttive comuni in queste zone, in particolare le "volte" semicircolari ancora ben conservate, qui era presente anche una cisterna per l'acqua (foto 24); continuando la salita lungo la dorsale arriviamo ai ruderi superiori di Lora a circa 824 m. dove il sentiero prosegue traversando verso nord e giungendo (a circa 820 m.) nella zona di Barme sotto dove scende il rio omonimo.

 Il toponimo Barme (sinonimo di Balme) dovrebbe derivare dalla presenza di numerosi massi di varie dimensioni visibili in questa zona, sono presenti numerosi ruderi posti tra gli 820 e 860 m. su questo versante si notano anche alcune costruzioni relative all'Acquedotto Baraggia (i lavori per la sua realizzazione ebbero inizio nel 1959), che captavano l'acqua dalle varie sorgenti della zona (la costruzione di questo acquedotto ha anche accelerato l'inevitabile abbandono degli alpeggi della zona...).

 Raggiunta l'ultima costruzione di Barme sotto (l'interessante cantinetta seminterrata di foto 48 e 49), risaliamo il versante poggiando un poco sulla destra passando da un solitario abete che può fare da riferimento, e si arriva ai ruderi di Barme di mezzo a 937 m. (salendo il ripido versante, come capitato in altre occasioni, ho trovato qualche "frammento" dei tempi passati, piccoli pezzi di ceramica che ho riportato all'alpe per poi fotografarli...); a sud dei ruderi presso il sentiero che traversa a Muscard (percorso poi al ritorno), troviamo la roccia segnalata da Gian Paolo dove, in una fenditura, era stato messo alla fine dell'800 un cespuglio di Uva spina (ancora presente), piantato qui per non togliere spazio al pascolo... questo per sottolineare quanto era importante a quei tempi preservare i pascoli.

cantinetta a Barme sotto...
cantinetta a Barme sotto...

 Da Barme di mezzo salendo il versante si può arrivare in breve a Barme di sopra, ma lì passeremo poi al ritorno, in questa occasione continuiamo invece a traversare seguendo inizialmente una traccia di sentiero che da poco sopra i ruderi traversa sempre verso nord (per un primo tratto si trovano segni di vernice), e si raggiunge una interessante e scenografica zona con grossi massi dove si vedono altre costruzioni relative all'acquedotto.

 Superato il letto di un piccolo torrente (asciutto in questa occasione), seguiamo una traccia di animali che traversa inizialmente in piano, e poi continua risalendo il versante con percorso via via sempre più panoramico; in questa zona si notano numerose e ben evidenti tracce di animali che traversano (vedi a esempio la foto 72), e non è sempre facile scegliere quella "giusta" da seguire... raggiungiamo una dorsale dove è presente il cippo di confine comunale tra Postua e Foresto che fu comune autonomo fino al 1928, ora è frazione di Borgosesia il cui territorio oltrepassa la cresta Tovo -Luvot per scendere per un tratto nella Valle Strona di Postua.

 Proseguendo la traversata si passa da una sorgente (naturalmente frequentata dagli animali), e in seguito troviamo finalmente la "prova" dell'esistenza di un vecchio sentiero (in verità non riportato su alcuna mappa), il muretto di foto 76...

Valle Strona di Postua...
Valle Strona di Postua...

 Si raggiunge la zona dove la roccia è più "presente" (come riportato sulla mappa Svizzera CNS, sempre la migliore sotto questo aspetto), e seguiamo la traccia degli animali che in verità ha facilitato molto il percorso in questo tratto, da segnalare che fortunatamente, per la gran parte del percorso, il terreno non era gelato, altrimenti il traverso sarebbe stato ben più infido... utilizzando sempre la traccia più alta arriviamo al passaggio obbligato che permette di scendere nel vallone del Rio Giof (foto da 82 a 96), qui gli animali saltano lo scalino di foto 86, ma si può anche aggirare (come abbiamo fatto) traversando un poco a monte (anche qualche animale più prudente lo fa...), e infine, su terreno piuttosto ripido si scende a raggiungere la tranquilla e piacevole zona dove scorre il Rio Giof dove il clima è gradevole, come testimonia una Primula fiorita (la prima di questo inverno...).

 Passati sulla destra idr. del torrente saliamo il versante nel noccioleto passando da una giavina dove si trovano evidenze del vecchio sentiero, poi più in alto si supera un canalino traversando sulla destra (est) dove, sul versante posto fra due canali, si trovano i ruderi dell'Alpe Canai 982 m. già raggiunta in una precedente occasione dopo la visita alle Alpi Gobbia e Rovere (vedi qualche immagine su : questa pagina).

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 Da Canai saliamo poggiando sulla sinistra (inizialmente si trovano un paio di ometti e poi tagli), e proseguendo si entra nella bella faggeta dove, sulla sinistra, si può raggiungere un piccolo sperone panoramico, continuando si raggiunge la dorsale della Schiena della Gobbia risalendo la quale arriviamo al sentiero che traversa verso Uccei, Lotè e la Sella della Rosetta dove si trova il cartello che indica il traverso per San Bernardo che seguiamo tra le felci per un tratto, nel frattempo si vedeva in basso a destra il prato innevato di Barme di sopra che dobbiamo raggiungere.

 In un punto favorevole lasciamo il poco evidente sentiero per scendere con percorso libero il versante e raggiunta la faggeta, nei pressi troviamo i primi ruderi dell'Alpe Barme di sopra le cui baite riattate si trovano nel prato sulla sinistra (qui arriva anche una stradina da San Bernardo); in zona si nota una piccola "cappelletta" ricavata da un incavo di un grosso masso, e anche un grande albero di noce.

 Scendiamo con percorso libero i prati il cui termine inferiore è delimitato da un basso muretto, poi ancora un tratto nella faggeta e ritorniamo a Barme di mezzo da cui proseguiamo traversando lungo il sentiero verso est (segni di vernice) che supera il Rio Barme (in zona ancora altre costruzioni relative all'Acquedotto Baraggia), e in seguito giungiamo alle baite riattate di Muscard, più avanti si trova il secondo nucleo di Muscard dove sono rimasti solo dei ruderi.

il Dolmen...
il Dolmen...

 Poi usciamo dal bosco raggiungendo le prima baite di La Piana (Le Piane su alcune mappe, ma il toponimo corretto usato in loco è appunto La Piana), qui scendiamo inizialmente lungo la stradina fino a una curva (foto 51) dove lasciamo la strada per scendere direttamente lungo la dorsalina dove si trova anche una vecchia recinzione, e si raggiungono le baite inferiori (foto 53) alla sinistra delle quali si ritrova l'evidente traccia da seguire (dalla curva di foto 51 a qui, attualmente non ci sono tracce o/o indicazioni).

 Il buon sentiero supera su un ponticello il piccolo Rio Brugarolo e in seguito si passa nella zona dell'Alpe Giavine 653 m. superata in seguito la dorsalina di Collar arriviamo alla zona chiamata Sass du cero in cui si trova il caratteristico dolmen dove, in occasione del Solstizio d'inverno, il sole si trova nella posizione in cui riesce a filtrare attraverso la fessura tra le rocce e illumina un "menhir" posto di fronte, a riguardo si è ipotizzato che questo sito "megalitico" fosse un'area di culto celtica, naturalmente (come per gran parte di questo genere di siti), non ci sono prove concrete di questo...

 Più avanti troviamo una roccia con alcune coppelle e tre Cruciformi che sembrano di antica fattura, roccia interessante e significativa anche perchè è la prima (e forse sarà anche l'unica...) volta che troviamo un manufatto del genere nella Valle Strona di Postua. Infine scendiamo alla stradina di fondovalle (ormai ben familiare dopo le ormai numerose escursioni fatte in zona), che passando da Pra dal Forn ritorna al parcheggio dopo Roncole di Postua.

 Per questo giro, circa 8 ore.

 Dicembre 2021 - Difficoltà E/EE

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salendo alla Schiena della Gobbia...

salendo alla Schiena della Gobbia...

le incisioni...
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