Ritorno nella Valle Duggia con un programma variabile e adattabile a seconda delle condizioni meteo che si troveranno, ma confidando come sempre nella accuratezza delle previsioni meteo Svizzere che prevedono la
diminuzione e una sospensione almeno temporanea delle piogge, piogge leggere che ci hanno accompagnati per la prima parte dell'escursione (in questi casi
bisogna essere proprio convinti per partire ugualmente...).
Fortunatamente col prosieguo della giornata il tempo è migliorato pur rimanendo sempre nuvoloso, e ha permesso di estendere il giro dalla interessante Alpe la Balma (un altro degli alpeggi "dimenticati" della zona), fino al soprastante Castello di Gavala la cui visita era stata sempre rimandata a una occasione favorevole quando si sarebbe trovato un percorso interessante per raggiungerlo.
Con Andrea da Rola saliamo nella Valle Duggia verso il Ponte della Gula, per questo tratto vedi le due precedenti visite : Miniera della Balma - Coldra e Pezza dei Corni, raggiunto il bivio col grosso "cespuglio" di castagno, traversiamo a sinistra verso l'Alpe Pezza di mezzo 865 m. dalla quale una traccia continua risalendo il versante sulla sinistra orografica del Riale Montela raggiungendo a 1060 m. l'Alpe Montela (vedi anche la precedente escursione : Link).
Un sentierino prosegue la salita, la traccia non è sempre molto evidente e si trovano anche alcuni vecchi tagli, bisogna raggiungere una dorsale in parte erbosa che inizia sopra la roccia con betulle di foto 7 che è un buon riferimento, ci si arriva traversando un piccolo canalino poi si risale il pendio dove i tornanti del sentiero sono ben visibili, più in alto il percorso diventa un poco incerto, si traversa sulla sinistra (foto 15) e si
trovano anche resti di un muretto, poggiando sempre un poco sulla sinistra si risale il ripido pendio che porta a un poggio panoramico dove si trova il primo rudere (azzerato) dell'Alpe Panigal circa 1330 m.
Poco più in alto un pianoro in parte nel bosco ospita il nucleo più corposo dell'Alpe Panigal, a fianco è ancora presente un bel prato, in alto si vede lontana la roccia della Balma, il prossimo obiettivo da raggiungere; tra l'erba si trova una lieve traccia (poi anche sporadici tagli), che porta presso le prime rocce (foto 28), in basso si notano alcune cavità probabilmente naturali, qui continuiamo a salire traversando nel contempo sempre sotto le paretine, raggiungiamo la roccia più imponente che offre un certo riparo, qui ci si aspettava di trovare i ruderi dell'alpe, perchè di solito è così che "funziona", quando la balma è utilizzata come riparo, ma in questo caso non è così...
Procediamo la salita contornando la roccia e poi risalendo il pendio ripido si notavano sulla destra, sopra la roccia, i caratteristici lavazz che solitamente denotano la presenza di un alpeggio, e infatti arriviamo su un notevole poggio panoramico ai ruderi dell'Alpe la Balma 1512 m. (non avendo trovato tracce evidenti o tagli durante il percorso sotto le pareti rocciose, è anche possibile che ai tempi salissero dalla parte opposta... comunque un alpe come questa era anche probabilmente più agevole caricarla scendendo dalla soprastante dorsale della Sella della Balma...).
Da la Balma, guardando il pendio a monte, si nota tra l'erba una vaga traccia che sale con una larga curva a sinistra, in ogni caso la salita non presenta difficoltà se non per alcuni tratti ripidi, e si arriva alla Sella della Balma 1625 m. (già raggiunta in precedenza salendo dal versante opposto durante l'interessante giro all'Alpe Gavala : Link).
A questo punto, visto anche che il meteo rimaneva tutto sommato accettabile (anche se l'erba rimaneva comunque bagnata), era l'occasione giusta per salire finalmente al dirimpettaio Castello di Gavala per un percorso alternativo (menzionato dal Ravelli nel suo libro), che segue il canale centrale sul versante sud.
Traversiamo il pendio portandoci alla base del canalino che risaliamo, si trovano tratti con roccette e altri con erba come a esempio quello terminale che sbuca sulla cresta presso l'anticima, e che è risultato il più ripido, poi un ultimo tratto sul percorso segnalato 715 e giungiamo sulla cima del Castello di Gavala 1827 m. congiunzione di tre creste, quella che arriva dai Denti di Valmala da ovest, quella dal Luvot da sud-est e quella del Massale da nord.
Per il ritorno seguiamo i segnali del sentiero 715 che ritorna alla Sella della Miniera, ma giunti al punto in cui traversa sulla destra, visto che dobbiamo scendere a Locarno col percorso 729, è più logico e
sbrigativo proseguire la discesa sulla dorsale con percorso libero per intercettare la mulattiera dei minatori che traversa alle
costruzioni e alla miniera a cui naturalmente dedichiamo del tempo per una visita, in questa occasione è stato possibile avvicinarsi alle gallerie visto che la neve che lo aveva impedito durante la precedente visita si era sciolta (anche se non del tutto).
Scendiamo lungo il percorso 729 e al bivio, traversiamo per una visita all'Alpe Pezza di sopra 972 m. dove, proseguendo verso est, si trova una traccia di sentiero che porta a una dorsale (qualche sporadico taglio), scendendo sulla quale si sbuca nei pressi del bivio per Pezza di mezzo, e infine si ritorna a Rola e poi a Locarno.
Temo per questo giro, circa 7 ore.
Difficoltà EE - Giugno 2021
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